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venerdì 15 gennaio 2010

SOUL KITCHEN - A PROPOSITO DI CIBO, ANIMA E PIACERE - LEMON SCENTED PASTA - SCIALATIELLI CON LUSSURIA DI PESCE - GIOCANDO COI COLORI

SOUL KITCHEN
*IL NOSTRO OCCHIO SUL CINEMA*


Siamo andati a vedere SOUL KITCHEN pieni di aspettative e questo forse è stato il nostro sbaglio. Negli ultimi tempi non si è fatto che parlare di questo film come di un evento imperdibile.
Che dire? Siamo usciti dalla sala soddisfatti perchè abbiamo visto un bel film ed al tempo stesso un po' delusi in quanto il tema della cucina riteniamo che sia stato appena sfiorato. Non ci aspettavamo certo un trattato sull'argomento, con ricette, lista degli ingredienti, preparazioni varie ed annessi e connessi, ma sinceramente ci aspettavamo qualcosa di più, un maggiore approfondimento sul tema cucina.
Nei trailer si sottolineava quanto questo film avrebbe rivoluzionato il nostro modo di concepire la cucina, il cibo. Sia Luca che io pensiamo che questo possa valere per quanti vivono il cibo come un bisogno strettamente fisico, come una necessità più che come un piacere ed immaginiamo che siano tanti, d'altronde non si spiegherebbe diversamente il successo dei Fast Food, dei cibi preconfezionati, precotti o semplicemente da saltare in padella. Tutti noi bene o male viviamo stritolati dentro la morsa del tempo, presi dai tanti, troppi impegni ed il tempo libero o liberato rimane molto ristretto, il più delle volte lo viviamo dosandolo col contagocce. Ed è ovvio che ognuno di noi ha le proprie priorità, le proprie passioni. Tra le nostre c'è anche la cucina, quindi in essa investiamo una buona parte di noi, ma c'è chi non ama affatto cucinare e che vede questa attività come un mero obbligo mirato a portare in tavola qualcosa. Per coloro, la cui filosofia di vita riguardo al cibo, è "L'importante è saziarsi, riempire lo stomaco, poca differenza fa con che cosa", è ovvio che questo film potrebbe essere in un certo senso dirompente, ovvero aprire un varco, una nuova possibilità di intendere il cibo.
Ma per noi e per tanti altri che come noi amano la buona cucina ed amano mettere le mani in pasta, SOUL KITCHEN rappresenta solo l'ennesima conferma.
Il personaggio eccentrico, folle che interpreta il ruolo dello chef è ammirabile per il suo intento, per la sua visione, per il suo non cedere a compromessi. Questo personaggio è convinto di potere rendere migliore il mondo e le persone attraverso la cucina, attraverso la scoperta del gusto.
Lavorava presso un ristorante chic e quando, da un cliente piuttosto rozzo gli viene chiesto ripetutamente e anche con toni tutt'altro che pacati, un gazpacho caldo, lo chef si rifiuta di esaudire tale richiesta e addirittura rincara la dose invitando il cliente a lasciare il ristorante. Morale, viene licenziato nel giro di pochi secondi.
Attorno al ristorante di Amburgo, il SOUL KITCHEN, ruotano diversi personaggi e si intrecciano fondamentalmente due storie d'amore. Quella del protagonista principale per la sua fidanzata e quella per il suo locale. Locale in cui inizialmente si limita a cucinare cibi surgelati, Fish&Chips ed altri piatti senza troppe pretese, conditi con chili di maionese e di salse industriali e per di più lo fa in modo rocambolesco, la scena della friggitrice-versione casalinga, in cui immerge le patatine è esilarante. Ma le strade di Zino, il protagonista, e quelle dello chef folle ed ispirato si incontreranno e il SOUL KITCHEN cambierà completamente menu.
All'improvviso avviene questa rottura definitiva col passato e i piatti che d'ora in poi verranno serviti sono cibo per il corpo, ma anche e soprattutto per l'anima. Ovviamente, come era facile aspettarsi, questo provoca lo sconcerto generale dei soliti avventori del locale, i quali se ne vanno gridando "Qui non ci metteremo più piede!".
Zino e lo chef non si lasciano abbattere, restano fermi sulle proprie convinzioni, sulla nuova strada intrapresa, anche se più rischiosa.
Occorre educare le persone, il mondo, alla scoperta del gusto, un territorio difficile, complesso. I cambiamenti non sono mai facili, non lo sono soprattutto per persone che hanno un dannato bisogno di certezze, di aggrapparsi alle consuetudini, alla normalità senza scosse. Anche il cibo può rappresentare una certezza per chi fatica a mettersi in gioco, a volere esplorare territori nuovi. Occorre curiosità, occorre possedere della sana ludicità ed il senso dell'avventura. Perchè più che mai sono convinta che quello nel gusto è un viaggio da fare senza troppe zavorre.
Tornando agli aspetti positivi del film, ci teniamo a sottolineare che è ben fatto, che possiede un bel ritmo serrato, un bell'intreccio di storie, anche uno spiccato senso dell'umorismo, a volte fin troppo surreale e cosa non meno importante, il film è traboccante di musica.
La musica è l'altro nutrimento per l'anima e questo concetto trova sia Luca che me perfettamente sulla stessa lunghezza d'onda.
Altra cosa che abbiamo apprezzato è che nonostante le varie delusioni ed i vari tradimenti perpetrati da un fantomatico amico, dal fratello, dalla donna amata, che scorrono sullo schermo e che piovono addosso al proprietario del SOUL KITCHEN, quest'ultimo non perde mai del tutto la speranza e continua a lottare per ciò in cui crede. Ritroverà il ristorante che temporaneamente perde, ritroverà l'amore e non avrà i connotati dell'ex fidanzata, non saranno rose e fiori, non c'è quindi una chiusura da favola, ma la sensazione che viene tratteggiata e che aleggia su tutto il film è all'insegna dell'ottimismo, del credere a, in, su. Nonostante tutto.
Per concludere vorremmo sottolineare che quello che più ci è mancato è stato l'approfondimento del tema cucina, il senso di magia ad esso legato, così come lo intendiamo noi.
E' bello condividere con Luca gli stessi pensieri al riguardo. Per noi il cibo è un caleidoscopio di cose e di sensazioni. Non è facile spiegarlo, ma mi viene spontaneo dire che quello che portiamo in tavola ci marchia, ci rappresenta. Il cibo è possessivo, ci reclama, si veste delle nostre debolezze, dei nostri vizi, dei nostri desideri. E' il riflesso dei nostri stati d'animo, è il ricettacolo di noi, dei sapori che ci appartengono.
Il cibo è anche azzardare, corteggiando quello spirito un po' zingaro che ci porta a sperimentare, a creare strani accoppiamenti.
Tutto ciò ruota fondamentalmente intorno alla parola piacere ed è per questo che penso che il senso ludico sia importante in cucina.
Del cibo ci si nutre e si gode, ed il piacere per noi non è solo nel piatto in cui infine e finalmente affondare la forchetta. Il piacere è nella magia della scelta degli ingredienti, è nell'amalgamarli, nel seguirli mentre cuociono, nello sfrigolio sul fornello, negli odori caldi che invadono la cucina, negli odori del cibo che cambiano seguendo le stagioni. Il piacere è nello spulciare tra i libri vecchi e nuovi alla ricerca della ricetta giusta, da personalizzare, da fare nostra. E' nel decidere quali spezie usare.
Afrodisiache sono le spezie, sono magia nella magia. Afrodisiaco il profumo. Afrodisiaco è scoprirne di nuove e sentire sulla punta della lingua come si sposano col cibo che stiamo preparando. Le spezie stordiscono.
Ci ha fatto sorridere la scena del film in cui una radice grattugiata di non-abbiamo-capito-cosa, sul dessert della casa procura un'estasi violenta, incontrollabile, in un certo senso grottesca. Potenza delle spezie e dei viaggi con la mente.
La cucina. Piccoli incantesimi per consolarci e coccolarci. Formule e fantasia. E sopra a tutto anima, come suggerisce SOUL KITCHEN.

