
UN FELICE 2010, UN MERAVIGLIOSO ANNO NUOVO A TUTTI
E' passata la prima notte a Napoli ed il mattino spunta col suo ventre pieno di luce e con le voci del mercato di Porta Nolana.Mi sento viva e guizzante come non ero da un po', sempre nella schiuma dei giorni, sempre stritolata dentro la troppo stretta scatola del tempo.
Sempre a rincorrerlo, il tempo, sempre con la sensazione di non riuscire mai a possederlo. Ed ora mi ritrovo a galleggiare dentro una libertà fatta d'aria e di scelte, ora che siamo a Napoli, Luca ed io.
Ho deciso che cercherò di trattenere il giorno che fugge, che in qualche modo farò mie le molecole del tempo.
La giornata è in eruzione fin da subito, fin da quando è ancora immacolata; per un attimo gioco sotto le coperte con la pigrizia e con la voglia di rotolarmi e stiracchiarmi ancora un po', poi balzo giù dal letto, spinta dall'amorevole invito di Luca a fare il primo passo verso l'armadio ed il bagno o viceversa.
Apro la finestra, c'è un tiepido sole, fa quasi caldo. E' una giornata di echi, di voci che rimbalzano su e giù per la via. Gli echi di Napoli. Mi sorrido allo specchio mentre mi lavo i denti e poi sono costretta a lanciare un cuscino in faccia a Luca perchè mi accorgo che si è quasi riaddormentato, scordandosi che siamo a Napoli, che dobbiamo andare a S. Gregorio Armeno, che sono in un'attesa stupefatta, tremula, felice, che do le spalle al mondo.
Che siamo a Napoli. Un frutto maturo da mordere, così da farne scorrere il succo.
Scendiamo a fare colazione, scambiamo quattro chiacchiere con due signore che vengono da Noto, con i ragazzi fantastici della reception e poi ci lanciamo in strada. La vita già palpita e pullula, è una fiera di facce, di rumori, di clacson, di sorrisi.
Ci fermiamo davanti alle vetrine, allo scatenarsi di lusso e di luce che per un attimo mi fa sentire come il manichino che ho davanti agli occhi. Mi immagino con quei vestiti indosso, mi svesto e mi rivesto decine di volte in mezzo alla strada, davanti a tutti i passanti. Sono indecente, ma solo col pensiero.
In verità l'ho quasi fatto davvero in un vicolo del centro, eravamo davanti ad una bancarella, mi piacevano dei jeans, ma avevo paura che fossero troppo piccoli e per un lungo attimo ho pensato di provarmeli subito, in mezzo alla strada; mi stavo già togliendo gli stivali, poi mi sono guardata intorno, ho visto che c'era una gran folla, ho sentito Luca dirmi che ero matta solo a pensare di provarmi i jeans lì, poi e soprattutto ha anche aggiunto che era sicuro che mi calzavano a pennello.





Appena abbiamo trovato un bar e l'occhio mi è caduto sull'insegna toilette, ci siamo infilati dentro, sono sfrecciata in bagno e mi ci sono chiusa dentro coi miei jeans, non potevo resistere, dovevo assolutamente vedere se erano della taglia giusta. Quando sono uscita Luca non mi ha chiesto nulla, ha solo pronunciato un "Te l'avevo detto!" mentre sorridevo radiosa con i miei perfettissimi jeans nella borsa.
Questa giornata sembra un dono, respiriamo aria libera, godiamo di quello che c'è, ci perdiamo tra le strade del centro, addentando una sfogliatella, possiamo fare quello che vogliamo e l'imprevisto improvvisato mi affascina, sa di scarruffato e di romantico.
Napoli germoglia tutta, è elettrica nello splendore delle luminarie di Natale. Anche i miei sorrisi sono di un'intensità che ha luce, mi innamoro sempre perdutamente di tutto quello che luccica e appena arriveremo a S. Gregorio Armeno so già che cercheremo dei fili luminosi per il nostro albero di Natale, da aggiungere a quelli che già abbiamo. Li voglio rossi.
Luca ritiene che i fili luminosi che abbiamo a casa sono più che sufficienti, ma si sbaglia, non si rende conto o forse non ricorda che l'albero di Natale l'anno scorso aveva delle zone d'ombra, troppe. Gli uomini non notano mai certi particolari.
Alla fine però conviene con me che è fondamentale comprare altre luci per l'albero e quando gli chiedo di che colore le vorrebbe ed aggiungo che a me piacerebbe che fossero rosse, lui senza un attimo di esitazione risponde "Rosse".
Dopodichè per convincerlo ulteriormente vado avanti ad intessere le lodi del colore rosso, così natalizio con la sua bellezza così piena, così satura, quasi violenta. Mi sto infervorando, a volte inizio a parlare a raffica, lasciandomi trasportare dalle emozioni e mi tuffo in qualcosa senza fondo.
Finalmente imbocchiamo la via che cercavamo e ci ritroviamo in una fitta selva di persone che ci avvolgono, è la via dei presepi, è la strada più presa d'assalto in questi giorni. L'aria è più fresca, ma io sono protetta dalla lana e dalle spalle di Luca.
Vorrei vedere tutto, in mostra c'è un tale concentrato di oggetti che mi sento quasi stordita. E' una festa di presepi, di decorazioni natalizie, di luci, di vischio e poi ancora di statue, statuine che si sovrappongono agli emblemi classici di Napoli, i tamburelli, le maschere di Pulcinella, le reste dei peperoncini, i busti di Totò. E' Natale ed è Carnevale al tempo stesso.














