L'AFRODISIACO CONDIVISO - FELINA E LE STELLE - RAVIOLI RIPIENI DI PATATE ED ERBA CIPOLLINA CON TARTUFO

Il portone di casa, i miei sandali che scendono le rampe di scale.

La domenica mi concedo certi piccoli lussi, che la fretta è d'ingombro, tollerata a stento durante i giorni della settimana, oggi tradita fin dalle prime ore del mattino, tra le lenzuola candide e un avanzo di caffè che ho continuato a rigirare nella tazzina mentre disegnavo per aria un saliscendi di piani mentali.
La domenica mi sento completa e rotonda come il mondo, nessun post-it di cose da fare incollato con forza alla schiena; al suo posto solo la morbida e sinuosa sensazione d'abitare lo stesso tempo di Luca. Già, piccoli lussi che conducono vicino al sorriso e alle cose felpate.
Felina. Non la descrizione di un attimo, né io, gli artigli o le fusa. Felina è un piccolo paese arrampicato sui monti, nella vasta provincia di Reggio Emilia. E confesso che solo il nome mi fa sorridere e Luca mi chiede " Ma perché ridi?".
Rido perché mi fa ridere un paese con questo nome.
I miei sandali che scendono le rampe di scale sanno che tra qualche ora si ritroveranno a camminare per le stradine di montagna di una ridente Felina, fuori dal caldo rognoso della città che stiamo per lasciarci alle spalle.
Mi piace quando usciamo dal quadrato dell'ordinario e mettiamo distanza dalle solite cose, quando ci ubriachiamo di curve, oltrepassando paesi, i cui nomi finisco sempre per storpiarli, per confonderli.
Mi piace quando attraversiamo lenzuola di fiumi e d'intorno solo verde, invadente e rampicante, a saggiare un'estate che non è quella dei saldi, del bagnomaria sulle spiagge troppo affollate della nostra riviera, che così mi pare che l'estate sia proprio ridotta a ruolo di tappezzeria. Luca ed io preferiamo rincorrere l'orizzonte, alla volta e alla scoperta di un paese, di un luogo, di un posto da amare, di un cielo pieno zeppo di stelle, credendo persino che siano lì solo per noi.
I cartelli stradali dicono che mancano pochi chilometri per arrivare in cima al nostro borgo, tra un dedalo di bancarelle e una fiumana di gente, a cornice di una manifestazione enogastronomica del presidio Slow Food.
La sensazione generale è che questa fiera altro non è che lo slavato compendio di altre cento e uno fiere, manca d'ispirazione, di anima, ma ci consoliamo alla vista di due stand in particolare.
Dove pesano e mettono in vendita l'Afrodisiaco.
"Quanto mi piace Felina!" dico a Luca, strizzandogli un occhio e spingendolo verso un banco che mi attrae già a distanza, col suo bouquet di profumi, invadenti, a spirale, ascendenti. Decine e decine di tartufi neri stanno lì, in bella mostra, siamo così vicini che li possiamo toccare, mi faccio largo tra la gente, li soppeso, li annuso. Tartufi di Acqualagna, ammiccanti ed afrodisiaci, carnosi e rotondi. Ormai sono in caduta libera. In deriva liquida. E poco distante da lì, scivoliamo di nuovo in tentazione davanti a gigantesche forme di Parmigiano Reggiano stravecchio e chi se lo perde, ce ne facciamo incartare un abbondante chilo, anche di più, esageriamo, resistendo a stento alla voglia di morderne subito un pezzetto.
Mentre passeggiamo tra farine, biscotti, prodotti caseari e bottiglie di olio extravergine d'oliva provenienti dalle più svariate parti d'Italia, passando in rassegna le facce felicemente annoiate di alcuni commessi, Luca ed io dentro la tana dei nostri discorsi, ci interroghiamo su quello che per noi è Afrodisiaco. Mi faccio sotto, io dico il tartufo, una generosa spolverata di scaglie di tartufo su un piatto di ravioli o su un filetto di carne, l'importante è che siano tante tante e non troppo sottili. Le preferisco carnose, proprio come le affetta Luca.
Poi vuoi mettere un buon calice di vino, ruffiano, rotondo, d'un rosso sontuoso o vorticante di bollicine come fossero perle, e ora Luca, prova a pensare ad una grigliata di gamberoni da mangiare con le mani, che tu ridi ogni volta per come ti descrivo questo piacere che sboccia; e ancora gli spaghetti con aglio, olio, peperoncino e pinoli tostati che finiamo sempre per litigarci perché ogni volta ci sembrano pochi. E' il piacere del cibo ad accendere i sensi. E' alzarsi dal tavolo con la sensazione d'avere ancora fame, il segreto.
Ma lasciamo da parte il cibo, concentrati sulle parole. Le parole sono tutto e aprono dighe d'emozioni. Io fin da piccola ci giocavo e non ho mai smesso. Sopra ogni cosa, però, sopra ogni cosa la mente è ciò di quanto più afrodisiaco io possa immaginare. La mente e la pelle. Sono fin troppo sensibile alle seduzioni, alla coda di pavone delle cose, degli attimi.
Ma è il turno di Luca, adesso, che prendendosi gioco di me annuncia che a sedurlo sono solo le cose concrete, non tanto i pensieri quanto ciò che gli si palesa davanti. Non sono contenta, per nulla e quasi mi arrabbio. I pensieri, gli dico, i pensieri possono essere terribilmente, incredibilmente, follemente afrodisiaci, mi faccio incalzante, lo so. E lui sorride, dall'alto, soddisfatto e felice perché è riuscito a farmi infervorare e solo dopo un po', divertito mi confessa che è d'accordo con me, d'accordo, d'accordissimo e per farlo cedere non ho nemmeno avuto il bisogno di torturarlo a dovere.Fa una pausa e poi aggiunge "Come ti vesti e come ti spogli, le tue risate a cascata, la tua diffidenza un po' gatta, ecco queste cose mi seducono". Fa un'altra pausa. "Tanti cibi, tanti momenti possono essere afrodisiaci, ma solo se condivisi!".
Trovo che Luca abbia ragione. In cima alla lista delle cose che riteniamo afrodisiache mettiamo entrambi la condivisione.
"L'ho detto prima io!" civetta Luca.
"Ma io lo davo per scontato!" ribatto.
"E così mi dai per scontato?" fa eco lui.
"Non te, la cosa..." farfuglio.
"La cosa? Quale cosa?" mi domanda Luca
" Uffa, la cosa in senso generale, hai capito?" replico io.
"No, ma facciamo finta di sì" e mi stampa un bacio sulla bocca.
Continuiamo a passeggiare per le viuzze secondarie del paese mano nella mano e dalla borsa sale forte ed intenso l'aroma dei tartufi, così che tutta Felina si trasforma per noi in un borgo altamente afrodisiaco.
"Luca, trovo che questi tartufi CONDIVISI con te a tavola saranno incandescenti!" gli dico sorridendo.
"Chissà se è vero!" mi risponde, un sorriso malizioso, sottile come un elastico disegnato sulle sue labbra e intanto mi fa strada verso i tavolini colorati di un bar. "Che ne dici di un Prosecco al tramonto?" mi chiede d'un tratto.
Sollevo d'istinto prima le sopracciglia, poi gli occhi verso il cielo, un cielo d'un azzurro candidamente limpido, frastagliato solo da qualche nuvola vagabonda, come bianco d'uovo montato a neve. Capisce esattamente cosa sto per dirgli e gioca d'anticipo.
"Il tramonto possiamo anche solo immaginarlo, se vuoi e poi comunque non abbiamo fretta".
No, non abbiamo fretta. Resteremo qui, tra le quattro mura di Felina, fino a far sfiammare le ultime ore del giorno e aspetteremo che il cielo si riempia anche di stelle. Credendo persino che siano lì solo per noi.

