martedì 10 settembre 2013

L'IGNORANTE - SPAGHETTI CON PESCE SPADA E PESTO DI MANDORLE, BASILICO E PESCA

Voglio essere ignorante, voglio rimanere ignorante. Pretendo che la gente mi dia dell'ignorante. Io ignoro il futuro, io non so i fatti degli altri, io non conosco l'italiano e nessuna altra lingua. Non so nulla di matematica quantistica e nemmeno del trigono trigonometrico. Io non ho il pezzo di carta, quindi sono un ignorante.
“Con quel pezzo di carta mi spazzo il c... !” Espressione tipica di chi è ignorante e non sa che con quel pezzo di carta, almeno una volta facevi carriera nella società, nelle aziende pubbliche ed in quelle private. Con quel pezzo di carta, molti si sono trovati per le mani altri pezzi di carta di vari colori e con numeri con significati venali. In compenso, al giorno d'oggi molti sono obbligati ad usare quel pezzo di carta, per pulirlo ad altri che quel pezzo di carta l'hanno preso quando il valore di quell'insieme di fibre vegetali, aveva molta più importanza.
Io quel pezzo di carta non l'ho preso, sono caduto dall'albero ancora acerbo, ignorante.
Io sono il frutto dei miei sogni di ricchezza che si sono trasformati in debiti e tasse. Sono il frutto dell'albero del coraggio, con il sapore di colui che si mette in gioco, di quello che, a detta di alcune persone, “Hai le mani d'oro!” ma a quanto pare l'oro non lo so manipolare.
Sono caduto dall'albero della conoscenza senza che nessun serpente convincesse l'Eva di turno a rubarmi per raccomandarmi all'Adamo di turno, sono caduto e sono rimasto lì, acerbo, ignorante.
La terra è tonda e quindi sono ruzzolato un po' di qua ed un po' di là, imparando un mestiere, imparando un metodo che poi avrei potuto insegnare. Ma cosa voglio insegnare a qualcuno se non sono stato colto maturo dall'albero.
L'unica cosa buona che ti rimane da fare, quando sei così in basso, con l'erba che ti sfiora il viso è pensare, ascoltare, memorizzare, curiosare e “rubare” il più possibile da chi, invece, dall'albero è stato colto una volta maturo ed incartato in quel pezzo di carta che io, erroneamente volevo usare una volta espletati i miei bisogni arcaici.
Io sono quello che penso, sono il filosofo del “hai visto che la Ministra dell'istruzione la pensa come me? Sono anni che ripeto queste cose. Hai visto che avevo ragione?”. Poi aggiungo nei miei pensieri “Chissà se era meglio se fossi stato zitto, forse ci facevo una miglior figura. Forse se prendevo quel pezzo di carta...”


Cogito ergo sum. Chissà se si scrive così, non conosco il latino, meglio un bicchiere di buon vino (ecco che ho scritto una rima, la solita cavolata che dico ogni tre per due). Cogito, penso quindi esisto, sono un essere pensante, ma sono caduto dall'albero troppo acerbo. A volte pensare mi fa sentire maturo, frutto dell'albero colto al momento giusto, pregno della mia filosofia, non di quella del “tanto è così che doveva andare” oppure di quella “ma cosa ci vuoi fare, ti devi adeguare!”.
I miei pensieri sono frutto del mio pensare, della mia logica, del mio uno più uno fa, spesso e volentieri, due. Se si è onesti, almeno con se stessi. Io vivo della filosofia degli ignoranti, dei curiosi, di quelli che si informano da più fonti possibili, che le confrontano. Che le analizzano con il proprio pensiero e che ne traggono delle conclusioni che, a volte, ma spesso, troppo spesso, sanno di logica di base. Che hanno il sapore delle cose che sicuramente vanno o andranno nel modo che ho analizzato. Penso e mi sento il Platone degli immaturi, l'Umberto Eco dei “poveri”.Ma alla fine della farsa, quello che io sono, lo sanno in pochi.
I think, I have a dream. Ho un sogno, anzi ne ho più di uno, meglio, ne ho troppi. Ho sogni fatti di sole e bel tempo, di pioggia e tempeste di vento. Ho sogni di feste e di momenti tristi e di feste nei momenti tristi. Vivo nei sogni, nell'essere il supereroe dei miei fumetti d'infanzia, quell'eroe che poteva salvare il mondo ma che alla fine curava solo gli interessi suoi e del mondo... ma perché cambiarlo in meglio, se nel mondo non ci fossero più problemi a cosa servirebbe un supereroe? Se le cure togliessero del tutto il male, a cosa servirebbero medici e medicinali. Se nel mondo non ci fossero più guerre a che servirebbero i medici, i medicinali, i venditori di armi, i politici, le lobbies di qualsiasi massoneria.
Ho sogni bellissimi, ho sogni concreti e sogni concretizzati.
Sabrina, i figli, i loro sorrisi mi hanno dato la giusta quantità e qualità di sole per vedere che la mia buccia è mutata, mutata in meglio. Ma io penso e continuerò a farlo perché pensare vuol dire essere ignorante, vuol essere la strada in discesa dove rotolare tra fili d'erba e fiori profumati, cercando di non passare sempre in mezzo agli escrementi che sono stati sparsi qua e là da qualcuno che non sa cosa farsene del pezzo di carta ma che, lui ce l'ha . Là in fondo c'è il mio mondo, il modo di essere un ignorante che ignora quello che è.
A dire il vero lo so chi e cosa sono. Uno che ignora e che quindi vuole rotolare verso un suo sapere, ogni giorno, fino a che potrò pensare con la mia testa e non con quella di qualcun altro.





