domenica 6 aprile 2008

DRUGS & SPICES







DRUGS AND SPICES.



Cucinare è un’arte. Cucinare è un modo per esprimere amore nei confronti di colui o di coloro per i quali si cucina. Cucinare è un gioco di incastri e di abbinamenti di colori, sapori e profumi. Cucinare è un viaggio con la fantasia in luoghi familiari o lontani. Cucinare è magia e trasformismo. Un piatto deve sedurre gli occhi, la bocca, il palato, la mente. Deve sedurre coi suoi colori. Coi suoi sapori. Un piatto deve essere vestito con odori, spezie, aromi. Adoro le spezie, non potrei farne a meno, mi piace usarle, mi piace rischiare, osare abbinamenti strampalati ma armonici. Pensando alle spezie, la mia mente dipinge colorati mercati orientali e ne rimane affascinata. La cosa che mi è rimasta più impressa del nostro viaggio in Tunisia l’estate scorsa, sono stati proprio i mercatini delle spezie. L’aria calda era così carica di odori, forti, delicati, esotici da sembrarmi terribilmente afrodisiaca. Definitely I’m a spices’ victim.
Sono cresciuta in una famiglia dove si cucinava in modo tradizionale, non si osava, non si “contaminava” il solito con l’innovativo. Si andava sul sicuro, su ciò che era familiare. Ero quasi sempre io a cucinare, ho iniziato a farlo fin dall’età di sette anni. La fantasia non l’ho mai potuta liberare tra i fornelli, cucinavo quello che mi veniva chiesto o quello che sapevo piacere loro. Non ho mai amato mangiare in quegli anni, mi nutrivo, ma il piacere di mangiare è tutta un’altra cosa. Le scoperte più importanti su me stessa e su ciò che amo le ho fatte nel momento in cui ho tagliato quel cordone ombelicale in fondo mai esistito, lasciando Rimini per ritrovarmi sotto il cielo di Bologna e tra le aule universitarie. Ho assaporato il primo vero assaggio di libertà totale. A differenza dei miei familiari per i quali è fondamentale andare sul sicuro in genere, che si tratti di cucina o di scelte di altro tipo, io sono uno spirito inquieto e trovo una sorta di equilibrio dando sfogo a ciò che ho dentro, di qui il piacere di viaggiare, di vedere scorrermi davanti paesaggi diversi, il piacere di provare cose nuove, di sfidare i miei limiti e le mie paure, il piacere di imbrattare una tela coi colori e le forme che mi girano dentro. Il piacere di creare. Anche cucinare è un modo per esprimere se stessi, un piatto di per sé è nudo se non è completo di profumi e colori. Se un piatto è riuscito lo si sente già nel suo profumo. Le spezie sono il completamento di un piatto, sanno essere l’apostrofo profumato nelle parole che buono!
Non si può fare a meno del basilico su una mozzarella , in un semplicissimo sugo di cipolla e pomodoro basta aggiungere un peperoncino, un po’ di timo, due foglioline di maggiorana ed il piatto cambia il profumo. Un risotto, il classico soffritto e poi tutte le droghe che il proprio naso consiglia. Sarà che senza occhiali ci vedo poco e forse è proprio per quello che cucino con il naso. La semplicità con cui un odore riesce a dare anima e corpo ad una ricetta mi esalta. Le spezie le ho scoperte poche alla volta, trovandole nei vari libri di cucina che ho letto fin dai dieci anni, il periodo in cui ho iniziato ad approcciarmi ai fornelli. Il primo sugo fatto da me è stato burro e oro, ma sapeva di poco. Ho aggiunto del peperoncino e la trasformazione è avvenuta. Quando si cucina un dolce, la cannella inebria la cucina e dà il buon umore. Si inizia con poco, si inizia semplice, si cresce semplici. La curiosità poi ti porta a fare il resto. Non invento nulla. I grandi Chef hanno già sperimentato praticamente di tutto ed il tutto lo hanno sparso ai quattro venti, dalle combinazioni più inusuali a quelle che già la loro trisavola metteva in tavola duecento anni fa e, guarda caso, le spezie sono sempre lì. Negli arrosti nelle semplici fettine, nella carne o nel pesce alla brace, bolliti, fritti, nella pasta, nei sughi, nei dolci e chi più ne ha più ne metta, le spezie si usano. Le spezie o droghe aprono il mondo del palato. Ogni spezia ha un suo perché ed un suo percome. Spezie e droghe, erbe officinali. Sapori e profumi antichi nella cucina di oggi. Le spezie ci sono e, il più delle volte, le usiamo e non sappiamo il perché, ma sappiamo che lì, in quel momento, in quel piatto, ci stanno bene, ci vogliono. Le spezie, dolci, piccanti, amare, ma soprattutto profumate.
Ci sarebbe da scrivere di un crescendo di sensazioni,di una passionalità di armonie in un turbine di aromi. Le spezie o droghe.

1 commento:

  1. Saresti tu, Sabrina, la mia sola droga!
    by uno a cui piaci molto....

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