Timido e cicciottello mi nascondevo in ultima fila, anche per evitare le bacchettate che la maestra ci rifilava al minimo rumore. Ricordo ancora con terrore quella canna lunga almeno 5 metri che la maestra impugnava con l'abilità di un pescatore d'altissimo livello. Il suo sibilo nell'aria ed il rumore sordo e secco di quando colpiva il disturbatore del momento. “Ma maestra...... non sono stato io!” con le lacrime trattenute per combattere il bruciore alle spalle o quello alla testa. “Maestra ma è stato....” sssssstach! Arrivava il secondo colpo. “Silenzio!!!!!!” Il dito indicatore della signora Maestra, rigido, indicava il vero colpevole. “.... e tu dietro la lavagna!”. Nella classe tornava il silenzio. Eravamo in 32 in quello che per noi era un enorme stanzone dall'altissimo soffitto. I maschietti in grembiule nero, colletto bianco, fiocco azzurro e le femmine in bianco con il fiocco rosa ma una cosa ci distingueva da tutti gli altri, due righe parallele bianche o nere sulla manica per avvisare tutti che eravamo in seconda elementare.
La scuola iniziava il primo d'Ottobre e finiva all'arrivare dell'estate. Sempre con i pantaloncini corti. D'inverno, col freddo, con il gelo e la neve erano di lana, quella lana che sulla pelle pizzicava. Iniziavi a grattarti ancor prima di infilarti i pantaloncini che arrivavano alle ginocchia, aderenti come una calzamaglia. Un vero strumento di tortura al quale ti abituavi solo dopo aver percorso il chilometro che ti separava dalla scuola. Si andava a piedi, da soli. Senza le paure che oggi ci opprimono. Si andava a piedi. Non c'era traffico su quella che ora è una strada statale in cui i mezzi pesanti la fanno da padrone. Si camminava sul bordo, sul limite del fosso. Si faceva così perché ce lo avevano insegnato i nostri genitori e così, senza nessun moto di ribellione, si ubbidiva. Non era un ubbidire forzato ma la consapevolezza che era la cosa giusta da fare. Ci era stato detto, ce lo avevano consigliato e per noi era la cosa giusta da fare.
Allora c'era una consapevolezza che oggi non c'è più. C'era un solo paio di scarpe per tutto l'inverno e tu, che avevi 7 anni, ne avevi cura. Nere con la suola di cuoio. Un cuoio che assomigliava molto al cartone per come si inzuppavano d'acqua quando camminavi sulla neve ma, abbastanza robuste per giocarci a pallone, per fare le gare di corsa attorno alla scuola dove per premio c'era una caramella al rabarbaro. Le caramelle della signora Maestra.
Quell'anno era l'inverno del 1969. Per noi il 68 è stato l'anno delle stanghette, delle prime lettere scritte con il pennino bagnato nell'inchiostro nero. Un inchiostro che sporcava il quaderno con le sue macchie. Un nero che riempiva i fogli di carta assorbente.
Non ricordo quanto fu freddo quell'inverno del 69 ma ricordo tutte quelle punture di antibiotico che hanno fatto nel mio sederotto. Il rumore della siringa di vetro che bolliva nel suo astuccio di ferro, l'ago enorme da cui mio padre sfilava il filo che evitava che il calcare lo ostruisse. Quell'ago che poi metteva sulla siringa. L'odore dell'alcool ed il sapore delle mie lacrime sul cuscino. Il bruciore di quel liquido che entrava dentro di me.
Non ricordo altro di quell'inverno passato in casa ma ricordo bene quella mattina a scuola quando iniziai a stropicciarmi gli occhi perché non riuscivo a leggere la lavagna. La signora Maestra se ne accorse e mi chiamò alla cattedra con il quaderno. Una paura tremenda quando lessi che mio padre era stato chiamato per un colloquio con lei. Non sapevo cosa avessi fatto di così grave da far sì che mio padre fosse interpellato. Arrivai a casa e già mi aspettavo le sculacciate preventive ed ero terrorizzato dalla domanda “Ma cosa hai combinato questa volta!” anche perché non ne avevo la minima idea. Per fortuna le sculacciate non ci furono e di quella nota sul quaderno me ne dimenticai, fino al giorno in cui mia madre mi fece mettere il vestito buono e mi portarono a fare una visita da un dottore. Questo dottore mi fece leggere delle lettere su un tabellone luminoso e poi mi fece appoggiare il mento su uno strumento strano. Continuava a chiedermi di guardare la stellina e di non chiudere gli occhi. Poi quelle gocce tremende negli occhi che allora bruciavano da impazzire. Ancora lacrime inutili, dolore che non capivo. Un' ora ad aspettare e poi quel peso enorme che il dottore ti appoggiava sul naso in cui cambiava, dopo ogni sua domanda, le lenti.
“Occhio pigro” fu la diagnosi. La cura? Benda sull'occhio “buono” e occhiali. In classe fui spostato nel primo banco ed i miei compagni di scuola iniziarono a prendermi per i fondelli. Tutti i nomignoli che mi hanno rifilato non li ricordo ma quella cantilena che fa “cicciobombo cannoniere con tre buchi nel sedere.....” quella ancora me la ricordo. Le lotte ed i cazzotti. Gli occhiali rotti ed altre botte a casa.
Da allora, fino alla terza media non c'è una sola foto in cui io non abbia il mio occhio destro bendato e gli occhiali.
La mia condanna è non vedere i colori brillanti, la luce delle stelle è sempre un qualche cosa di sfuocato, il volto della luna l'ho solo visto nelle fotografie. Se perdo gli occhiali è una tragedia. Ci vuole sempre qualcuno che me li ritrovi. Il mare è una trappola. Amo nuotare ma mi devo togliere gli occhiali e così mi perdo tutti i colori, diventa tutto grigio, sfuocato.