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SPAGHETTI CON PESCE SPADA E PESTO DI MANDORLE, BASILICO E PESCA

Questo primo piatto è nato come tanti altri piatti, per caso, mentre curiosavamo tra le cassette di frutta e verdura al supermercato. La particolarità del pesto sta nella scelta di impreziosirlo con il sapore della pesca. Il risultato finale è di quelli felici, in cui tutti i sapori si sposano armonicamente. Gradito all'ennesima potenza anche da Alice Ginevra. 
Ingredienti per 3 persone:

250 gr di spaghetti
una fetta di pesce spada fresco del peso di circa 200 gr
olio extravergine d'oliva
prezzemolo fresco
1 spicchio d'aglio finemente tritato
pepe nero

Ingredienti per il pesto:

12 foglie di basilico fresco
60 gr di mandorle senza pelle
la scorza grattugiata di un limone non trattato
la metà di una pesca matura ma soda (tagliata a cubetti)
40 gr di Pecorino sardo stagionato grattugiato
olio extravergine d'oliva di ottima qualità
In una padella scaldiamo un filo d'olio extravergine d'oliva, aggiungiamo l'aglio e i cubetti di pesce spada. Lasciamo che il pesce prenda colore, un minuto e togliamo dal fuoco. Aggiungiamo il prezzemolo sminuzzato e del pepe nero. Teniamo da parte.
Prepariamo il pesto. Nel bicchiere del mixer uniamo le mandorle, il basilico, la pesca, il limone, il pecorino e l'olio. Frulliamo tutti gli ingredienti fino ad ottenere un composto omogeneo.
Una volta scolati gli spaghetti li saltiamo nella padella con il pesce spada in modo che si insaporiscano. Completiamo con il pesto e impiattiamo.


16 commenti:

  1. Ci credo che anche Alice Ginevra abbia apprezzato questi spaghetti: sono fantastici!

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  2. Io mi inchino a questo pezzo così profondo, caro il mio fantastico "ignorante".
    Sarà banale ma devo dire che questo genere di ignoranza appartiene a persone serie e concrete, ...vere. Come era il mio babbo, come sono tanti amici che il pezzo di carta di cui sopra non l'hanno mai nemmeno sognato ma che sono miniere di buon sapere e straordinaria umanità. E di CULTURA. Quella vera.
    Poi, tornando forse al prosaico ma restando in poesia, mi tuffo nel piatto.

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  3. Luca, tu sei tu,unico nell'Universo, con le tue Principesse a cui sarai sempre legato da Amore indefesso, e con la tua Regina che ti adora così come sei anche x non avere quel pezzo di carta. Tu non solo sei superiore a molti che lo hanno, quel pezzo di carta, ma a mio parere hai una laurea honoris causa: quella di essere padre, marito e al giorno d'oggi è tutto...baci x 4

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  4. Questo piatto è molto invitante, le bimbe, con la mamma sono...il sole, e il papà è un GRANDE!!!!Ciao bella famiglia!

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  5. La vera scuola è quella della vita; chapeau per il post.
    Salutoni a presto.

