Fulgide pennellate di sole, tra la vertigine di un girotondo
di giostre, coriandoli e fantasiosi travestimenti, animavano incontrastati i
confini del suo universo.
La ricetta del Carnevale se l’era dipinta lei stessa.
L’aveva lasciata ingrossare alla sua maniera, il giorno stesso in cui aveva
scelto il suo abito rosa da principessa. Dopo una manciata di giorni però, la
voglia di fare festa aveva già rosicchiato fino all’osso la sua misera riserva
di pazienza. Non restava che scodellare quotidianamente la nostra, insieme a
vassoi traboccanti di sfrappole e cotillons.
“Mamma voglio questo!” mi aveva detto con un filo di
voce, dopo avermelo mostrato, dopo avermi allungato un pezzo di stoffa, rosa confetto,
con annessa gruccia.
Ricordo molto bene di averlo osservato, sfiorato, di
averlo passato con poca convinzione da una mano all’altra, una e più volte, trovandolo
senza scampo, esageratamente spoglio. Anonimo, essenziale, poco entusiasmante.
Ricordo di avere provato a farle cambiare idea. Fiato sprecato, le sue cadute
in amore le difende con le unghie smaltate e con i denti da latte.
Fu solo la sua commovente determinazione a fare sì che decidessi alla fine, di adagiarlo con un sorriso
sul nastro trasportatore della cassa numero sei.






Domenica scorsa, la principessa con il suo bel vestito rosa,
si disfa infine dell’attesa, la festa è sotto casa sua, il cuore a martello, le
sue gambe che scendono le scale del castello e vanno incontro ad una dozzina di
possibili tenzoni e d’altrettante distrazioni. L’orlo del vestito squassato
dalle sue corsette dietro ai carri mascherati, compatti nel loro incedere lento
e regolare.
Il nero dei suoi occhi si beve la loro luce, l’ovale del
suo viso non smette più di stupirsi, inclinato da una parte, sollevato verso il
cielo mentre dall’alto piovono caramelle, orsetti e palloni. Per Luca e per me sono
i suoi sorrisi che fanno Carnevale.
Una vampata di coriandoli, un chiarore solare che ci
ricade addosso prima di diventare una distesa piatta e orizzontale sull’asfalto
sotto ai nostri piedi. Lei se ne riempie le mani e inizia a battagliare con i
nostri cappotti e i nostri capelli. Con Athena Giada felicemente disorientata
dal paesaggio che la guarda stupita mentre abbozza sorrisi sdentati e batte le
manine come le ha insegnato a fare sua sorella.
Inseguiamo in verticale e in orizzontale un paese
mascherato che a sua volta rincorre se stesso, riproponendo il suo moto
perpetuo, su e giù per angoli e strade.
Inseguiamo momenti già incontrati lungo
altri sentieri, altre strade, altre stagioni. Altri Zorro, Cowboy, Uomini
ragno, Fate e Principesse.
Ce ne andiamo un attimo prima che la penombra si abbatta
pesantemente sulla sua stanchezza e che il paese torni ad essere nudo, pallido
fantasma dietro ai vetri della sera.
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Questa zuppa è dedicata a chi ama le corroboranti e confortanti zuppe di fagioli. Abbiamo voluto arricchire la nostra zuppa dato che al mercatino di frutta e verdura a chilometro zero avevamo fatto scorta di verdure, in particolare di cavolo nero. Il cavolo nero e la nota piccante della salsiccia le conferiscono un extrabonus di sapore. Meravigliosamente buona, tout court.

ZUPPA DI FAGIOLI BORLOTTI CON CAVOLO NERO E SALSICCIA PICCANTE
Ingredienti per 4 persone:
300 g di fagioli borlotti secchi
un grosso spicchio d'aglio
1 cipolla
1 carota
1 costa di sedano
1 mazzetto di cavolo nero
150 g di salsiccia di maiale piccante (con peperoncino)
2 litri di brodo vegetale
olio extravergine d'oliva

Lasciamo a bagno in una ciotola capiente i fagioli per tutta la notte.
Tritiamo finemente la cipolla, la carota e il sedano. Scaldiamo un generoso filo d'olio extravergine in una pentola insieme allo spicchio d'aglio e lo lasciamo imbiondire. Aggiungiamo il trito di verdure e le lasciamo appassire per qualche minuto. Togliamo l'aglio.
Sbricioliamo la salsiccia, togliendole la pelle. La andiamo ad aggiungere alle verdure e la facciamo rosolare per bene.
A questo punto uniamo il cavolo nero che avremo precedentemente tritato grossolanamente. Lo facciamo saltare, mescolando tutti gli ingredienti.
Aggiungiamo i fagioli borlotti e versiamo il brodo.
Lasciamo sobbollire per circa un'ora, il tempo necessario perchè i fagioli siano cotti a puntino. Regoliamo di sale. Non abbiamo aggiunto pepe perchè la salsiccia piccante conferisce da sè quella piacevole nota di peperoncino, non troppo invadente, ma in grado di insaporire meravigliosamente questa zuppa di per sè celestiale.