RAVIOLI RIPIENI DI PATATE ED ERBA CIPOLLINA CON TARTUFO


Ingredienti per la pasta:

80 gr di farina di grano duro
140 gr di farina di grano tenero
2 uova e 1 tuorlo


Ingredienti per il ripieno:

2 patate medie
200 gr di ricotta di mucca
80 gr di parmigiano reggiano grattugiato
15 steli di erba cipollina
sale e pepe q.b.

Ingredienti per il condimento:

1 grosso tartufo nero estivo del peso di circa 30 gr ( una parte tagliato a scaglie e una parte grattugiato)
burro

Abbiamo scelto di preparare un ripieno sostanzioso, ma il cui sapore non andasse a coprire quello del tartufo, per questo abbiamo pensato alle patate.
Lessate le patate, le abbiamo schiacciate in una ciotola con lo schiacciapatate e una volta raffreddate siamo andati ad amalgamarvi la ricotta e il parmigiano. Abbiamo tagliuzzato gli steli di erba cipollina fresca e abbiamo regolato di sale e di pepe, in modo da ottenere un composto dal sapore pieno ed equilibrato.
Una volta tirata la sfoglia con l'Imperia (la sfoglia l'abbiamo lasciata abbastanza spessa, passandola fino alla tacca 5) ci siamo dedicati alla preparazione dei ravioli, riempiendoli generosamente.
Li abbiamo cotti in una pentola dove abbiamo messo a bollire del brodo vegetale. Pochi minuti di cottura e li abbiamo scolati. Li abbiamo versati in una padella dove nel frattempo abbiamo fatto fondere una bella noce di burro alla quale abbiamo aggiunto parte del tartufo grattugiato e qualche scaglia. Fatti saltare pochi attimi i ravioli in padella, li abbiamo impiattati, completando il piatto con altre scaglie di tartufo.

RAVIOLI WITH POTATO FILLING ON A BED OF BLACK TRUFFLES


Ingredients for home-made pasta:

80 g double milled durum wheat semolina
140 g flour
2 eggs
1 yolk

Ingredients for ravioli filling:

2 medium size potatoes
200 g ricotta cheese
80 g grated Parmigiano Reggiano
fresh chive
salt and pepper to taste

Ingredients for the sauce:

30 g black truffles
butter

Cook potatoes in a pot of boiling salted water, then puree them. Allow to cool down. Crumble the ricotta cheese in a bowl with a fork, then add the potatoes, the Parmigiano, salt and pepper to taste and fresh chive.
Work the mixture, taste and correct seasoning.
Mix the flours and the eggs. Divide the dough into 3 pieces and roll them out to make some equal sized dime-thin sheets. Carefully fold the pasta over the filling. We have to prepare the sauce now. Melt butter in a skillet over low heat, add some grated truffle. Stir your ravioli in it and serve immediately. Complete with a lot of black truffle.

PREMIO

Premio creativo
ricevuto da Stella, alla quale va un pensiero dolcissimo!
Lo vogliamo donare a:
Novelinadelorto, a Maestra Laura, Rirì, Libera di Accanto al Camino, Gatadaplar, Imma di dolci a Gogò, Lady Boheme.