Un bouquet di tartufi. Ma me ne ero già dimenticata, o meglio, pensavo fosse solo una cosa detta tra il dolce ed il dolce, per stamparmi sulle labbra un sorriso a forma di cuore. Certe promesse però, sanno fare giochi di prestigio, rompendo la monotonia di una giornata di pioggia, mentre i vapori del tè si alzano da due tazze poggiate vicine sul tavolo.
Il freddo già spinge da dietro le spalle, direttore d'orchestra unico ed assoluto, e da giorni ormai mi ha costretta a fasciare le gambe che hanno ancora il colore del sole, dentro attillate calze di nylon.
Temevo che arrivasse troppo presto questo momento, che la libertà della pelle venisse soffocata da altri tessuti, che la libertà della pelle venisse gettata in fondo alla pattumiera. Temevo e rimandavo, finché ho dovuto aprire quel cassetto stracolmo di autoreggenti disordinati e capricciosi, finché mi sono lasciata indossare dal paio più velato che avessi, finché mi ci è voluto solo un secondo per sentirmi di nuovo a mio agio. E il sorriso di Luca, nel frattempo, stemperava e addolciva questo primo attimo di cambiamento.
E' un'idea così verticale, gli dico, quella di andare a Montefiorino, alla Sagra del tartufo, così verticale, gli dico, rispetto alla possibilità di rimanere a letto tutto il giorno. Mentre fuori piove da stamattina. Mentre ubbidienti gocce di pioggia leccano la terra e i rumori diventano suoni, poi silenzio, e tutto si fa liquido in un mare liscio di pioggia.
Mi vesto, il cappotto, gli occhi sottolineati dall'eye-liner; incantatrice come sempre la voglia di andare, come cioccolata calda sulla meringa della domenica. Giubbotto pesante e cappellino e anche Luca è pronto ed è lì che mi guarda attraverso la porta socchiusa della stanza, mentre mi infilo lesta dentro ad un paio di stivali.
Forse a Montefiorino non piove, dico non troppo convinta, mentre osservo la pioggia che sussurra sul vetro della macchina, che a tratti si fa furiosa e se solo abbasso per un attimo il finestrino, sento il vento che respira rumorosamente, facendo cantare gli alberi.
Non ci sarà nessuna festa in quel paesino di montagna, ci saremo solo noi e sarà tutto grigio e del tartufo non vedremo nemmeno l'ombra. Voci sussurrate, le nostre, a disegnare punti interrogativi lungo la strada che si piega a destra, a sinistra, per poi salire e per chilometri continuare a salire.Automobili parcheggiate lungo il ciglio della strada, sono tantissime, allora la Sagra è salva, ma fa un freddo che pare inverno e il vento che soffia forte porta con sé l'odore della terra bagnata, della gente, di frasi che ci arrivano spezzate a metà. Rumori di foglie che danzano al ritmo autunnale, zucche intagliate davanti agli usci di casa, gnomi e folletti e un carnevale di personaggi colorati sui trampoli. Poi l'odore prorompente ed ossessivo del tartufo che penetra e comprime sul coperchio delle voglie, che si propaga come se fossero cerchi concentrici sull'acqua.Con l'ombrello sempre troppo ingombrante ci avviciniamo agli stand, cominciando dall'olio, che ruffiano ci attira a sé e si lascia imbrigliare su di una fetta di pane toscano, Luca che buono, gli dico, ma di olio ne abbiamo la casa già piena. Poi è la volta delle patate, questa enorme distesa di sacchi pesantissimi da riporre in cantina, da fare scorte per l'inverno, che mi fa tornare indietro nel tempo. E i formaggi di fossa, di capra, di pecora, il pane abruzzese e gli arrosticini che stanno cuocendo sulla griglia, che ci diciamo Luca ed io, che ne dici se.... che poi ci sediamo sotto ad un tendone, in fondo in fondo che laggiù è più caldo e possiamo fare capanna, che ci dividiamo dieci bastoncini di carne bollente e saporitissima. E intorno a noi chi sbuccia caldarroste e si scalda con sorsi di vin brulé, chi ride e chi si lamenta per la pioggia che a dispetto del giorno di festa continua a scendere e a fare stringere dentro i cappotti. E quando dell'ultimo arrosticino rimane solo il magro stecchetto ci rimettiamo in cammino, che già da qui abbiamo intravisto lo stand del Consorzio del Parmigiano Reggiano e a conti fatti nel frigorifero ce ne è rimasto solo un piccolo pezzetto.