Non posso nemmeno portare Sabrina a vedere i film in 3D e lei senza di me non ci vuole andare e poi dice che tanto non si perde nulla e sorridendo mi consola dicendo che i film del suo amato Ken Loach tanto non li faranno mai in tre dimensioni. E lo credo bene, sono dei mattoni! Mi correggo, gli ultimi due sono piaciuti molto anche a me, mi terrò informato anche io per non fargliene perdere nemmeno uno.
Sabrina dice che a me non manca nulla, che gli occhiali mi donano e ogni volta che li cambio andiamo a scegliere la montatura insieme, lei sa già quale mi sta bene. Sorrido ogni volta che dice che sono bello perchè bello non riesco a sentirmi, ma è una sensazione morbida sapere che per lei lo sono. Io che non vivo senza gli occhiali, io per cui la vista è un senso molto importante, imprescindibile, io che mi reputo un esteta. Io che mi perdo dentro gli occhi di Sabrina, che nuoto dentro la sua bellezza, che la guardo con tutti i sensi accesi al tempo stesso, io che amo quel gesto che fa quando siamo a letto, quando mi toglie lentamente gli occhiali e li ripone sul comodino ed è come se mi stesse spogliando del superfluo. Io che la vedo benissimo, che penso che lei è l'unica cosa che riesco a vedere brillare, che è un po' come il mare che avvolge e che abbraccia fino all'infinito. Io che non ne ho mai abbastanza.
FRESCO DESSERT
COPPA BKP
Ingredienti:
5 banane mature
4 pesche nettarine
4 kiwi
250 gr di ricotta
250 ml di panna da montare
il succo di 1/2 limone
Frulliamo le banane aggiungendo il succo di mezzo limone. Aggiungiamo la ricotta e mescoliamo con cura. A parte montiamo la panna senza aggiungere zucchero e la andiamo ad incorporare alla crema di banane. Lasciamo riposare per circa due ore in frigorifero e andiamo a comporre la coppa.
E' un dessert fresco e leggero perchè non contiene zucchero aggiunto eppure l'abbiamo trovato golosissimo.
First of all we have to process bananas and lemon juice in a blender. Add the ricotta cheese and mix well. Whip cream until almost stiff, beat until cream holds peaks. Delicately combine whipped cream with the banana mixture, mix gently and chill in the refrigerator for at least 2 hours before preparing the summer cups.
La scuola iniziava il primo d'Ottobre e finiva all'arrivare dell'estate. Sempre con i pantaloncini corti. D'inverno, col freddo, con il gelo e la neve erano di lana, quella lana che sulla pelle pizzicava. Iniziavi a grattarti ancor prima di infilarti i pantaloncini che arrivavano alle ginocchia, aderenti come una calzamaglia. Un vero strumento di tortura al quale ti abituavi solo dopo aver percorso il chilometro che ti separava dalla scuola. Si andava a piedi, da soli. Senza le paure che oggi ci opprimono. Si andava a piedi. Non c'era traffico su quella che ora è una strada statale in cui i mezzi pesanti la fanno da padrone. Si camminava sul bordo, sul limite del fosso. Si faceva così perché ce lo avevano insegnato i nostri genitori e così, senza nessun moto di ribellione, si ubbidiva. Non era un ubbidire forzato ma la consapevolezza che era la cosa giusta da fare. Ci era stato detto, ce lo avevano consigliato e per noi era la cosa giusta da fare.
Allora c'era una consapevolezza che oggi non c'è più. C'era un solo paio di scarpe per tutto l'inverno e tu, che avevi 7 anni, ne avevi cura. Nere con la suola di cuoio. Un cuoio che assomigliava molto al cartone per come si inzuppavano d'acqua quando camminavi sulla neve ma, abbastanza robuste per giocarci a pallone, per fare le gare di corsa attorno alla scuola dove per premio c'era una caramella al rabarbaro. Le caramelle della signora Maestra.
Quell'anno era l'inverno del 1969. Per noi il 68 è stato l'anno delle stanghette, delle prime lettere scritte con il pennino bagnato nell'inchiostro nero. Un inchiostro che sporcava il quaderno con le sue macchie. Un nero che riempiva i fogli di carta assorbente.
Non ricordo quanto fu freddo quell'inverno del 69 ma ricordo tutte quelle punture di antibiotico che hanno fatto nel mio sederotto. Il rumore della siringa di vetro che bolliva nel suo astuccio di ferro, l'ago enorme da cui mio padre sfilava il filo che evitava che il calcare lo ostruisse. Quell'ago che poi metteva sulla siringa. L'odore dell'alcool ed il sapore delle mie lacrime sul cuscino. Il bruciore di quel liquido che entrava dentro di me.
Non ricordo altro di quell'inverno passato in casa ma ricordo bene quella mattina a scuola quando iniziai a stropicciarmi gli occhi perché non riuscivo a leggere la lavagna. La signora Maestra se ne accorse e mi chiamò alla cattedra con il quaderno. Una paura tremenda quando lessi che mio padre era stato chiamato per un colloquio con lei. Non sapevo cosa avessi fatto di così grave da far sì che mio padre fosse interpellato. Arrivai a casa e già mi aspettavo le sculacciate preventive ed ero terrorizzato dalla domanda “Ma cosa hai combinato questa volta!” anche perché non ne avevo la minima idea. Per fortuna le sculacciate non ci furono e di quella nota sul quaderno me ne dimenticai, fino al giorno in cui mia madre mi fece mettere il vestito buono e mi portarono a fare una visita da un dottore. Questo dottore mi fece leggere delle lettere su un tabellone luminoso e poi mi fece appoggiare il mento su uno strumento strano. Continuava a chiedermi di guardare la stellina e di non chiudere gli occhi. Poi quelle gocce tremende negli occhi che allora bruciavano da impazzire. Ancora lacrime inutili, dolore che non capivo. Un' ora ad aspettare e poi quel peso enorme che il dottore ti appoggiava sul naso in cui cambiava, dopo ogni sua domanda, le lenti.
