Mi sveglio presto la mattina e presto scivolo fuori, in un materasso di nebbia, nuotando in un mare di sonno e di sogni. Lo ammetto, sogno troppo. Sogno parole dette a fior di labbra, che valgono diamanti, sogno cuori come caminetti accesi, qualche frase astratta tra frasi solide, divorare le parole, assaporarle piano, declinazioni dolci, sfumature intense. La voglia di andare, stasera, domani, adesso, il telefono, le mani. Aprire i miei silenzi, fondermi con tutto, sentire sulla pelle la presenza, l'entusiasmo, la sua pelle. Mi perdo dentro questi pensieri pensati inutilmente. A quest' ora del mattino.
Ieri Luca ed io abbiamo deciso di scrivere di Panarea, che è stata nostra per un giorno, per qualche ora. Quanto è bello tornarci col pensiero, ora che c'è un universo di distanza dalla dolcezza di settembre, ora che vestiamo maglioni di lana ricordando la leggerezza della pelle nuda e di cieli altissimi.
La decisione di raggiungere Panarea è un attimo, arriva improvvisa e sorprende per primi noi stessi; arriva con due parole appena abbozzate, "E se andassimo a Panarea?". Non ricordo nemmeno se sono uscite dalle labbra di Luca o dalle mie, forse è stato un unisono di pensiero.Da lì la corsa al molo per vedere a che ora parte l'aliscafo, la corsa a rotta di collo giù per i vicoli di Stromboli, cercando di non travolgere un'orda di turisti sbucati da dietro l'ennesima curva. Rompiamo in un sorriso a due piazze quando scopriamo che siamo in perfetto anticipo e che possiamo poltrire sotto al sole per un po', prima di imbarcarci.
La giornata si srotola dolce, a tratti euforica. Durante il viaggio sono sempre col dito puntato verso qualcosa, una piccola barca, un'onda ricamata controcorrente, il profilo dell'isola che si staglia in lontananza.
Approdiamo a Panarea e quasi non riesco a muovermi, rimango lì a cercare la mia prima impressione ed una prospettiva per osservarla nel suo insieme. Luca è pronto a scattare qualche foto così balzo su di un muretto e lo lascio fare. Sorrisi come bolle di sapone, a fior di labbra.
La nostra prima impressione di Panarea è che non abbiamo un'impressione finchè non ci avremo fatto il girotondo tutto intorno. Sbirciamo dentro i negozi ed i locali che si affollano di fronte al porto, tra la frutta tropicale e manufatti in legno, e poi imbocchiamo una stradina che sale ripida e che ci avvicina al sole.
Anche Panarea, come Stromboli, è un paese che si inerpica, con le sue case e le sue ville di un bianco candido, la cui monocromia è rotta da piccoli bazar, alcuni nascosti dietro porticine colorate, sotto gazebo da cui penzolano abiti e camicie fatte a mano, di ottima manifattura. Il lino, il cotone, la seta mi scivolano tra le mani e se non avessimo l'urgenza di continuare a salire per scoprire altri angoli, per non perderci niente, quasi quasi non resisterei alla tentazione di avvolgermici dentro.
Le facciate dei negozi sono linde e luminose e all'interno i proprietari stanno coccolando la loro tazza di tè. Immagino per un attimo il profumo della menta. Un tè marocchino a Panarea, beati in mezzo ad esplosioni d'azzurro.
Le strade sono poco trafficate, una calda tranquillità riempie l'aria, c'è un silenzio che si accartoccia, rotto soltanto dal ronzio delle api indaffarate e dal motore elettrico degli Apecar che sfrecciano a tutta velocità e che ci costringono a snellirci come sardine in scatola contro le pareti rocciose del monte.
E' tutto un susseguirsi di pietre, rugose, crepate, imponenti, tra le cui fessure crescono piante selvatiche, erbe e fiori. L'isola è martellata dal sole, ma ci concede di assaporare la frescura dell'ombra, sotto i suoi grandi alberi che scorrono fruscianti lungo la strada per poi ridarci in pasto all'abbraccio di calore.
Parliamo fitto fitto per tutto il tragitto finchè ci ritroviamo senza fiato lungo il sentiero che continua a salire e che ci porterà fino ad una caletta e ad una spiaggia. Ancora venti minuti di camminata, recita un cartello che incrociamo.