"Prima lo assaggiamo" dico a Luca, mentre faccio scivolare in bocca una prima scaglia di formaggio. Ventiquattro mesi contro i trenta, dobbiamo scegliere. Altre scaglie e si rinnova il piacere ed entrambi decidiamo per i trenta mesi di stagionatura, il prezzo è molto allettante se comparato con quello del supermercato e fatto l'acquisto, ci allontaniamo con due chili di peso in più addosso.Non ci resta, ora, che lasciarci ammaliare dagli stand del tartufo, senza altre distrazioni a frapporsi tra noi. Mi accontento di portarne a casa uno, purché sia bello grosso. Va bene, mi dice Luca. Sono per il nero, gli dico io. Tutti quegli zeri sul cartellino del tartufo bianco e le relative grammature mi confondono e per giunta piove e con questo ombrello che continuo ad aprire e a chiudere non capisco più niente.
Dopo il primo giro di perlustrazione abbiamo già deciso in quale stand approfondire il discorso. L'odore del tartufo è fortissimo, lo so bene che sta cercando di corrompermi oltre ogni limite; i miei sguardi rimbalzano tra i vassoi con i tartufi bianchi e quelli con i neri, indugiando più a lungo sui primi e il venditore dietro al banco indovina quello che c'è da indovinare.
"Vi posso aiutare?" ci chiede mentre guarda me.
"Sto cercando di scegliere il tartufo che mi piace di più!" gli rispondo indicandogli col dito i vassoi con i neri.
A questo punto sorride e guarda Luca e ci propone un affare, così dice lui.
"Che ne dite se vi metto sul piatto questi piccoli tartufi bianchi e..." ma Luca lo interrompe, facendogli notare che sarò io a decidere. Così l'uomo con i baffi ricomincia a fare la sua offerta, guardandomi dritto negli occhi. Ormai è orario di chiusura e ha intenzione di proporci qualcosa di vantaggioso.
Mette su di un vassoio diversi piccoli tartufi bianchi e ci aggiunge anche un tartufo nero. La sua proposta è sessanta euro per tutto. La soppeso e rilancio.
"Sono piccoli quei tartufi", gli dico "al massimo ci prepariamo un piatto di pasta!".
Lui mi corregge, dicendomi che ce ne vengono almeno cinque.
E allora non ha la minima idea di come a noi piaccia riempire i piatti di scaglie, che sembra una nevicata sulle pendici delle montagne, che vogliamo sentirne il sapore nella sua pienezza.
Non si arrende e fa apparire magicamente sul piattino altri due tartufi bianchi e io sono ancora lì che ci penso su e allora Luca, che ha fiutato l'occasione da non perdere, dice che va bene e conclude l'affare.
Ma non dovevo decidere io? Già, così aveva detto e poi io mi accontentavo di un solo tartufo.
Alla fine lasciamo lo stand con un sacchettino di tartufi bianchi e con un altro strapieno di tartufi neri.
"E' il tuo bouquet di tartufi, te l'avevo promesso!" mi dice Luca porgendomi quel prezioso tesoro.
Il mio bouquet di tartufi, mi ripeto commossa, perché nonostante tutto non me lo sarei mai aspettata, invece è qui, dentro alla mia borsa, dentro a quella borsa alla quale ho poi dovuto fare prendere aria per un'intera settimana, per quanto lasciasse la scia.
Il mio bouquet di tartufi, una carezza d'afrodisiaco piacere, mi ripeto mentre rompo in un sorriso completo e sento già salire in me il calore di casa.
Ingredienti:
Per la polenta:
250 gr di farina di mais per polenta
1, 250 l di acqua
Per la fonduta:
450 g di latte
220 gr di fontina
2 cucchiai colmi di Maizena
Cominciamo con il preparare la fonduta. Portiamo a bollore il latte e vi uniamo la maizena che avremo diluito in poca acqua. Togliamo il pentolino dal fuoco e facciamo sciogliere nel latte la fontina tagliata a piccoli dadini, mescolando con una frusta.