“Occhio pigro” fu la diagnosi. La cura? Benda sull'occhio “buono” e occhiali. In classe fui spostato nel primo banco ed i miei compagni di scuola iniziarono a prendermi per i fondelli. Tutti i nomignoli che mi hanno rifilato non li ricordo ma quella cantilena che fa “cicciobombo cannoniere con tre buchi nel sedere.....” quella ancora me la ricordo. Le lotte ed i cazzotti. Gli occhiali rotti ed altre botte a casa.
Da allora, fino alla terza media non c'è una sola foto in cui io non abbia il mio occhio destro bendato e gli occhiali.
La mia condanna è non vedere i colori brillanti, la luce delle stelle è sempre un qualche cosa di sfuocato, il volto della luna l'ho solo visto nelle fotografie. Se perdo gli occhiali è una tragedia. Ci vuole sempre qualcuno che me li ritrovi. Il mare è una trappola. Amo nuotare ma mi devo togliere gli occhiali e così mi perdo tutti i colori, diventa tutto grigio, sfuocato.
Non posso nemmeno portare Sabrina a vedere i film in 3D e lei senza di me non ci vuole andare e poi dice che tanto non si perde nulla e sorridendo mi consola dicendo che i film del suo amato Ken Loach tanto non li faranno mai in tre dimensioni. E lo credo bene, sono dei mattoni! Mi correggo, gli ultimi due sono piaciuti molto anche a me, mi terrò informato anche io per non fargliene perdere nemmeno uno.
Sabrina dice che a me non manca nulla, che gli occhiali mi donano e ogni volta che li cambio andiamo a scegliere la montatura insieme, lei sa già quale mi sta bene. Sorrido ogni volta che dice che sono bello perchè bello non riesco a sentirmi, ma è una sensazione morbida sapere che per lei lo sono. Io che non vivo senza gli occhiali, io per cui la vista è un senso molto importante, imprescindibile, io che mi reputo un esteta. Io che mi perdo dentro gli occhi di Sabrina, che nuoto dentro la sua bellezza, che la guardo con tutti i sensi accesi al tempo stesso, io che amo quel gesto che fa quando siamo a letto, quando mi toglie lentamente gli occhiali e li ripone sul comodino ed è come se mi stesse spogliando del superfluo. Io che la vedo benissimo, che penso che lei è l'unica cosa che riesco a vedere brillare, che è un po' come il mare che avvolge e che abbraccia fino all'infinito. Io che non ne ho mai abbastanza.
FRESCO DESSERT
COPPA BKP
Ingredienti:
5 banane mature
4 pesche nettarine
4 kiwi
250 gr di ricotta
250 ml di panna da montare
il succo di 1/2 limone
Frulliamo le banane aggiungendo il succo di mezzo limone. Aggiungiamo la ricotta e mescoliamo con cura. A parte montiamo la panna senza aggiungere zucchero e la andiamo ad incorporare alla crema di banane. Lasciamo riposare per circa due ore in frigorifero e andiamo a comporre la coppa.
E' un dessert fresco e leggero perchè non contiene zucchero aggiunto eppure l'abbiamo trovato golosissimo.
SUMMER DESSERT
BKP CUPS
Ingredients:
5 bananas (cut in small cubes)
4 peaches (cut in small piaces)
4 kiwi (cut in small pieces)
250 g ricotta cheese
250 ml heavy cream
1/2 lemon juice
no sugar
BKP CUPS
Ingredients:
5 bananas (cut in small cubes)
4 peaches (cut in small piaces)
4 kiwi (cut in small pieces)
250 g ricotta cheese
250 ml heavy cream
1/2 lemon juice
no sugar
First of all we have to process bananas and lemon juice in a blender. Add the ricotta cheese and mix well. Whip cream until almost stiff, beat until cream holds peaks. Delicately combine whipped cream with the banana mixture, mix gently and chill in the refrigerator for at least 2 hours before preparing the summer cups.
A WONDERFUL AWARD
The Darts Award is a form of recognizing a blogger who is "passionately dedicated to delivering cultural values, human and literary".
Questo premio ci è stato donato dal dolcissimo Brad e ci ha fatto particolarmente piacere riceverlo per quello che rappresenta! Grazie Brad!!!Noi ne vogliamo fare dono a Caty, a Anna The Nice, a Antonietta di Ma che bel Castello, a Lady Boheme, a Saretta e a una Zebra a Pois.
Yum Yum...baci
RispondiEliminahave a nice weekend!
Thanks Nina, have a great weekend!
RispondiEliminaSabrina&Luca
oh...Luca...ho le lacrime agli occhi ... mi sembra di sentire la voce di Peppe che racconta ... gli occhiali doppi doppi ... una brutta montatura pesante ... gli sfottò dei compagni di scuola e non ... le botte per strada ... gli occhiali rotti ... le botte a casa ... anche lui senza gli occhiali si sente perso ... ma come per te c'è Sabri ... per lui ci sono io ... vi voglio bene ragazzi!!!
RispondiEliminala coppa mi piace ... senza il kiwi però per me, sono allergica!!!!!
buon fine settimana
dida
Dida, Luca si rattrista moltissimo quando gli tornano alla mente questi ricordi d'infanzia e per proteggersi ne ha rimossi tanti!