Qui le distanze si misurano in minuti o ore, come dire che è tutto alla portata di piedi. Mangiamo la strada e facciamo nostro ogni dintorno. Le emozioni ci passano da parte a parte, Cupido scocca i suoi dardi, ho il cuore dolce come una ciambella io, come l'aroma dell'amore. Ma anche Luca soccombe davanti a tanta bellezza.
In fondo, davanti a noi lumeggia la striscia del mare. La raggiungiamo e ci sediamo sugli scogli a bearci di questo momento ed ancora una volta non resisto alla tentazione di affondare i piedi nell'acqua. Non importa se non ho il costume, non importa se i bagnanti mi guardano. Non vedo nessuno, se non Luca con gli occhi sbrodolati su di me, che mi sorridono felici.
Ci rimettiamo in marcia sotto al sole dell'ora di punta, vogliamo raggiungere un villaggio preistorico addormentato da secoli sulla sommità di un monte. Dalla caletta riusciamo a scorgere parte del sentiero che ci condurrà lassù, una stradina impervia in mezzo al selvaggio.Sono in un brodo di giuggiole e con le ciabattine ai piedi saltello in mezzo alla polvere, alle lucertole che impudenti mi attraversano la strada e a piante spinose, i cui pungiglioni mi si infilano sotto la suola arrivando a farmi gridare dal dolore. Dobbiamo fermarci più di una volta per estrarre le spine dai miei piedini.
Ma continuano a farmi più paura le lucertole delle spine. Le spine sono così indifese, le lucertole invece sono così... così...così impressionanti! E mi fa rabbia che Luca non le vede nemmeno.
Camminiamo tra le pietre scalando altre pietre e finalmente arriviamo in cima. E' uno spettacolo di una bellezza da mozzare il fiato il panorama che abbiamo intorno, siamo soli quassù, solo Luca ed io e le carezze del sole e di un alito di vento. Solo Luca ed io tra ruderi preistorici , storditi dal silenzio circostante, dall'infinita distesa del mare sotto di noi, di un verde scintillante, che gioca con le trasparenze, che gioca a nascondino dentro anfratti di grotte annidate sotto la montagna. Proviamo un po' la sensazione di trovarci nel mezzo di una visione da sogno. Vorrei, vorresti, vorremmo rimanere sdraiati qui, con gli occhi semichiusi, addormentarci abbracciati in questo spicchio di paradiso, dimenticando il tempo ed ogni altra scheggia di pensiero.
Lasciamo Panarea con le sue suggestioni a riempirci le tasche, ad affondare nel cuore. Lasciamo Panarea con un calice di Chardonnay per dissetare l'arsura ed un cocktail di gamberi, capriccio danzante.
Porto con me la mia mano stretta in quella di Luca, la mia faccia abbronzata come una zolla di terra. Porto con me la macchina fotografica carica di immagini, il mare, il meglio di tutto, senza scartare nulla e quando il domani sarà oggi, saremo ancora a Stromboli.
Lascio che si creino i solchi sul trucco che non ho. Le macchie del rimmel che non ho, sono sempre più larghe. La matita, che non ho sugli occhi, si è ormai consumata, tante sono state le volte che vi ho passato sopra il dorso della mano. Non ho trucco sul mio viso da rifare, da ritoccare, da riprendere. Sabrina è a casa, stanca, stremata.
Stanca del ripetersi dei giorni in modo quasi inutile. Ho il difetto di essere empatico, almeno nei suoi confronti. Se lei sta male io sto peggio, se lei è felice io sono al quarantanovesimo cielo perché sette non mi bastano. Per lei vorrei che le vacanze non finissero mai, che le giornate fossero sempre di sole, che attorno a lei le persone fossero sempre sincere e corrette. Vorrei esserle sempre presente, che Luca fosse sempre lì per non farla faticare. Invece sono giorni che prima del buio non arrivo a casa e, quando arrivo, sono sfinito, svuotato sia di energie fisiche che mentali. Sono passati giorni con un media di 4 ore alla guida e di dodici ore fuori di casa. L'unico giorno che sono rimasto a casa è stato per la reazione all'anestesia del dentista che mi ha sconquassato.
Oggi è il giorno di Panarea, il giorno in cui l'isola bianca si è lasciata scoprire da due turisti felici di essere lì in quel momento e in quel giorno.
