WILD HOPS FRITTATA - PASSEGGIANDO TRA I SAPORI - CORNUCOPIA DI FRITTATA CON I BRUSCANDOLI

Spesso misuro la bontà della giornata in base al tempo che impiego per trovare il parcheggio e, questa volta, deve essere un pomeriggio bellissimo.

Castel San Pietro è un comune lungo la via Emilia, subito prima di Imola. Ha un bel centro storico, raccolto dentro a mura che in parte non ci sono più. Castello, come si dice dalle nostre parti, è una delle poche cittadine che organizza qualche evento anche se spesso è un po' “raffazzonato”, tirato via, organizzato alla bene e meglio, tanto per fare, ma almeno fanno. La città, Bologna, invece è una nullità, sull'orlo della morte per anoressia. Bologna la Grassa, come è denominata, ha subito gli eventi politici degli ultimi vent'anni chiudendosi sempre di più, arrotolandosi su se stessa, suicidandosi lentamente in una agonia sterile, fatta di nulla o peggio ancora, fatta con le solite banali e tristi cose oltretutto fatte e organizzate male. La Bologna musicale, poi, è praticamente scomparsa e nemmeno una trasmissione sul genere di “Chi l'ha visto”, sarebbe in grado di ritrovarla. A Bologna, alle 23 c'è il coprifuoco. Le strade sono praticamente deserte, anche la delinquenza sembra averla abbandonata, sembra. Luoghi come piazza Verdi, una volta l'angolo trendy, in piena zona universitaria, se togliamo gli spacciatori ed i loro clienti, gli ubriachi e le risse tra “stranieri” di qualsiasi etnia, i grafomani che hanno scambiato i muri di Bologna per il loro blocknotes d'appunti ed i tre o quattro locali che propongono sempre il loro nulla, quello che rimane sono vetri di bottiglia, chiazze d'urina e pietre sporche. La politica, l'unica cosa che ha ottenuto è che il volume della musica deve essere bassissimo, ai livelli che è più forte la musica che esce dalla cuffia di un i-pod venti metri più in là. Che non si possono vendere bevande alcoliche dopo le ventitré, che non si può, dopo le undici di sera fare nulla. Tant'è che nessun artista di un certo calibro vuol più venire a Bologna. I concerti li tengono in un luogo dove si offende l'orecchio, in un posto che anche il mitico e grandissimo De André definì “il ventre di una balena” per scusarsi di come si sentiva male. Un luogo fatto per il basket, per la pallacanestro e dove pretendono di fare musica, un posto dove solo le grida dei tifosi che intonano cori stonati e scontati possono riempire con il piacere di vedere e sentire qualche cosa di “bello”.
Da Bologna si deve uscire e proprio lì, a poco più di venti chilometri, c'è Castel San Pietro Terme, per tutti solo e semplicemente Castello.
Sabrina ha scovato questa manifestazione legata allo slowfood, al mangiare lento. La stagione assomiglia sempre di più alla primavera e lei ha voluto dedicare a questa giornata un abbigliamento decisamente allegro, espressione del suo sentirsi bene con se stessa. La Sabrina che mi piace, quella che non ha paura di osare, di uscire dagli schemi. Quando mi ha chiesto se con quel cappello stava bene, mi ha strappato un sorriso come da tanto non mi accadeva, anche se poi ha combinato un disastro, in buona fede sì, che quel sorriso me lo ha tolto, ma non ha spento dentro di me quel sano e bellissimo piacere di averla accanto, di sentirla spontanea.
Parcheggiamo ed iniziamo la sfilata verso la piazza del centro. Ci ripassiamo le delusioni degli ultimi eventi, dell'arrivare sul corso principale, guardare a destra ed a sinistra e vedere...nulla. Le famiglie in passeggiata mangiando un gelato e basta.
Questa volta no, bancarelle non ce ne sono molte, ma almeno ci sono.

Come sempre fatico un po' a non farla fermare alla prima che incontriamo. “Dai Amò, facciamo una panoramica del tutto, ci prendiamo un caffè con calma e poi facciamo spesa.” Sabrina si arrende, mi prende per mano e continuiamo il nostro tour.
Come sempre ha un suo fascino fare quattro passi e passare da una città all'altra, da una regione ad un'altra. La Toscana con i suoi pecorini profumati ed il prosciutto saporito, l'olio extravergine d'oliva della sola prima spremitura su fette di pane sciapo che ne esalta il sapore. L'Emilia con il parmigiano, l'aceto balsamico e la fila per assaggiare i Borlenghi.
“.....Ah, sono quelli i Borlenghi? Assomigliano alla piadina!”
Spiego a Sabrina che i Borlenghi sono l'impasto della Crescenta, così come la chiamano a Modena o Tigella come la chiamano in tutto il resto del mondo, allungato con tanta acqua da farlo assomigliare a quello delle crepes e cotto su una piastra tipo “Testo” ovvero la piastra su cui si cuociono le piadine. Il mio tentativo di semplificare il che cos'è il Borlengo riesce e la fila fa il resto così passiamo oltre.
Oltre ci sono le Marche con le creme di tartufo bianco e nere di Acqualagna e tutte le altre varianti, gli oli, le tagliatelle, il miele, le polente ed i risotti.