RispondiEliminaLo sai vero, quanto ti vogliamo bene anche noi?
Un abbraccio
Sabrina&Luca
luca, quante e mozioni e ricordi mi hai suscitato! io sono un po' più vecchietta di te e ho riassaporato il gusto delle caramelle al rabarbaro, quelle quadrate, piatte..ho rivissuto la paura delle iniezioni con quella siringa nella scatoletta che bolliva..ho ricordato che anche io uscivo sola per andare a scuola e non sono mai incappata in un pericolo e anche che sapevo perfettamente quello che si poteva e non poteva fare, senza sentirsi frustrati se si ubbidiva agli adulti, erano la guida e non i nemici !!
RispondiEliminae sono pure 'cecatina come te, in certi momenti è pure meglio non vedere!!
grazie per questo bellissimo racconto, tenero e nostalgico, condito poi dalla dolcezza finale!
Sabrina & Luca,
RispondiEliminaI love this delicious, refreshing Summer treat.
I do love Summer, but I don't tolerate high humidity & heat well and love finding new refreshments. This one I'm keeping :)
Luca, your well defined description of your schooling seems pretty brutal, especially by the present standards.I'm familiar with eye problems through a friend who constantly loses her glasses. Your story reminds me to tell my friend to order the eye glasses by bulk(she orders them online at 10 dollars each,so she might as well)
Thank you both for accepting the award and redistributing it.
I'm trying to renew my memory of the Italian language. I grew up with it from a Bolognese family, but over many years have mostly forgotten it. Reading your blog refreshes those memories and is a fun, entertaining way to get back in touch with your beautiful language.
All the best to you,
Brad
Buongiorno ragazzi. Luca, mi hai ricordato mia madre. Anche lei racconta sempre di occhiali grossi e pesanti, macigni di celluloide per un viso piccolino e acerbo. Per fortuna lei niente botte!
RispondiEliminaAncora oggi quando è al mare dobbiamo mandarle i segnali di fumo, affinchè uscendo dall'acqua, ci riconosca sotto un ombrellone e riesca a raggiungerlo.
Gli sfottò, beh, quelli ci sono sempre. Soprattutto quando si è piccoli. Ne ho subiti anch'io e so bene cosa significa. Per questo odio tutti quelli che parlano a vanvera, che giudicano con superficialità e si interessano agli altri nella misura in cui devono riconoscere qualche difetto o fare critiche su cose stupide. Ma purtroppo la stupidità avanza con l'età. La fortuna è che se i compagni di scuola dovevamo tenerceli e basta, almeno gli amici li possiamo scegliere!
Un bacio
ps per il mare, hai provato gli occhialini graduati? non sono tanto male.
Vi leggo sempre con piacere.Anche io ho dei riccordi non tanto belli su quella siringa di vetro.Del resto tutto sommato mi e andata bene.
RispondiEliminaOh Luca mi spiace,sai nel mio piccolo anch'io ho avuto questi problemi da piccola e capisco..pero' penso che questo almeno ci abbia regalato un po' piu' di sensibilita'..o no?
RispondiEliminaun abbraccio a te e uno speciale a Sabrina ;)
buon fine settimana
nn ho di questi ricordi luca ma l'unico che è vivo è quello delle siringhe di vetro...terrore puro !!!Tu è sabrina avete la facoltà di farci vivere ad occhi aperti i vostri racconti e come immergersi nella vostra vita...siete meravigliosi!!questo dessert...mamma mia una ventata di freschezza con tutti i sapori e i profumi dell'estate!!bacioni imma
RispondiEliminaCiao Luca,
RispondiEliminahai un modo di raccontare veramente fantastico, stavo leggendo e pensavo a mio padre che ha messo gli occhiali la prima volta quando è andato a scuola (anche lui sollecitato dalla maestra) e con sua grande meraviglia ha scoperto le mosche che prima vedeva solo come dei punti neri sul muro .......... anch'io porto gli occhiali e al mattino se non li metto sono persa, ma non come mio padre che quando mi aspettavano non volevano un maschio proprio per la paura che avesse gli stessi problemi di vista suoi ............
lui che per fare il geometra (i miei nonni non glielo permettevano proprio per la vista) ha dovuto farsi bocciare il primo anno di ragioneria ............
grazie luca per aver risvegliato questo bellissimo ricordo
hai una splendida ragazza accanto a te!!!
Buon weekend
Manu
Anche io ho gli occhiali dalla seconda elementare e ho dovuto mettere il cerotto sull'occhio per un bel po' altrimenti avrei potuto perderlo e neanche io vedo una beatissima senza occhiali, anche se in realtà non mi manca moltissimo!Ma per fortuna i miei compagni non mi hanno mai presa in giro, o forse l'ho rimosso...Ma se alla fine la Sabry ti ha scelto, sai cosa dovresti pensare:" Alla faccia vostra, guardate con chi sta il vostro cicciobombo!"
RispondiEliminaBuonissima questa coppa, perfetta per questi giorni di caldo!!!
Bacioni
ciao Luca
RispondiEliminahai fatto un post amorevole, anch'io ho ancora l'odore dell'inchiostro nelle mani, ho avuto il grembiule nero col fiocco bianco, sempre mangiucchiato...ma non le botte.
Ma il primo giorno di scuola, io maschiaccio estivo, sono stata mandata dietro la lavagna perchè fischiavo in classe...ma che ne sapevo io...porca miseria avevo appena imparato a farlo...