Un'isola vestita di bianco, di strade piccole e semi deserte. Un' isola che si racconta per la sua vita notturna, per l'eleganza e per la stravaganza della moda che lancia. Per me, che ne avevo sempre solo sentito parlare, è stato come arrivare nella sancta sanctorum dei ricchi degli anni settanta (e mi sa anche di quelli di oggi).
Il porto ed un muretto per scattare le foto dove la mia musa si atteggia a diva, la mia Diva.
Ne scegliamo una a caso, una stradina, una qualsiasi. Muri bianchi, case, ville bianche con porte e finestre blu. Una chiesa che sarà il nostro primo traguardo. Il mare, il Dito del Gigante, Stromboli, riempiono il quadro con il loro tratto leggero. Siamo contenti di questo settembre caldo senza la folla. La vita ha un altro sapore, quello della scoperta. Il passo è lento ed abbiamo tutto il tempo per spiare nei giardini delle case ora disabitate ma con ancora l'eco delle vite che le hanno riempite fino a pochi giorni fa.
“Ma la spiaggia? Dov'è?” ad un certo punto, dopo quasi un'ora di camminata la domanda ce la poniamo. Stiamo andando verso nord, verso la periferia del paese e di strade che scendano a mare non ne vediamo. Solo villette, sempre più lontane l'una dall'altra, erba sempre più gialla, bruciata dal sole agostano. Sì, forse è il caso di invertire la rotta e ridiscendere in paese.
Il padrone del cielo si erge sempre più alto, accorciando le ombre che lentamente abbandonano gli immacolati muri delle case quando arriviamo alla zona “commerciale” di Panarea. Il primo acquisto è un po' d'acqua frizzantina, fresca abbastanza da rimanere tale per un po' nello zaino. Piccoli bazar stra bordanti di arte, di preziosi monili fatti con gusto e semplicità. L'apparenza è che non sia solo merce attira turisti ma anche cose fatte per il piacere di realizzarle.
Una freccia blu dipinta sul bianco con scritto sotto, l'indirizzo della spiaggia: “Per la spiaggia”. Guardiamo la freccia e ruotiamo all'unisono la testa come se la spiaggia si dovesse materializzare in fondo al nostro sguardo, ma là c'è una curva e dopo la curva.... un taxi elettrico quasi ci stira. Sarà che le strade sono deserte ma Indianapolis è decisamente molto lontana. Anche questa stradina sale ed inizio a chiedermi se le spiagge sono così alte che si deve salire così tanto. L'altra chiesa di Panarea ci accoglie nel sagrato per darci un po' di ristoro e per riempirci gli occhi di panorama. L'acqua frizzantina, invece, ci da un po' di sollievo dopo questa marcia “forzata”. Ce ne stiamo lì seduti a parlare, a ridere, a ricordare Massimo e Ciro, del Re dell'Isola Grande, l'Etna. Di quanto i polpacci ci facciano ancora male e che forse, per quest'anno, la cima di Stromboli non la raggiungeremo. Ce ne stiamo lì seduti a prenderci la nostra razione di sole in viso quando, ecco lì che arriva un'orda di turisti con bambini urlanti, di nonne col cappello sventolante sotto il mento, di studenti con la telecamera pronti a realizzare la fiction della loro vacanza. Le ragazze si scherniscono, poi cercano di sistemarsi i capelli ed iniziano a dire frasi che da grandi si pentiranno di aver detto mentre rideranno di tutto ciò riguardandosi sullo schermo.
Mi ricarico lo zaino sulle spalle e convinco Sabrina a lasciare questa orda barbara alle nostre spalle, la spiaggia ci aspetta.
E' piccola la spiaggia ma con un'acqua che incanta. Non abbiamo il costume ma Sabrina, incurante degli sguardi, salta da un sasso all'altro godendosi ogni momento in quella magia che è il mare nostrum.
Io me ne sto seduto su di un sasso proporzionato alle mie dimensioni e con la digitale copro Sabrina di baci.
Guardo l'acqua trasparente in cui si riflettono i promontori dell'isola poi, Sabrina mi si avvicina e mi chiede”ma dove sarà quel villaggio preistorico? Se è lassù, c'è altra salita da fare?” Più che una risposta verbale è una azione. Mi alzo e l'invito ad asciugarsi perché si parte per andare a vedere. Ci fa uno strano effetto attraversare la spiaggia, noi vestiti ed i pochi villeggianti stesi ad arrostire. Superiamo un cumulo d'immondizia lasciato anch'esso ad abbronzarsi ed iniziamo la salita.Sono gradini che si arrampicano tortuosi fino alla cima del promontorio, poi un comodo selciato ci porta alla punta. Un minuscolo altopiano che domina l'azzurro. C'è da rimanere senza fiato e non solo per la camminata o per le esplosioni di terrore di quando Sabrina intravede delle lucertole. Non c'è nulla da fare, nonostante le proporzioni siano di uno a mille, quei piccoli verdoni la fanno tremare. Io viaggio in avanscoperta come se fossimo in una giungla inesplorata e lei dietro due passi nell'attesa che io spaventi i piccoli rettili che si parano lungo il percorso.