(cliccate sul biglietto da visita)

Il ragazzo ci colpisce molto favorevolmente con il suo entusiasmo ed ascoltiamo con piacere il racconto sulla sua azienda, su come siano orgogliosi di non usare conservanti, della freschezza dei loro prodotti e della accuratezza delle loro lavorazioni. Assaggiamo e riassaporiamo, golosi e avidi, i sapori e i profumi dentro questi preziosi vasetti e non riusciamo a fare a meno di sottrarli e ritardarli a chi ascolterà, dopo di noi, la storia di questa bellissima azienda.
Con il nostro primo e geloso acquisto facciamo la sosta caffè. Ci sediamo ed assaporiamo la nera crema nelle candide tazzine di ceramica del bar della piazza e ci deliziamo del primo vero sole.
Ora scendiamo la penisola ed arriviamo in Abruzzo dove assaporiamo un ottimo pecorino semi stagionato e degli Arrosticini di una bontà unica. Peccato che per averne altri dovremmo andare in Abruzzo o sperare di ritrovare lo stand di quell'azienda in un' altra festa.

Purtroppo ci roviniamo il palato con del pessimo Cabernet dei colli bolognesi. Certo che essere rientrati da poco dal Vinitaly non ha aiutato, nei nostri confronti, quell' azienda che si vantava della sua coltivazione biologica e della cura della vigna e della lavorazione dell'uva. Ci auguriamo solo che la passione che hanno messo nel descriverci il tutto la mettano anche nel migliorare il loro vino che, ripeto, per il nostro gusto, era veramente di pessima qualità.
Castello sta iniziando a cambiare colore, il tramonto ne scalda le ombre e noi, immaginandoci il bellissimo finale del film di Chaplin, mano nella mano con i nostri acquisti nell'altra, ce ne torniamo alla macchina per correre a casa a riassaggiare quelli che ora sono i nostri tesori.



Le frittate fatte con le erbette selvatiche mi sono sempre piaciute, forse perchè mi ricordano la mia infanzia, le gite fuori porta, io bambina che scorrazzavo per i campi con un paio di stivaloni rossi e mi sentivo molto Cappuccetto Rosso, col mio cestino che non vedevo l'ora di riempire di erbette. Tra queste ricordo il bruscandolo, ovvero il luppolo selvatico, con il quale una volta a casa preparavamo delle buonissime frittate e a volte dei risotti.
E così questa frittata è un po' anche la mia storia. L'idea dei gamberoni è nata per caso, colpa del banco di una pescheria, di questi gamberoni magnifici che non abbiamo potuto fare a meno di comprare. Volevamo utilizzarli per un antipasto, per un aperitivo ed invece sono finiti a fare compagnia alla nostra frittata.

CORNUCOPIA DI FRITTATA CON I BRUSCANDOLI ACCOMPAGNATA DA GAMBERONI IMPERIALI ALLA PIASTRA


Ingredienti:

4 uova
1 scalogno
1 mazzetto di bruscandoli
sale e pepe
2 cucchiai di ricotta di pecora
1 grattugiata di pecorino toscano
olio extravergine d'oliva

Come accompagnamento:

6 gamberoni imperiali freschi
succo di mezzo limone
olio extravergine d'oliva
pepe

Cominciamo subito a preparare i gamberoni. Dopo averli puliti e dopo avere rimosso il carapace li abbiamo lasciati marinare a lungo in una ciotola insieme al succo di limone, all'olio extravergine d'oliva e ad un paio di macinate di pepe nero.
A questo punto prepariamo la frittata. Laviamo i bruscandoli, li lasciamo scolare in un colapasta dopodichè li tagliamo grossolanamente.
Mettiamo a scaldare un filo d'olio extravergine d'oliva in una padella antiaderente e vi adagiamo lo scalogno sottilmente affettato, facciamo rosolare per un paio di minuti ed uniamo anche i bruscandoli. Facciamo saltare il tutto per pochi attimi.
A parte in una ciotola sbattiamo le uova, con un pizzico di sale e di pepe e amalgamiamo anche 2 cucchiai di ricotta di pecora e una grattugiata di pecorino.
Versiamo il composto nella padella dove stiamo rosolando scalogno e bruscandoli e facciamo cuocere la frittata da quel lato. A questo punto dobbiamo capovolgere la frittata ed io di solito mi aiuto con un grande piatto che uso a mò di coperchio. Una volta girata la frittata lasciamo cuocere per pochi attimi e poi togliamo dal fuoco. Aggiungiamo un pizzico di sale.
A questo punto scaldiamo una piastra e quando sarà bella bollente vi adagiamo i gamberoni e facciamo cuocere per pochi attimi da entrambi i lati.
Serviamo la frittata accompagnandola con i gamberoni e con una ricottina di pecora.

WILD HOPS ( Humulus Lupulus) FRITTATA WITH JUMBO SHRIMPS


Ingredients:
2 tbs extravirgin olive oil
1 cup torn fresh wild hops
1 scallion, finely sliced
salt and pepper to taste
4 eggs
2 tbs ricotta cheese
2 tbs grated Pecorino cheese

Heat extravirgin olive oil in a medium skillet over medium heat. Place scallion in the skillet and saute. Mix in wild hops. Continue cooking 1 to 2 minutes until wild hops are wilted.
In a bowl, beat together eggs, ricotta and pecorino cheese, salt and pepper to taste. Pour into the skillet over the vegetables. Reduce heat to low, cook a few minutes then turn it up and continue cooking on the other side, just for 1 minute.
Serve immediately with Jumbo shrimps.
Prepare a marinade (in a bowl combine extravirgin olive oil, lemon juice and pepper) and cover shrimps with marinade. Let aside for half an hour. Cook shrimps on a hot grill just for a few minutes and serve with frittata.

PREMI

Questi dolcissimi Premi sono un dono di Mamanluisa e finalmente li postiamo. A nostra volta li passiamo entrambi a:
Cecilietta di Mondo Zucchino, Azzurra, MEry, Marjlou, Chiara di La voglia matta, Una Zebra a pois, Pagnottina e Arthur.