GRAZIE X IL PREMIO!
baci a Sabri
Ciao ragazzi era un sacco che non passavo, mi piace molto la nuova veste del blog! Un bacio
RispondiEliminaMi perdo nelle vostre parole,nei vostri ricordi, nelle vostre dichiarazioni d'amore,siete fantastici(anche la coppa lo è!)
RispondiEliminache gran bel post..come al solito..carissimi! che piacere leggervi..io problemi con la vista non ne ho ma per l altezza e per l apparecchio ne ho passate davvero di cotte e crude...non me ne parare.che bello il ritorno nel passato è vero prima si obbediva e basta e si sapeva che era giusto cosi..arole sante.oggi cosa succede? i figli comandano in casa i figli impongono i figli hanno il potere di fare senire in colpa i genitori! roba davvero da matti!!!be vado a mangiare mia madre non si fa comandare.-)ed è gia il 2 rimprovero che mi arriva..bacioni
RispondiEliminaMarco, il mio moroso, li ha da quando lo conosco (ovvero sempre da troppo poco!) e trovo che senza non sia così bello e affascinante...poi quando mi guarda con queglio occhi nocciola a metà tra sopra e sotto la lente io imazzisco :) !!!L'unica vera scocciatura è la dipendenza da loro...
RispondiEliminaLo spaccato della tua vita da piccolo mi fa molta tenerezza...ti immagino a scuola e mi si scalda il cuore... secondo me se allora avessi avuto Sabri, al tuo fianco, non avresti sofferto, nè per le punture nè per le sgridate della maestra :D !!!
Buon fine settimana amici miei!!!E buon sole!
Cara Dauly, io (Sabrina) non riesco ad immaginare delle maestre con le bacchette, le ho viste solo nei film e non mi trovo molto d'accordo con certi metodi, come ai giorni nostri non mi trovo d'accordo con certi atteggiamenti, questa volta nei confronti degli insegnanti, assunti da allievi e genitori e mi riferisco ad episodi che arrivano a vere e proprie minacce, a violenza verbale, ad accuse di incapacità solo perchè il figlioletto prende brutti voti ed è automatico accusare l'insegnante anzichè chiedersi se il ragazzo passa il pomeriggio a studiare o a trastullarsi.
RispondiEliminaNon so se si siano fatti dei passi in avanti. Allora ci si accontentava della caramella al rabarbaro, ora nulla sembra bastare!
Brad, we love this season but we are always looking for new refreshments, cause we don't tolerate high humidity too! It's good to know you can renew your memories of Italian language by reading our blog and we think you're great at doing so! Hugs.
Dodò, la stupidità e la superficialità sono una gran brutta accoppiata! Luca è molto sensibile anche se sembra un tipo duro, quindi ogni volta che ripensa a certi episodi della sua infanzia sta davvero male!
Lilly, io ho avuto la fortuna di essere stata punta poche volte dalle siringhe, quella famosa siringa di vetro la ricordo anche io, ma la ricollego al siero antivipera che ci portavamo dietro quando andavamo nei boschi a funghi, perciò sono ricordi molto avventurosi!
Barbara, sono d'accordissimo con te, è quello che dico a Luca, il passato per quanto abbia risvolti tristi è ciò che ci ha reso quello che siamo oggi. La sensibilità spesso non è congenita, ma è frutto del nostro vissuto!
Imma, anche per noi è stata una ventata di freschezza quella coppa e dato il nostro amore per la frutta ci siamo inventati un dessert veloce veloce!
Sabrina&Luca
Manu, la mattina se Luca non trova gli occhiali comincia a girare e a rovistare dappertutto per un paio di minuti, poi chiama me e di solito glieli ho sempre trovati a tempo di record e ogni volta gli ricordo col sorriso quanto è disordinato!
RispondiEliminaGrazie per il complimento a me!
Manu, che dolce che sei, mi hai fatto sorridere!
Antonietta, avrai iniziato col ritrovarti subito dietro la lavagna, però con la scuola hai fatto strada! :-P
Milla, che bello rivederti!
Nanny, grazie grazie!
Scix, è vero, ora per lo più sono i figli che comandano e spesso ricattano, che tristezza! Due rimproveri???? Ma cosa hai combinato? Baci.
Zebrina, Luca si è sciolto leggendo quello che hai scritto! Beh quando Luca ha iniziato ad andare a scuola io non ero ancora nata, però, sì, io non l'avrei mai preso in giro, anzi!
Baci da Sabrina&Luca
Che descrizione profonadmente sentita e coinvolgente,Luca!!!mi vergogno dell'ottusità della tua insegnante dato che anch'io sono una maestra...del resto il 69 è lontano ma quegli atteggiamenti avrebbero dovuto essere superati da un bel pezzo anche a quell'epoca!!!la vostra ricetta è deliziosa come sempre,Chiedo scusa a nome della mia categoria ,me ne vergogno ma so che è tutto vero e purtroppo neppure una realtà isolata.Un abbraccio forte forte augurandovi un felice weekend
RispondiEliminaDELIZIOSO E COMMOVENTE IL TUO RACCONTO... il tuo ricordo della scuola, bacchettate a parte, così come quello delle siringhe che bollivano, mi hanno fatto ritornare indietro di 30 anni, quando anche io bimba andavo a scuola...
RispondiEliminaCuriosità: ma la ricotta è quella di mucca che si trova al supermercato confezionata? Perché qui da noi ricotta di pecora non se ne trova più... fino al prossimo inverno...
Antonella, ti confesso che anch'io rimasi scioccata quando Luca mi raccontò i suoi ricordi di scuola, stiamo parlando del 1969 e mi sorprende che ancora si utilizzassero certi metodi, eppure è così! Non ti devi scusare di nulla, trovo che le responsabilità siano individuali! L'altra cosa che mi sciocca oltre misura ed è tutto un altro contesto, è che nel 2010 ancora in alcuni Paesi sia in vigore la pena di morte e ti parlo di Paesi all'avanguardia come gli Stati Uniti. Non trovo le parole per commentare.