Nel frattempo portiamo a bollore l'acqua in una pentola, saliamo e versiamo la farina di mais a pioggia, mescolando continuamente con un cucchiaio di legno. Abbiamo usato una polenta a cottura rapida, quindi in 5 minuti è pronta. Togliamo dal fuoco e andiamo a impiattare, adagiando le nostre torrette di polenta su un velo di fonduta e completiamo con le fette grigliate di zucchina e cospargendo il piatto con generose scaglie di tartufo.
Polenta is made from coarsely ground cornmeal, easy to make and absolutely delicious.
Heat water lightly seasoned with salt to a boil. Quickly whisk in the polenta until full incorporated. Lower the heat to a low simmer and allow the polenta to cook, stirring frequently, for 5 minutes. Remove from heat.
Dice the Fontina. Bring the milk to a boil, add Maize starch. Remove from heat and add the cheese, stirring continuously until melted and well incorporated.
Transfer the fondue to the dish, and serve hot with a grating of pepper, the polenta and a finely sliced black truffle.
Il freddo già spinge da dietro le spalle, direttore d'orchestra unico ed assoluto, e da giorni ormai mi ha costretta a fasciare le gambe che hanno ancora il colore del sole, dentro attillate calze di nylon.
Temevo che arrivasse troppo presto questo momento, che la libertà della pelle venisse soffocata da altri tessuti, che la libertà della pelle venisse gettata in fondo alla pattumiera. Temevo e rimandavo, finché ho dovuto aprire quel cassetto stracolmo di autoreggenti disordinati e capricciosi, finché mi sono lasciata indossare dal paio più velato che avessi, finché mi ci è voluto solo un secondo per sentirmi di nuovo a mio agio. E il sorriso di Luca, nel frattempo, stemperava e addolciva questo primo attimo di cambiamento.
E' un'idea così verticale, gli dico, quella di andare a Montefiorino, alla Sagra del tartufo, così verticale, gli dico, rispetto alla possibilità di rimanere a letto tutto il giorno. Mentre fuori piove da stamattina. Mentre ubbidienti gocce di pioggia leccano la terra e i rumori diventano suoni, poi silenzio, e tutto si fa liquido in un mare liscio di pioggia.
Mi vesto, il cappotto, gli occhi sottolineati dall'eye-liner; incantatrice come sempre la voglia di andare, come cioccolata calda sulla meringa della domenica. Giubbotto pesante e cappellino e anche Luca è pronto ed è lì che mi guarda attraverso la porta socchiusa della stanza, mentre mi infilo lesta dentro ad un paio di stivali.
Forse a Montefiorino non piove, dico non troppo convinta, mentre osservo la pioggia che sussurra sul vetro della macchina, che a tratti si fa furiosa e se solo abbasso per un attimo il finestrino, sento il vento che respira rumorosamente, facendo cantare gli alberi.