Un pennello tra le mani, fatto di setole, legno e plastica. La mano lo afferra sicura mentre cancella il bianco dalle pareti anonime di casa. Siamo noi che la abitiamo e i nostri colori non sono anonimi. Abbiamo avuto quelle sfumature nella mente e nei bei ricordi. I tramonti sul mare di Sicilia, quelli tra gli alberi dell'inverno, il sapore del sole che si stende sui muri della città vecchia e di quella ancora da costruire.
Il calore dei frutti maturi sugli alberi, le macchie carminie nascoste tra il verde dei boschi.Il sapore delle spezie ed il loro profumo che si incunea negli occhi, riflettendo il loro aroma. Un colore, un profumo ed un sapore.
Il piacere dei toni morbidi della luce di una candela in una cenetta romantica dove non è importante ciò che hai nel piatto ma la persona che ti sta di fronte. Quella luce tremula che si riflette sulle bottiglie di nettare d'uva. Che si riflette nei suoi occhi.
La nostra casa non è bianca, non lo deve essere e non lo sarà, rispecchierà i nostri sogni ed i nostri progetti.Le gocce di tinta scendono verso il basso e si lasciano cadere morbide nell'immenso colore della pittura. Le setole sfiorano la parete e la gioia le accompagna, dal basso verso l'alto a coprire quel monotono colore che sa troppo di neutro, troppo di “igienico”, troppo di...il solito bianco. Sabrina fa i contorni. Proietta la sua precisione nel fare. Accarezza i bordi con leggere pennellate. Piene di voglia di riuscire. Non sbaffa gli infissi, non una macchia per terra. Io, invece, qualche accidenti a me, mi scappa. Ma anch'io me la cavo. Stare sulla scala è stancante ma la soddisfazione è tanta. Piano piano l'ambiente si scalda ed è come cambiare casa ogni volta. Finiti i lavori ci sediamo per terra, sul freddo pavimento come due bambini che scelgono i loro giocattoli. Le pareti sono ancora nude ma già si materializzano i riflessi di quello che le rivestirà. Un abito nuovo con i ricordi del tempo e del frivolo che da gioia.
Gli spazi sembrano più grandi e i giochi dei colori sanno di buono.Abbiamo iniziato con l'ingresso, un esperimento. Pietre per coprire i buchi sul muro, tipo groviera, fatti dal vecchio inquilino ed abbiamo dipinto le pareti con una tonalità di arancio tra il salmone e l'albicocca per le pareti. La porta d'ingresso color vino a coprire il solito e triste bianco.
Il soggiorno di giallo indiano, un giallo zafferano o, ancor meglio un giallo curry.Una camera con due lati tra il senape, l'ocra ed il terra di Siena e gli altri due di quasi due toni più pieni dell'arancio dell'ingresso.Ora rimangono la nostra camera ed il nostro studio. Un po' alla volta arriveremo alla fine.