RispondiEliminaStefania, è vero, non abbiamo specificato, noi abbiamo usato ricotta di mucca. Comunque la ricotta di pecora da noi si trova anche fresca!
Sabrina&Luca
che bel dessert vestivo, un dolcissimo modo di scacciare in cattivi ricordi. Che bello leggere le vostre parole, fa venir voglia di correre dal maritino e lasciare fuori ogni problema e perdersi nel suo abbraccio, caldo e avvolgente oggi come allora... così gli perdono di non mangiare frutta e di non permettermi di fare dolci buoni come questo. Un abbraccio
RispondiEliminaColombina, ma come non mangia frutta! Nemmeno quella buona buona estiva, nemmeno l'anguria e le ciliegie e le fragole e il melone...
RispondiEliminaUn baciotto
Sabrina&Luca
...ma grazie di questo bel premio!!Anche se a dire il vero vorrei potermi portare via questa bella coppa supeinvitante e poi sedermi fuori al fresco a gustarmela piano piano ( tanto ne avete una scorta , vero???? ) un super abbraccio
RispondiEliminal'ho detto io che siete una coppia fantastica. acc...la scena della siringa mi procura solo dolore a leggerla!buon week anche a voi
RispondiEliminaCiao ragazzi, buonissimo il dessert!
RispondiEliminaPer andare verso i ricordi di infanzia, io fortunatamente avevo una maestra buonissima, ma per il resto, avevo l'apparecchio ai denti e fino ai quattordici anni non avevo gli incisivi superiori, immagina quanta voglia avevo di ridere... gli occhiali poi li ho messi qualche anno dopo!!! Per fortuna poi le cose cambiano e si può sorridere di tutto questo.
Baci
Evelin
ehm..diciamo che erano le 14, la pasta in tavola e io continuavo a gironzolare sul vostro blog:-)invece di andare atavola..baci buona , ormai, domenica..
RispondiEliminaCarissimo Luca,
RispondiEliminaIl fiume di parole che hai scritto mi hanno accarezzato per tutto il tempo.
E riportato alla mente, come ho visto anche agli altri, ricordi e sofferenze della mia infanzia.
Figurati che io ho dovuto cominciare a portare orribili occhialoni spessi nel periodo dell'adolescenza.
Quando qualcuno avrebbe potuto cominciare a notarmi e invece ha subito altrove il suo sguardo.
Io ti ringrazio per il racconto che mi hai regalato, un pezzo dei tuoi ricordi, della tua, vostra vita, che continua ad essere piena e intensa di amore.
E sono davvero felice per voi.
Mi sa che un giorno o l'altro dobbiamo organizzare un incontro.
Ho bisogno di conoscere questa coppia fantastica e far fluire di persona questo fiume di emozioni che ormai ci investe ogni volta che parlate, scrivete e vi si guarda negli occhi delle foto.
Un abbraccio sincero e grazie ancora.
Anna
Scusa Luca, ma forse il commento che ho scritto è partito involontariamente come anonimo.
RispondiEliminaSono anna the nice....
Bacioni
Ciao!! ^^ Ti capisco proprio Luca...Anch'io sono schiavo dei miei occhiali :) pensa che io per stupidità e paura degli sfottò ho nascosto a tutto il mondo di non vederci fino ai 17 anni.. quando alle elementari veniva in classe il dottore del paese e facevamo le prove di vista, baravo sempre.. mi ero addirittura imparato a memoria le lettere della tabella della scuola.. Poi un giorno a 17 anni ho provato per scherzo gli occhiali di un mio caro amico. E quasi mi venivano le lacrime dall'emozione..non lo credevo possibile, ma riuscivo a vedere perfino le foglie degli alberi lontani, e non solo confuse palle verdi... ^^ Così ho iniziato a portarli :)
RispondiEliminaMi date un pò di quel buonissimo dessert? ^^ Ciao a tutti e due, un abbraccione!!!
Mò
Che bei racconti di complicità!!!!!Bella anche la coppa!!!Buona domenica deny
RispondiEliminaLuca hai scritto un bel post,sui ricordi dell'infanzia.Ti faccio i miei complimenti perchè sei una persona ricca di virtù e con Sabrina formate una coppia dove l'amore trionfa con la A maiuscola.Vi auguro una felice domenica,saluti a presto
RispondiEliminaCiao ragazzi, buona continuazione di domenica..un pò sonnacchiosa per me..il dessert è squisito, domani provvedo alla panna ed alla ricotta:-) A voi due splendidi ragazzi un bacio ( non è per risparmiare), tanto lo so che se lo dò ad uno è come lo dessi ad entrambi:-)
RispondiElimina..sai Luca, non volevo parlarne, ma al mio "ragazzo",classe 51, capitò un maestro degenere che li bacchettava (tra l'altro erano gli alunni a portare il ramo da adibire a scudiscio), lui,un gran ribelle veniva colpito spesso,ma ha sempre odiato i soprusi, fin da piccolo .solo che quei bastardi di maestri all'epoca erano intoccabili...
RispondiEliminaUn abbraccio
CAty, hai indovinato, ne avevamo una bella scorta! Un abbraccio anche a te!
RispondiEliminaLucy, grazie!
Evelin, è vero, certe cose da piccoli possono creare problemi, soprattutto di sicurezza perchè ad una certa età si ha bisogno di certezze, di conferme, poi crescendo le cose cambiano ed è la personalità a fare la differenza!