Ritorniamo verso il porto, gli ultimi negozi, i biglietti per il ritorno a Stromboli, un passaggio al bar per ristorarci e per viziarci un po'. Siamo o non siamo in vacanza?....Magari!!!!!
(Stromboli continua, ma a voi va ancora di leggere ? Se sì, alla prossima puntata....)
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Con questa ricetta partecipiamo alla raccolta di Susina Strega del tè
Con questa ricetta partecipiamo alla raccolta di Susina Strega del tè
Quando abbiamo letto di questa raccolta ci siamo detti "Ma sì! Ma che cosa ci inventiamo?"
Il tè dona un colore particolarmente caldo alla pasta, il suo aroma amaro si fonde con il dolce della castagna armonizzandosi ottimamente. La Salsa è un'idea di sabrina e devo ammettere che è il degno legante che completa il nostro piatto. Quindi...
RAVIOLI AL TE' CON RIPIENO DI CASTAGNE SU SALSA AL TE' NERO
Ingredienti per l'impasto:
50 gr di farina di grano duro
150 gr di farina di grano tenero
2 tuorli
80 gr di tè English Breakfast Tea della Twinings e lasciato raffreddare
una presa di sale
un cucchiaio di olio extravergine d'oliva
50 gr di farina di grano duro
150 gr di farina di grano tenero
2 tuorli
80 gr di tè English Breakfast Tea della Twinings e lasciato raffreddare
una presa di sale
un cucchiaio di olio extravergine d'oliva
Ingredienti per il ripieno dei ravioli:
300 gr di castagne arrostite grattugiate (non frullate)
200 gr di ricotta mista
sale e pepe
scorza di mezzo limone
300 gr di castagne arrostite grattugiate (non frullate)
200 gr di ricotta mista
sale e pepe
scorza di mezzo limone
Ingredienti per la salsa al tè:
2 tazze di tè English Breakfast Tea della Twinings
50 gr di burro
1 cucchiaio di Maizena
4 foglie di salvia
pepe
1 cucchiaio di castagne grattugiate
1 pizzico di sale
Il giorno prima abbiamo castrato le castagne, noi abbiamo usato dei marroni biondi della zona di Monteveglio (BO), e le abbiamo arrostite. Le abbiamo fatte riposare in un canovaccio e poi spellate una ad una. Qualcuna ce la siamo mangiata ma i 300 gr per il ripieno ce li eravamo messi da parte.
Seconda operazione, abbiamo preparato il Tè con 4 filtri di English Breakfast Tea della Twinings per circa 3 tazze e lo abbiamo lasciato raffreddare.
La pasta tocca a me. Sulla spianatoia metto le due farine a fontana, ci aggiungo i due tuorli, un pizzico di sale ed un po' d'olio extra vergine d'oliva. Inizio ad impastare e poi, piano piano, aggiungo il tè nero. Una volta che l'impasto ha raggiunto la consistenza ottimale, lo lasciamo riposare per una ventina di minuti avvolto in pellicola trasparente. Nel frattempo prepariamo il ripieno. Grattugiamo le castagne e le incorporiamo alla ricotta. Un pizzico di sale, una bella macinata di pepe e la scorza grattugiata di mezzo limone di medie dimensioni.
Tiriamo la sfoglia e con il ripieno prepariamo i ravioli. Sabrina li chiude uno ad uno e li sistema nel vassoio.
Ora prepariamo la salsa.
Sabrina mette 2 tazze di tè in una larga padella assieme a 4 foglie di salvia, un pizzico di sale ed una macinata di pepe nero. Scalda il tutto e poi fa addensare con la Maizena, per finire aggiunge un cucchiaio di castagne grattugiate,.
Nel frattempo la necessaria quantità di brodo vegetale è già a bollore e vi versiamo i ravioli. Pochi minuti e li scoliamo. Prepariamo il piatto condendo il tutto con la salsa al tè.