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  6. Che spettacolo questi spaghetti e che meraviglia le cucciole...una bellissima famiglia! Un piacere leggervi...a presto

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  7. Ciao ragazzi.
    Post importante...
    Anche io, per scelte di allora, il pezzo di carta non ce l'ho.
    Ma credo di avere i valori giusti e l'onestà di mettermi in discussione e la volontà di darmi da fare per colmare quel che mi manca.
    Il mio motto è "cercare di dare il meglio possibile"... speriamo che basti!
    Ma che stupenda signorina sta diventando Alice Ginevra!!! Adoro i suoi occhi!
    ^_______^
    Un bacio a voi quattro!
    Nunzia

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  8. La cultura si può avere attraverso il conseguimento di un pezzo di carta, ma ha più valore se è accompagnata e completata dalla cultura personale, quella che ti costruisci da solo, frutto della propria esperienza.

    Una forchettata dei tuoi spaghetti la prenderei volentieri. Buonissima, questa non è cultura, è arte,
    Le bimbe sono splendide!!!

    Ti seguo su bloglovin.

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  9. Perbacco, Luca!

    Hai scritto un trattato notevole da divulgare presso chi il pezzo di carta ce l'ha!!!

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  10. Mi è piaciuto moltissimo il tuo post e , ti dico, che mi ci ritrovo perfettamente, anche io dal mio posticino sul prato e tra l'erba, a volte secca, a volte sulla dura terra, ma sempre come se fossi appena stata staccata dal ramo. Teniamo duro e non permettiamoci di marcire, ma solo di maturare!
    Un post così bello e profondo che quasi fa passare in secondo piano questa ricetta che, indovina? Mi viene proprio voglia di provare!!

    Un abbraccio a tutti e quattro

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  11. "Io so di non sapere" lo diceva Socrate e come te non sbagliava!
    Il pezzo di carta, che purtroppo oggigiorno è indispensabile per non vederti chiuse le porte in faccia, decreta che hai fatto un percorso di studi, ma l'intelligenza è altra cosa!! :)))))
    Un abbraccio a tutti voi, famiglia bellissima!

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  12. Oggi cio che conta è saper fare. tutto il resto è storia.
    Un abbraccio
    Maurizio

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  13. Ossignor... questi spaghetti sembrano fantastici!!! Il pesto con la pesca?? Favoloso!!!
    Franci

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  14. Ciao! un post polemico questo! ce ne sarebbero troppe da dire ad essere sinceri :)
    Buonissimi questi spaghetti: pesce accompagnato da un pesto diverso e fruttato, molto molto originale!
    un abbraccio

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  15. Ho visto ogni santo giorno mio padre tornare dal lavoro distrutto dalla fatica, coperto dalla polvere dei campi dalla testa ai piedi, il sudore sulla fronte dello stesso colore della terra, curvo sulla schiena dai dolori. L'ho visto sempre addormentarsi sulla sedia prima ancora che cominciasse il film della sera, riusciva a stare in equilibrio in una maniera impressionante pure nelle posizioni estremamente precarie. Non ci ha mai negato un sorriso neppure nei suoi momenti peggiori. Non dovrebbe essere un pezzo di carta a fare di noi delle persone meritevoli, lui non ce l'ha mai avuto ma ci ha insegnato tanto lo stesso anche senza le parole scritte su un foglio. Si è ignoranti da entrambe le parti, chi ha avuto quel pezzo di carta ed ora lavora in un ufficio lo è su come si lavora la terra, mentre chi fa il contadino è ignorante a sua volta sull'ambiente di un impiegato d'ufficio. Dove dovrebbe stare la differenza? Forse su quanta polvere si riesce a portare a casa alla fine della giornata?
    Sono un ignorante su tantissime cose, ma posso benissimo chiamare ignoranti persone molto più istruite di me.
    Beh, comunque un bacione a tutti voi, ciao.

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  16. L'intelligenza non e' un pezzo di carta, Luca, certo oggi se non hai quello non vai da nessuna parte anche se in questo periodo fa fatica a trovare un misero posto anche chi ha una laurea. Tu hai scritto un post bellissimo, ti faccio un abbraccio forte insieme alle tue tre meraviglie, questo piatto mi piace tantissimo e anche gli spaghetti al pesto dell'altro post, li preparo domani, dopo aver fatto la spesa! :-)

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