Scix, ci sentiamo un po' in colpa! :-P
Anna, grazie di cuore! Anche noi vorremmo conoscerti e vedrai che riusciremo ad organizzare!
Jul e Mo, un abbraccio anche a voi! Io trovo che gli occhiali donino molto a Luca, a volte si mette le lentine, ma a me piace così come è!
Deny, grazie, la complicità è una bellissima cosa, ci capiamo al volo e stiamo bene insieme anche seduti su un divano!
Cavaliere, buona domenica anche a te!
Rirì, buona domenica anche a te! Addirittura lo scudiscio, roba da chiodi!
Baci a tutti
Sabrina&Luca
Ciao luce fa tanta tenerezza il tuo racconto,sinceramente penso che hai una stella così bella da guardare e che non devi aspettare la sera per poterla ammirare.
RispondiEliminami riferisco a Sabrina è stupenda e non mi riferisco solo all'aspetto fisico.
Un abbraccio ad entrambi.
Gina, questa volta rispondo io, concordo con te, parole sante le tue!
RispondiEliminaLuca
Ciao Luca, il tuo sembra un racconto d'altri tempi, eppure una volta le cose funzionavano così no? E forse è anceh per questo che i giovani di una volta erano più seri e consapevoli di quelli di adesso.
RispondiEliminaMa dai? ed è così che hai cominciato a protare gli occiali? Bè a noi non sembra un difetto, anzi ti caratterizzano molto.
E poi ormai le persone che non li portano si contano sulle dita delle mani....
fresco e goloso il vostro dessert. Frutta e ricotta ci sebrano perfette!
baci baci
Ariciao Luca e Sabrina,scusatemi ma quando "vi leggo" mi perdo e dimentico perfino ciò che devo dirvi sul blog o le ricetta,questa ricettina mi piace e poi voglio farvi i complimenti per il nuovo vestitino del blog.
RispondiEliminaBaci a VOI DUE STELLE.
Grazie Gina, un abbraccio!
RispondiEliminaBuona settimana
Sabrina&Luca
IO non ho parole. . . sono commossa!!! La vostra coppa è superlativa! Bravi ragazzi, vi abraccio!!!
RispondiEliminabe' l'antefatto mi ha fatta sorridere!...e , un po', tornare indietro negli anni...con sensazioni che abbiamo condiviso, anche se in quell'inverno io ero già alle medie!
RispondiEliminaMa scorrendo scorrendo il post, quello che leggo è una meravigliosa dichiarazione d'amore!
Ciao carissimi e buna settimana
p.s.
continuate a volervi bene così!!!
Mi spiace del brutto ricordo che hai della maestra, peccato.
RispondiEliminaSei bello e se lo dice Sabrina...ci credo.
Baci
Ogni volta è un piacere leggere i vostri post.
RispondiEliminaCerto che per quanto attenta quella maestra,l'avesse fatto adesso sarebbe già in galera.
Luca la tua mi sembra la storia del brutto anatroccolo che poi sboccia in tutta la sua bellezza e sposa la principessa più bella.
buona la coppa golosamente fruttata!
E' sempre bello vedere una coppia che si ama tanto.
Bacioni gloria
Il racconto è molto bello e trasmette tantissima emozione!
RispondiEliminaQuesto dessert è invitantissimo e goloso, di cui prendo subito nota. Complimenti di cuore anche per il premio meritatissimo e vi ringrazio con affetto per aver pensato a me! Un abbraccio
Ricordi bellissimi e vita d'altri tempi oggi dimenticati.
RispondiEliminaUn abbraccio forte... ottimi i dessert.. wow
Maurizio
ciao amici
RispondiEliminai ricordi della scuola elementare possono essere dolci o terribili ... dipendeva molto dal carattere della maestra ... la tua era davvero molto severa ... ma si cresceva bene lo stesso...
anche io ho cambiato montatura in questi giorni ;-)
ad un fresco dessert come il vostro non si rinuncia mai ... buonissimo!!!
Ciao carissimi, allora l'interpretazione di Macphisto caruccia vero? LO ZOO è stato un tour fantastico..forse il più bello. Ora vediamo a TOrino tra poco che se e come ci stupiranno..
RispondiEliminaGnam Gnam...quella coppa sa di bona bona...
Ciao ;)
uh, quanti ricordi...
RispondiEliminache delizia leggervi!
quanto alla coppa.... beh... slurp!!
Un dessert dolcissimo....ma niente si avvicina nemmeno lontanamente alla dolcezza delle parole di te Luca, quando parli di Sabrina......e che riesci a vedere davvero le cose importanti della vita...
RispondiEliminaComplimenti ragazzi, siete meravigliosi....
Un abbraccio
Il racconto mi commuove, io avevo quel bel nomignolo di quattr'occhi perchè gli occhiali li parto dagli 8 anni e meenomale che ora sono cambiate le montature !! il dolce fresco sarebbe l'ideale ora che ilc aldo è arrivato, mi piacerebbe gustarlo ora !
RispondiEliminaMi piace sempre leggervi. Ciao !
Io non avevo i calzoncini, ma la gonnellina, la lana pizzicosa era la stessa e pure i polacchini di cuoio (ortopedici) fradici e gelati d'inverno e roventi d'estate (si poerchè quando avevi la condanna della scarpa ortopedica non avevi diritto ai sandali).
RispondiEliminaLa mia maestra non aveva la bacchetta, ma in compenso passava fra i banchi e ti prendeva a matitate (dalla parte della punta) quando sbagliavi, e se andavi a casa a lamentarti , la mamma diceva "ha fatto bene!".
Dall'oculista, andavo volentieri, dovevo vedere l'uccellino che entrava nella gabbietta, ma l'uccellino per me non entrava mai!(nessuna visione binoculare) e anche io non vedo il 3D.