Che altro dire...se non che ad un buon bicchiere di Grignolino piemontese come accompagnamento non siamo riusciti a rinunciare.
According to us ravioli is a delicious stuffed pasta, we like it so much!
Combine both flours, salt, extravirgin olive oil and mound on a large work surface. Continue working the flour into the eggs and the tea until a ball of dough is made. Cover the ball of dough with a damp cloth and let set for about 30 minutes. Roll out one of the smaller dough balls to create a rectangle. Cut ravioli and in the center of each square place a small amount of your ravioli filling. You just have to combine grated roasted chestnuts, ricotta cheese, salt and pepper and some grated lemon rind, it's really a matter of personal preference at this point. Stir to mix well. Fill your ravioli with this mixture.
We have to prepare the sauce now. Pour 2 cups of English tea in a saucepan over medium heat. Add butter and let it melts then add Maize starch, fresh leaves of sage, salt and pepper to taste, 1 tbs grated roasted chestnuts and when the right consistency is obtained your sauce is ready. You just have to add the cooked ravioli and gently toss. Serve warm. We really appreciate their intensity of flavour.
Seconda operazione, abbiamo preparato il Tè con 4 filtri di English Breakfast Tea della Twinings per circa 3 tazze e lo abbiamo lasciato raffreddare.
La pasta tocca a me. Sulla spianatoia metto le due farine a fontana, ci aggiungo i due tuorli, un pizzico di sale ed un po' d'olio extra vergine d'oliva. Inizio ad impastare e poi, piano piano, aggiungo il tè nero. Una volta che l'impasto ha raggiunto la consistenza ottimale, lo lasciamo riposare per una ventina di minuti avvolto in pellicola trasparente. Nel frattempo prepariamo il ripieno. Grattugiamo le castagne e le incorporiamo alla ricotta. Un pizzico di sale, una bella macinata di pepe e la scorza grattugiata di mezzo limone di medie dimensioni.
Tiriamo la sfoglia e con il ripieno prepariamo i ravioli. Sabrina li chiude uno ad uno e li sistema nel vassoio.
Ora prepariamo la salsa.
Sabrina mette 2 tazze di tè in una larga padella assieme a 4 foglie di salvia, un pizzico di sale ed una macinata di pepe nero. Scalda il tutto e poi fa addensare con la Maizena, per finire aggiunge un cucchiaio di castagne grattugiate,.
Nel frattempo la necessaria quantità di brodo vegetale è già a bollore e vi versiamo i ravioli. Pochi minuti e li scoliamo. Prepariamo il piatto condendo il tutto con la salsa al tè.
Questo è un piatto che si fa apprezzare per l'intensità e la complessità di sapori.
Che altro dire...se non che ad un buon bicchiere di Grignolino piemontese come accompagnamento non siamo riusciti a rinunciare.
TEA SCENTED RAVIOLI FILLED WITH CHESTNUTS ON A BLACK TEA SAUCE
Ingredients:
50 g double milled durum wheat semolina
150 g wheat flour type 00
2 egg yolks
80 g tea
a pinch of salt
1 tbs extravirgin olive oil
Ingredients for the filling:
300 g grated roasted chestnuts
200 g ricotta cheese
salt and pepper to taste
grated lemon rind (just half a lemon)
Ingredients for the tea sauce:
2 cups of English Breakfast tea (Twinings)
50 g butter
1 tbs Maize starch
4 leaves sage
black fresh ground pepper
1tbs grated chestnuts
a pinch of salt
50 g double milled durum wheat semolina
150 g wheat flour type 00
2 egg yolks
80 g tea
a pinch of salt
1 tbs extravirgin olive oil
Ingredients for the filling:
300 g grated roasted chestnuts
200 g ricotta cheese
salt and pepper to taste
grated lemon rind (just half a lemon)
Ingredients for the tea sauce:
2 cups of English Breakfast tea (Twinings)
50 g butter
1 tbs Maize starch
4 leaves sage
black fresh ground pepper
1tbs grated chestnuts
a pinch of salt
According to us ravioli is a delicious stuffed pasta, we like it so much!