SCIALATIELLI CON LUSSURIA DI PESCE


SCIALATIELLI AL LIMONE RISOTTATI CON MAZZANCOLLE, CALAMARI E CANNOCCHIE
Un prezioso souvenir di Napoli, questi Scialatielli al Limone, ed anche il pretesto per portare in tavola un piatto ricco di sapori che amiamo particolarmente.


Ingredienti:
1 piccola carota
1 piccola cipolla
1 costa di sedano
2 spicchi d'aglio
10 mazzancolle (private del carapace e pulite)
6 calamari
10 cannocchie
1/2 bicchiere di vino bianco secco
prezzemolo
sale e pepe
erba cipollina
un pizzico di maggiorana
olio extravergine d'oliva

In una padella capiente scaldiamo un filo d'olio extravergine d'oliva insieme ai due spicchi d'aglio leggermente schiacciati. Tritiamo la carota, la cipolla ed il sedano e li facciamo rosolare nella padella. Quando il soffritto si sarà intenerito, prendendo un bel colore dorato, ad uno ad uno cominciamo ad aggiungere il pesce, iniziando dai calamari tagliati a rondelle, che richiedono un tempo di cottura più lungo, a seguire uniamo le cannocchie e le mazzancolle. Lasciamo cuocere il tutto per pochi minuti, finchè il pesce non avrà assunto un colore più vivo. A questo punto aggiungiamo il vino bianco e lasciamo evaporare. Regoliamo di sale e di pepe, completiamo il sughetto con del prezzemolo fresco, un pizzico di maggiorana e dell'erba cipollina. Amalgamiamo per bene, facendo insaporire e togliamo dal fuoco.
Portiamo l'acqua a bollore, saliamo e versiamo gli scialatielli. Li lasciamo cuocere per circa 6 minuti, dopodichè li scoliamo e li versiamo direttamente nella padella col sughetto di pesce, mescolando spesso e terminando in questo modo la cottura. Abbiamo fatto risottare gli scialatielli aggiungendo di tanto in tanto un po' di acqua di cottura della pasta. Pochi minuti e abbiamo impiattato immediatamente, godendo del sapore del mare e di un buon calice di SENGIALTA, uno dei vini di punta della Cantina Balestri Valda di Laura

LEMON SCENTED SCIALATIELLI WITH A TRIUMPH OF SQUID, CARAMOTE PRAWNS, MANTIS SHRIMP


Ingredients:
1 carrot (minced)
1 onion (minced)
1 stalk celery
2 clove garlic
10 caramote prawns
6 squid
10 mantis shrimp
white wine (about 1/2 glass)
fresh parsley
salt and pepper to taste
chive
a pinch of marjoram
extravirgin olive oil

Wash the fish and remove the exoskeleton covering the abdomens and tails from the caramote prawns. Take a broad skillet and heat the extravirgin olive oil in it with the garlic. Add the onion, celery and carrot. Add the fish (first the squid, then the mantis shrimp and the caramote prawns), cook for a couple of minutes over a brisk flame. Add marjoram, chive and parsley and cook for a few minutes, by which time the fish will be pretty gold. Sprinkle the wine over them and when it has evaporated check seasoning with a pinch of salt and pepper.
Bring a pot of salted water to the boil and cook the Scialatielli for about 6 minutes. Then stir them into the fish sauce and cook for about 3 minutes more. Serve immediately and complete with a lot of fresh parsley.
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