Non ci sarà nessuna festa in quel paesino di montagna, ci saremo solo noi e sarà tutto grigio e del tartufo non vedremo nemmeno l'ombra. Voci sussurrate, le nostre, a disegnare punti interrogativi lungo la strada che si piega a destra, a sinistra, per poi salire e per chilometri continuare a salire.Automobili parcheggiate lungo il ciglio della strada, sono tantissime, allora la Sagra è salva, ma fa un freddo che pare inverno e il vento che soffia forte porta con sé l'odore della terra bagnata, della gente, di frasi che ci arrivano spezzate a metà. Rumori di foglie che danzano al ritmo autunnale, zucche intagliate davanti agli usci di casa, gnomi e folletti e un carnevale di personaggi colorati sui trampoli. Poi l'odore prorompente ed ossessivo del tartufo che penetra e comprime sul coperchio delle voglie, che si propaga come se fossero cerchi concentrici sull'acqua.Con l'ombrello sempre troppo ingombrante ci avviciniamo agli stand, cominciando dall'olio, che ruffiano ci attira a sé e si lascia imbrigliare su di una fetta di pane toscano, Luca che buono, gli dico, ma di olio ne abbiamo la casa già piena. Poi è la volta delle patate, questa enorme distesa di sacchi pesantissimi da riporre in cantina, da fare scorte per l'inverno, che mi fa tornare indietro nel tempo. E i formaggi di fossa, di capra, di pecora, il pane abruzzese e gli arrosticini che stanno cuocendo sulla griglia, che ci diciamo Luca ed io, che ne dici se.... che poi ci sediamo sotto ad un tendone, in fondo in fondo che laggiù è più caldo e possiamo fare capanna, che ci dividiamo dieci bastoncini di carne bollente e saporitissima. E intorno a noi chi sbuccia caldarroste e si scalda con sorsi di vin brulé, chi ride e chi si lamenta per la pioggia che a dispetto del giorno di festa continua a scendere e a fare stringere dentro i cappotti. E quando dell'ultimo arrosticino rimane solo il magro stecchetto ci rimettiamo in cammino, che già da qui abbiamo intravisto lo stand del Consorzio del Parmigiano Reggiano e a conti fatti nel frigorifero ce ne è rimasto solo un piccolo pezzetto.
"Prima lo assaggiamo" dico a Luca, mentre faccio scivolare in bocca una prima scaglia di formaggio. Ventiquattro mesi contro i trenta, dobbiamo scegliere. Altre scaglie e si rinnova il piacere ed entrambi decidiamo per i trenta mesi di stagionatura, il prezzo è molto allettante se comparato con quello del supermercato e fatto l'acquisto, ci allontaniamo con due chili di peso in più addosso.Non ci resta, ora, che lasciarci ammaliare dagli stand del tartufo, senza altre distrazioni a frapporsi tra noi. Mi accontento di portarne a casa uno, purché sia bello grosso. Va bene, mi dice Luca. Sono per il nero, gli dico io. Tutti quegli zeri sul cartellino del tartufo bianco e le relative grammature mi confondono e per giunta piove e con questo ombrello che continuo ad aprire e a chiudere non capisco più niente.
Dopo il primo giro di perlustrazione abbiamo già deciso in quale stand approfondire il discorso. L'odore del tartufo è fortissimo, lo so bene che sta cercando di corrompermi oltre ogni limite; i miei sguardi rimbalzano tra i vassoi con i tartufi bianchi e quelli con i neri, indugiando più a lungo sui primi e il venditore dietro al banco indovina quello che c'è da indovinare.
"Vi posso aiutare?" ci chiede mentre guarda me.
"Sto cercando di scegliere il tartufo che mi piace di più!" gli rispondo indicandogli col dito i vassoi con i neri.
A questo punto sorride e guarda Luca e ci propone un affare, così dice lui.
"Che ne dite se vi metto sul piatto questi piccoli tartufi bianchi e..." ma Luca lo interrompe, facendogli notare che sarò io a decidere. Così l'uomo con i baffi ricomincia a fare la sua offerta, guardandomi dritto negli occhi. Ormai è orario di chiusura e ha intenzione di proporci qualcosa di vantaggioso.
Mette su di un vassoio diversi piccoli tartufi bianchi e ci aggiunge anche un tartufo nero. La sua proposta è sessanta euro per tutto. La soppeso e rilancio.
"Sono piccoli quei tartufi", gli dico "al massimo ci prepariamo un piatto di pasta!".
Lui mi corregge, dicendomi che ce ne vengono almeno cinque.
E allora non ha la minima idea di come a noi piaccia riempire i piatti di scaglie, che sembra una nevicata sulle pendici delle montagne, che vogliamo sentirne il sapore nella sua pienezza.
Non si arrende e fa apparire magicamente sul piattino altri due tartufi bianchi e io sono ancora lì che ci penso su e allora Luca, che ha fiutato l'occasione da non perdere, dice che va bene e conclude l'affare.
Ma non dovevo decidere io? Già, così aveva detto e poi io mi accontentavo di un solo tartufo.
Alla fine lasciamo lo stand con un sacchettino di tartufi bianchi e con un altro strapieno di tartufi neri.