Combine both flours, salt, extravirgin olive oil and mound on a large work surface. Continue working the flour into the eggs and the tea until a ball of dough is made. Cover the ball of dough with a damp cloth and let set for about 30 minutes. Roll out one of the smaller dough balls to create a rectangle. Cut ravioli and in the center of each square place a small amount of your ravioli filling. You just have to combine grated roasted chestnuts, ricotta cheese, salt and pepper and some grated lemon rind, it's really a matter of personal preference at this point. Stir to mix well. Fill your ravioli with this mixture.
We have to prepare the sauce now. Pour 2 cups of English tea in a saucepan over medium heat. Add butter and let it melts then add Maize starch, fresh leaves of sage, salt and pepper to taste, 1 tbs grated roasted chestnuts and when the right consistency is obtained your sauce is ready. You just have to add the cooked ravioli and gently toss. Serve warm. We really appreciate their intensity of flavour.
Me piace la tua racconto e il fotografie,che sono sempre bellissimi, con voi nel post cosi belli e aprico.
RispondiEliminaHappy weekend ! :)
Brad
Pensavo di essere la prima ma arrivai in ritardo:-) Ciao ragazzi carissimi, devo dire semplicemente che il vostro viaggio (non finirò mai di leggere e rivedere le foto bellissime, voi due compresi), l'ho decisamente fatto anch'io, con emozioni, sensazioni di sole sulla pelle, di sogno ad occhi aperti ed è stato bello. Avete la magia nel raccontare e raccontarvi:-) Vi abbraccio ed a presto
RispondiEliminale foto sono meravigliose e questo piatto è davvero particolare e originale!! complimenti!
RispondiEliminaCome farei senza i vostri reportage, leggere le vostre emozioni è come tuffarci insieme a voi in questo splendido viaggio all'insegna del sole dell'allegria dell'amore che solo un isola pasionale e meravigliosa come la sicilia puo dare!!quindi io aspetto il prossimo post e le meravigliose foto che ci regalate!un bacione grande e che dire dei ravioli...goduriosissimi!!!!!!!!!imma
RispondiEliminaancora, ancora...voglio altri racconti...perchè la vostra estate ci riempia questo fine autunno di sole e bei ricordi...
RispondiEliminaQuelle scale azzurre, ma che belle :)
RispondiEliminaLe lucertole, il mare, il sole, quei piccoli paradisi vostri... e a pensarci che qui in Finlandia già abbiamo la neve!
Felice sabato a voi e a tutti i lettori di questo blog
un'isola davvero stupenda e ve la siete proprio "spolpata" in lungo e largo....e questa salsa al tè? chi è che ha avuto l'idea....sicuramente Sabri,brava! i maschi a fantasia non azzardano ;-))) baci!
RispondiEliminache dirvi ancora una volta mi rapite con i vostri racconti...aspettando il continuo vi abbraccio forte!!!baci e buon week end
RispondiEliminaè bello sia il reportage fotografico e molto particolare il piatto che hai proposto davvero unico!complimenti1!
RispondiEliminasempre bella e dolcissima Sabrina e che meraviglia questi posti fanno davvero desiderare di dimenticare tutto e partire .un grosso abbraccio
RispondiEliminasempre bella e dolcissima Sabrina e che meraviglia questi posti fanno davvero desiderare di dimenticare tutto e partire .un grosso abbraccio
RispondiEliminabuon fine settimana! UN BACIO,
RispondiEliminaCookingMama
http://cookingmama.mnyblog.it
Ciao Carissimi!
RispondiEliminaAncora le foto di questa splendida vacanza...peccato ceh quel tempo non ci sia oraa nceh qui, certamente avremmo meno freddo!
Buonissimi e particolari, come solo voi sapete fare, questi ravioli. Il te con le castagne è davvero una novità! Le domanda quindi è: quale dei due gusti prevale???
baci baci
Mi piacequesto modo di raccontare duale, che però, proprio per l'intensissima intesa che c'è fra di voi, alla fine coincide!
RispondiEliminaBellissime le foto e stupefacente il piatto! Ma dove "pescate" le vostre idee??? A Panarea????
Baci
Stefania
Mi piace questa ricetta, da provare..sembra deliziosa!
RispondiEliminai vostri racconti sulla sicilia mi stanno coinvolgendo molto , bellissimi , riuscite a trasmettere le vostre emozioni !!!!
RispondiEliminaLa ricetta è originalissima e io me la stampo perchè merita proprio ...