Quanti ricordi condivisi! Mi sono ritrovata in tutto quello che racconti.
Forse,perchè femminuccia, sono stata risparmiata dagli sfottò, ma quando guardo le mie fotografie...sembravo proprio un gufetto! eheheheheh!
La siringa di vetro? Arrrgh, se ci penso mi vengono ancora i brividi!!!
Un abbraccio a tutt'e due!
Lucaaaaaa, sto ancora ridendo...mi sembrava un film di pierino anni 70.....hai raccontato magnificamente e con ironia, complimenti...la coppa però me la mangio io .....visto che è con la ricotta, di sicuro mi garba!!!!
RispondiEliminabacio a Sabrina!
hola guapa!!!cuanto tiempo!!!! como estais?
RispondiEliminaun beso muy grandeeeeeee
lamambalina
ah la scuola... non la potevo vedere e con lei i miei "amati" compagni di scuola!
RispondiEliminache brutti ricordi...
anche a me hanno preso in giro quando ho messo gli occhiali e non era davvero una csa bella... però poi per fortuna si cresce e i brutti ricordi diventano solo cartoline bianche e nere (non sempre ovvio), come i sogni!!!!
Consoliamoci con questa bella coppa fresca, per me doppia va, faccio uno strappo! :-P
buonissima giornata.
Luca ahahha non se pò sentì i calzoncini di lana corti al ginocchio d'inverno! ahahaha che prurito allucinante ahahahahaah!!!! per il resto mi hai fatto cmmuovere.. anche da racconti di gioventù traspare sempre il tuo amore per Sabrina che va oltre ogni cosa!!!! Un abbraccio ad entrambi...
RispondiEliminaLuca....ti ho letto tutto d'un fiato...io nel 69 avevo solo 2 anni ma qualche anno dopo ho vissuto la scuola molto simile a te...con la maestra che ogni anno cambiava frustino che pero' ci suonava sul dorso delle mani...il resto del tuo racconto esprime te, anche se non ti conosco condivido quello che ti dice sabrina" Non ti manca nulla" perchè dalle tue parole e da cio' che c'è qui su questo vostro diario si capisce che HAI UN CUORE GRANDE e questo fa sparire tutto il resto....SEI GRANDE LUCA!!
RispondiEliminaTi abbraccio Lidia
Caro Luca come ti capisco non tanto perchè ero magra peggio di un'acciuga ma perchè essendo dotata sin dalla veneranda età di 4 anni di occhiali a tripla montatura nera ero il bersaglio dei miei compagni.
RispondiEliminaTenendo conto che abitavo in montagna trasferita dalla città e mi chiamavano terrona....non ne ho un bel ricordo.
Ora se mi succedesse di nuo li mangerei vivi ma allora era un incubo.
E poi ho tutt'ora il terrore delle punture ho fatto tante ma tante punture di penicellina e di ricostituenti che da sola potrei aprire una farmacia.
Un abbraccio ad entrambi e sempre pensandovi intensamente vi invio un bacino ^__^
che voglia di dessert fresco e BKP !!!
RispondiElimina;-)
buon weekend
^_______________^
è bellissimo perdersi nei ricordi dell'infanzia....belli o brutti che siano fanno parte del nostro vissuto:-) un dessert delizioso...complimenti:-)
RispondiEliminaAnnamaria
Ciao, voi non mi conoscete ma io conosco voi. Seguo spesso il vostro blog, e mi piace molto, anche se non lascio messaggi.Ora vi volevo chiedere una cortesia. Ricordo che tempo fa avete raccontato di quando si è rotto il vostro pc e siete riusciti a salvare dei dati con un programma. Mi trovo nella stessa situazione (o almeno analoga), mi potete ricordare qual'è il titolo che non l'ho trovato? Grazie mille
RispondiEliminaun ottimo antidoto al caldo dei paesi mediorientali..magari in un arena estiva..davanti ad un bel film..con una bella compagnia...
RispondiEliminaun saluto da
nickoftime de icinemaniaci.blogspot.com
Oh Luca le combinazioni!!! Il mio Enzo a 7 anni per colpa di un taglio sotto un piede si è preso il tetano! E' sopravissuto grazie ad un vecchio medico di famiglia che ha riconosciuto i sintomi e lo ha spedito di corsa all'Ospedale Gaslini. Ma la vista gli si è indebolita notevolmente e gli occhiali sono una parte di lui imprescindibile. Non lo riconoscerei senza!! E che bello quando glieli tolgo!!! E lui a me.
RispondiEliminaSto cercando di mettere in pratica il mantra. Ancora grazie.
E a proposito di guida sono d'accordo con Sabrina : molte donne guidano e fanno manovre benissimo!!! Ad esempio noi due!!!
baci Caty2
Aldarita, il programma di recupero che abbiamo usato lo trovi a questo link:
RispondiEliminahttp://www.stellar-info.it/programma-recupero-file-cancellati.html
Un saluto
Luca&Sabrina
Ciao Luca come ti capisco ho portato anche io l'occlusore e tutt'ora quando vedo dei bimbi che ce l'hanno non posso fare a meno di sorridergli e fargli una carezza. Ti abbraccio
RispondiEliminaPS: Sabri è una donna straordinaria ;)
Ce bello questo racconto, molto tenero, scusate se lo leggo solo ora.
RispondiEliminaMa perchè non vi procurate gli occhialini da mare o da piscina con le lenti graduate? Noi abbiamo fatto così sia per il pargolo che per l'Architetto, che sono molto miopi, in questo modo non si perdono neanche un colore.
Baciotti ad entrambi