"E' il tuo bouquet di tartufi, te l'avevo promesso!" mi dice Luca porgendomi quel prezioso tesoro.
Il mio bouquet di tartufi, mi ripeto commossa, perché nonostante tutto non me lo sarei mai aspettata, invece è qui, dentro alla mia borsa, dentro a quella borsa alla quale ho poi dovuto fare prendere aria per un'intera settimana, per quanto lasciasse la scia.
Il mio bouquet di tartufi, una carezza d'afrodisiaco piacere, mi ripeto mentre rompo in un sorriso completo e sento già salire in me il calore di casa.
POLENTA CON FONDUTA DI FORMAGGIO E TARTUFO
Ingredienti:
Per la polenta:
250 gr di farina di mais per polenta
1, 250 l di acqua
Per la fonduta:
450 g di latte
220 gr di fontina
2 cucchiai colmi di Maizena
Per accompagnare il piatto:
1 zucchina da tagliare a fette e grigliare
un tartufo nero di circa 30 gr da tagliare a scaglie
1 zucchina da tagliare a fette e grigliare
un tartufo nero di circa 30 gr da tagliare a scaglie
Cominciamo con il preparare la fonduta. Portiamo a bollore il latte e vi uniamo la maizena che avremo diluito in poca acqua. Togliamo il pentolino dal fuoco e facciamo sciogliere nel latte la fontina tagliata a piccoli dadini, mescolando con una frusta.
Nel frattempo portiamo a bollore l'acqua in una pentola, saliamo e versiamo la farina di mais a pioggia, mescolando continuamente con un cucchiaio di legno. Abbiamo usato una polenta a cottura rapida, quindi in 5 minuti è pronta. Togliamo dal fuoco e andiamo a impiattare, adagiando le nostre torrette di polenta su un velo di fonduta e completiamo con le fette grigliate di zucchina e cospargendo il piatto con generose scaglie di tartufo.
POLENTA WITH CHEESE-FONDUE AND BLACK TRUFFLE
Ingredients:
Ingredients for polenta:
250 g medium-grain yellow polenta (we used an istant polenta, that allows for fast preparation. Usually it takes about an hour or longer to prepare the traditional one)
1,250 liter water
Ingredients for polenta:
250 g medium-grain yellow polenta (we used an istant polenta, that allows for fast preparation. Usually it takes about an hour or longer to prepare the traditional one)
1,250 liter water
Polenta is made from coarsely ground cornmeal, easy to make and absolutely delicious.
Heat water lightly seasoned with salt to a boil. Quickly whisk in the polenta until full incorporated. Lower the heat to a low simmer and allow the polenta to cook, stirring frequently, for 5 minutes. Remove from heat.
Ingredients for cheese-fondue:
450 g whole milk
220 g Italian Fontina cheese, rind discarded and cheese cut into 1/2 inch dice
2 tbs Maize starch
450 g whole milk
220 g Italian Fontina cheese, rind discarded and cheese cut into 1/2 inch dice
2 tbs Maize starch
Other ingredients:
Some grilled zucchini slices
A finely shaved black truffle
Some grilled zucchini slices
A finely shaved black truffle
Dice the Fontina. Bring the milk to a boil, add Maize starch. Remove from heat and add the cheese, stirring continuously until melted and well incorporated.
Transfer the fondue to the dish, and serve hot with a grating of pepper, the polenta and a finely sliced black truffle.
Non sono amante del tartufo, ma voi l'avete preparato e presentato in modo stupendo!!!!
RispondiEliminaun bouquet per Sabrina !!Questo è davvero un pensiero rommantico e sappiamo quanto ti piacciono queste sorprese che ti racchiudono nell'amore del tuo Luca :La ricetta è davvero bella da vedere !!Stare con voi è sempre un piacere unico!un abbraccio
RispondiEliminaPurtroppo non amo la polenta e il tartufo non l'ho mai mangiato...però sembra così invitante quel piatto! Cara Sabri, anche a me l'idea di coprirmi per l'arrivo dell'inverno non va proprio a genio, uffi!
RispondiEliminaBacione
Giuliedda
Sabrina, un bouquet prezioso te lo meritavi proprio!bravo luca!