Ci lasciamo invadere da questo senso di meraviglia, tutto tintinna, tutto scintilla, tutto scorre insieme alla folla che continua ad accalcarsi ad ogni angolo e ci ritroviamo abbagliati dall'armonia segreta di questa caotica e traboccante strada festosa.
Il mondo per noi sembra fermarsi dentro il flusso degli attimi, dentro questa Napoli che è elettrica, che è sensuale come un babà, che a volte graffia come se avesse gli artigli.

E voglio lontananze. Ora, che Napoli è lontananza.






E' sereno, il cielo ed il suo sorriso.
Il freddo, la neve, le feste dovevano ancora arrivare.
Mi giro e raccolgo il suo sguardo sonnacchioso, che mi fissa. “Lulù, ma oggi ci torniamo a San Gregorio Armeno?” Mi aspettavo un solare buon giorno amore, un bacio sulle labbra, un pugno sullo stomaco, una carezza, un....ma non quella domanda. San Gregorio Armeno è stata la scusa per tornare a Napoli, per incontrare Luisa e Giusy, per rivedere il mercato di San Pietro d'Aran e per andare a mangiare da “Mimmi alla Stazione” ma, soprattutto, per stare con lei, per passare tutto il tempo con lei. Anche se la domanda non me l'aspettavo è là che anch'io volevo andare.
Napoli è sempre un piacere ed in questo periodo è grondante di Natalico profumo.
Dalla finestra filtra un sottile raggio di luce ed un chiassoso eco di bambini urlanti, di voci femminili che di femminile hanno solo il tono ed un coro di accidenti a qualcuno che ha di sicuro fatto qualche cosa di sbagliato.
Come sveglia, non c'è male.
Spingo Sabrina giù dal letto nel modo più dolce che mi riesce, mentre io mi porto le coperte ancora più sul viso. Il tempo si ferma mentre Sabrina si chiude la porta del bagno alle spalle.
Mi immergo mentalmente nella folla lungo quella stretta stradina contornata dallo stesso paesaggio mai uguale, sempre diverso e ricco di persone e personaggi. A volte non so se sia più suggestivo l'umano popolo o quello fatto di animi inerti.
Scendiamo per il caffè e per il buon giorno che ci regala, con il sorriso, lo staff dell'albergo.

E' già la terza volta che ci andiamo, tre giorni tre volte.Sabrina mi da la mano e mentre raggiungiamo piazza Amore facciamo la radiografia ai vari negozi ed ai vari ambulanti che hanno in mostra vere false primizie di altissima qualità e fattura.









Mi ostino a tenere Sabrina per mano e con la mia mole un po' cerco d'impormi, di difenderla.
Alcuni sono delle vere e proprie opere d'arte, altre sembrano usciti da fabbriche cinesi per quanto sono anonimi.









Oggi si fanno gli acquisti. Gli obiettivi da raggiungere sono: luci rosse per il nostro albero che Sabrina ha individuato durante il nostro primo giro, delle palle di Natale che spediremo ad alcuni amici e della corteccia che Sabrina userà per arredare in qualche modo casa.
Si sa che le donne ottengono quello che vogliono con molta facilità. Entriamo ed usciamo dai vari negozi, rivendite. Contrattiamo il prezzo della corteccia con un ragazzino che avrà sì e no 12 anni. Un ragazzo tosto, furbo ed intelligente. Alla fine ci sconta un euro ed io glielo regalo per la simpatia e la competenza con cui ci ha scelto i pezzi più belli.


“Certo che sono grandi i gusci delle noci di Sorrento!!!” le ricordavo, tra un colpo e l'altro.
Napoli, città d'arte, città dei presepi e Città dove i gusci delle noci di Sorrento sono grossi come pigne!





PETALI DI PANDORO CON MASCARPONE AL GRAND MARNIER
Ingredienti:
500 gr di mascarpone
4 tuorli d'uovo
5 cucchiai di zucchero
250 ml panna da montare
50 gr di Grand Marnier
1 pandoro
Grand Marnier per la bagna
Fettine d'arancia caramellata

500 gr di mascarpone
4 tuorli d'uovo
5 cucchiai di zucchero
250 ml panna da montare
50 gr di Grand Marnier
1 pandoro
Grand Marnier per la bagna
Fettine d'arancia caramellata

Iniziamo a preparare la crema di mascarpone, montando con una frusta i tuorli, lo zucchero e il Grand Marnier. Quando lo zucchero si sarà completamente sciolto aggiungiamo il mascarpone e amalgamiamo il tutto con la frusta. A parte montiamo la panna.
Incorporiamo la panna alla crema di mascarpone, mescolandola dal basso verso l'alto affinchè non si smonti. Una volta amalgamata la panna lasciamo riposare in frigorifero per almeno tre ore.
Tagliamo il pandoro in fette sottili, dalle quali ricaviamo con uno stampo delle forme a fiore che bagnamo leggermente con del Grand Marnier. Sovrapponiamo i vari strati di pandoro farcendoli con la crema di mascarpone e per finire decoriamo ogni tortino con una fettina d'arancia che avremo precedentemente fatto caramellare.

Ingredients:
500 g mascarpone cheese
4 egg yolks
5 tbs sugar
50 g Grand Marnier
250 ml fresh whipping cream
1 Pandoro or a sponge cake
Grand Marnier
a caramelised orange

Put the yolks, the sugar and the Grand Marnier in a mixing bowl and whip them together. Add mascarpone cheese and keep on whipping all the ingredients together. Whip the cream until the cream holds a firm shape. Now fold the whipping cream all at once into the mascarpone. Set aside. Dip each Pandoro slice in the Grand Marnier mixture and arrange it horizontally in a suitable tray. Spread part of the mascarpone mixture on top and continue with the slices of Pandoro vertically. Spread the mascarpone on top again and so on. Cover the cake and leave it in the refrigerator for at least 3 hours to set before eating.
Top with a caramelised orange slice.