RispondiEliminaE' sembre bello leggere i vostri post! Non sono una grande amante del tartufo, ma mi piace l'idea del bouquet....la polenta è magnificamnete presentata! bravissimi...bacioni
RispondiEliminaCiao! un bouquet che vale moltissmo questo! e che profumo!
RispondiEliminaLa polenta è un piatto che si prepara sempre più spesso in questa stagione, ci piace l'idea di aromatizzarla in modo così forte e perfetta per una fonduta morbida!
ci uniamo per cena??
baci baci
Che dire.. Meravigliosi
RispondiEliminanon ho mai compersto un tartufo, l'ho mangiato poche volte ma il suo profumo è inebriante.....siete entrambi splendidi narratori :-) e questa polenta con fonduta e tartufo e un inno alla sensualità.... peccato che il Capitano non mi regali mai un bouquet di tartufi mannaggia....
RispondiEliminabuona notte!
Ely
Ciao Sabrina, ciao Luca, era da un pò che non passavo da queste parti a farvi un salutino! E vengo accolta con grazia dalla bellissima presentazione di queste polentine... coi tartufi poi!! Squisita! P.S. Grazie a voi (tramite i commenti credo!) è venuta a trovarmi Riri... avete ragione che splendida persona! Grazie di cuore, perchè queste (almeno per me!) sono davvero una delle cose più belle che è in grado di far "smuovere" la blogosfera! Le relazioni tra le persone, che sono ciò che arricchiscono e completano le nostre esistenze tramite lo scambio e il confronto! Grazie ancora! A presto!
RispondiEliminaSono rimasta incantata di fronte a questo meraviglioso piatto e di fronte al tuo prezioso bouquet di tartufi! E' bello come riuscite a vivere ogni occasione insieme ed intensamente.
RispondiEliminaUn abbraccio
questa volta, più delle altre, vi invidio... Uno spettacolo di ricetta e di presentazione...
RispondiEliminaBaci
Anna
Io adoro il tartufo, vi copierò le "torrette" di polenta..perchè il bouquet di tartufo credo sarà impensabile ;-)
RispondiEliminaAnche con le atmosfere ovattate e nebbiose qui da voi si sta proprio bene, buona giornata (si, lo so, sono mattiniera :-D )
Un bouquet così piacerebbe molto anche me, altro che fiori, ahahahah, buona giornata :)
RispondiEliminatartufo o non tartufo, io resto rapita (sì, sì) da voi e dalle vostre parole (Sabrina hai un dono)!
RispondiEliminaTi dirò che ho letto con sommo piacere, perché avete lasciato emergere particolari piacevoli di voi: Luca che dalla porta socchiusa ti guarda e ti aspetta ( ma non è solo per quel giorno, immagino per tutta la vita); Sabrina che non si decide nell'acquisto ma perché non vuole mettere fine al gioco iniziato (poi arriva Luca che sornione alle tue spalle conclude lui ciò che è meglio)... quante cose di voi, che vorrei fossero anche mie... vi adoro! bacioni
Sabrina che meraviglia di giornata ( a parte la pioggia..ma fa tanto autunno...e quindi fa molto tartufo!!!), che meraviglia di bouquet...che meraviglia di ricetta ...e soprattutto che meraviglia di LUCA!!!! Buona giornata ragazzi!!!
RispondiEliminaCiao ragazzi! I vostri giri enogastronomici sono sempre una meraviglia...credo che questa volta Stefano sarebbe impazzito insieme a voi...adora il tartufo!!! E poi insieme alla polenta deve essere uno spettacolo! :) Complimenti!!!
RispondiEliminaE bravo Luca che ha mantenuto la promessa di regalarti un bel bouquet di tartufi!
Un bacio, buona giornata! Veronica
mamma mia che bei tartufi!!!
RispondiEliminabaciotti
Questo post è..commovente per me!!!!Che bendidio, che abbinamenti divini..beh, c'era da scommeterci da queste parti ;)
RispondiEliminaBaci
bellissimi i tartufi... bellissima Sabrina e .. meravigliosa la ricetta!!!
RispondiEliminaIl tartufo biano amici miei è legato a ricordi antichi: mio papà in Piemonte (Bassa Langa) aveva un amico - cercatore che li faceva pagare ad un giusto prezzo. Splverate generose sui tajerin al burro e sull'uovo all'occhio !!
RispondiEliminaBei tempi!!!
Ciao bellissimi, vi abbraccio. Caty2
un bouquet come questo avrebbe conquistato anche me più di un bouquet di rose, un piatto estremamente godurioso e sensuale come sensuale è il tuo modo di scrivere. Bacioni, Simona
RispondiEliminasei magnifica Sabrina,mi piaci tantissimo perchè sei bella,vesti bene e sei così dooolce.
RispondiEliminaMi sarebbe piaciuto vedere questa festa, però mi accontento di sognare attraverso i tuoi racconti le tue descrizioni minuziose mi fanno provare belle emozioni.
Che bello seguirvi,Luca poi....così attento e premuroso,siete fantastici e mi piace seguirvi.
La ricetta si commenta da sola e se la propongo al mio amore gioisce di sicuro,solo che il tartufo che mi hanno regalato è in barattolo conservato con acqua e sale,penso vada bene lo stesso.
Adoro i tartufi!!! Complimenti per il piatto gustoso e molto raffinato!!! Un abbraccio
RispondiEliminaCiao ragazzi. Grazie per essere passati nel mio blog perchè così ho potuto scoprire il vostro. Mi piacciono le ricette che presentate. Complimenti per la grafica: è davvero accogliente.
RispondiEliminabellissimo reportage, adoro le sagre e quella del tartufo profuma attraverso lo schermo del pc! Un abbraccio ad entrambi!
RispondiEliminache bello questo piatto!! bellissima presentazione!!
RispondiEliminabacibaci
E pure mi farete convertite tutti e due!! :-) sembra davvero e dico davvero buonissimo! Con il vostro racconto mi fate partire quasi alla ricerca di tartufi! :-)) !!un bouquet molto fine e raffinato...cosa vuoi di + dalla vita! baciottoli..
RispondiEliminaOhhhh!!Quanto lo vorrei anch'io un bouquet di tartufi!! Mi piacciono tantissimo e vi faccio i complimenti per come l'avete utilizzato in questa ricetta! Un abbraccio!!!!!!!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaE per non sfigurare al cospetto di sua maestà il tartufo, la polenta si presenta con grande eleganza :DDD
RispondiEliminaMa che bell'assemblamento! La polenta con le formine e tutte quelle scaglie di tartufo chissà che profumo!
RispondiEliminaComplimenti per la bella ricetta e l'affare del bel bouquet!
Bacioni!
ciao luca e sabrina
RispondiEliminasono gaia dell'iniziativa sull'omofobia
ho visto in rete alcuni vostri commenti favorevoli.
ci rendiamo conto che, visti i tempi strettissimi, non era facile aderire.
basta un banner in una vecchia ricetta, o un post senza ricette, insomma, un qualcosa che segnali la vostra adesione.
ovviamente se vi va.
un saluto
gaia di http://lagaiaceliaca.blogspot.com
Che bello perdersi nei vostri racconti e gustarsi questo piatto,presentato benissimo! Baci
RispondiEliminaComplimenti per questa presentazione del nobile tartufo.Saluti a presto
RispondiEliminawowwwwwwwwwwwwwwww che meraviglia!
RispondiEliminavolevo dirti che la quantità di farina d'avena nel mio post "focaccia con farina d'avena" è di 400 grammi e non 500 grammi come indicato!scusami!
Che regalo meraviglioso!!! Ma, per curiosità, come li conservate tutti quei tartufi?
RispondiEliminagrazie della vostra adesione!
RispondiEliminaintanto aggiorno l'elenco dei partecipanti, poi quando pubblicherete la ricetta segnalerò anche quella!
Che bellissime foto e che meraviglia di tartufi!!!! Cosa dire di questa gustosissima polenta. . . che prufumino!!!! Adoro il tartufo, ma ha prezzi troppo proibitivi per me. . . Un abbraccio ragazzi!!!
RispondiElimina