Da vera ignorante di cucina che sono ho visto che avete utilizzato la maizena per la preparazione della salsa , io solitamente la utilizzo solo nelle preparazioni dolci , mai nelle salate ... grazie mi avete fatto scoprire una cosa nuova :)
ciao bellissimi!!!buona domenica
RispondiEliminaMolto bello questo racconto,viene proprio vogliadi andare a farci un bel giretto. Ciao Baci
RispondiEliminaSììììì voglio leggere ancora... e ancora vedere foto foto foto di splendido mare e paeacci splendidi.
RispondiEliminaOriginalissima questa ricetta! Buona serata Laura
L'ho chiamato questo post :-D
RispondiEliminaComunque basta foto, ragazzi: altrimenti le vostre ricette passano inevitabilmente in secondo piano :-D
Bella davvero Panarea: ci credereste che non ci sono ancora mai sceso ? :-O
La prossima volta, allora, Panarea e Vulcano !!!
P.s.: carina Sabrina nella foto "nel selvaggio": con dietro quel fico d'india sembra abbia le orecchier di Topolino hahahahahaha
Ciaoooo
grazie per queste suggestioni di mare e di sole, un balsamo in questa mattina grigia e nebbiosa
RispondiEliminaI ravioli sono splendidi, complimenti!
Un bacione
fra
L'isola di Panarea è un pezzo di paradiso sulla terra;questi ravioli sono un vero e proprio sfizio.
RispondiEliminaCiao ragazzi, buona domenica! Questa ricetta mi ha conquistata, davvero, è geniale. Siete due bravissimi cuochini! Bellissime le foto, a un certo punto avrei voluto tuffarmi accipicchia :P Ehm, Sabrina, anch'io sogno troppo, ma i miei sogni non sono dolci come i tuoi. Di solito sogno cose orribili tipo che vado ancora a scuola e non ho fatto i compiti di matematica oppure che sono la protagonista di un survival horror e ho buone possibilità di morire in maniera atroce nei prossimi 5 minuti. Poi mi sveglio con le occhiaie e anche un po' agitata (chissà perchè?). Un bacio e buona domenica! :)
RispondiEliminaBello andare un po' in giro con voi a Panarea, non essendoci mai stata mi avete fatto venir voglia di farci una capatina (nella bella stagione, of course!).
RispondiEliminaCiaoooo!
Continuate pure,adoro i vostri racconti e guardare le vostre foto.
RispondiEliminaGeniali come sempre nelle vostre ricette,io oso sempre poco in cucina, avendo 2 ragazzi cerco di fare sempre una cucina che accontenti sopratutto loro,ma quanto mi piacerebbe provare....
Ciao ragazzi vi auguro un buon inizio settimana, anche se sembra riduttivo, tante le corse, gli impegni di lavoro, il poco tempo per stare insieme, però vi dico sinceramente che nonostante tutti gli intoppi della vita è bello sapere che si è in due, sempre mano nella mano, qualunque cosa accada, in due ad assaporare la vita...come voi:-)
RispondiEliminaVi abbraccio, sinceramente.
Grazie per questi raggi d'estate ormai andata in letargo.
RispondiEliminaPiene d'amore le parole di Luca per Sabrina...
Una ricetta curiosa!
Baci.
Ragazzi...sarò ripetitiva ma..m'incantate letterlmente con i vostri racconti e le succulente ricette!
RispondiEliminaHo davvero gli occhi pieni di meraviglia...grazie!
bacione e buona settimana :D
Che immagini stupende il vostro racconto poi rende molto bne la bellezza di queata isola...il piatto poi e un crendo di sapori spettacolari...buona settimana Luisa
RispondiEliminaPanarea è la signora chiccosa delle Eolie, da vedere assolutamente, anche se per me la magia di Stromboli non si batte! Con queste giornate i vostri post sono raggi di sole...Bacione
RispondiEliminaCiao ragazzi, che piacere rileggervi!! Ritrovare i vostri racconti, le vostre foto che palano più di tante fasi, e le vostre ricette fantastiche :)
RispondiEliminaStupende foto ragazzi!!! ma scusate.. i ravioli con ricotta e castagne.. goduria!!! Baci baci e buon inizio settimana :-)
RispondiEliminami piacciono troppo le vostre ricette! questi ravioli sono particolarissimi, me li segno
RispondiEliminaDavvero stupefacenti. Le foto delle vacanze, che mi riportano alla libertà respirata (appena, di lontano) durante l'estate, ma anche la ricetta, che propone un abbinamento davvero insolito. Sono un'amante delle castagne, ma anche del the ed ho imparato ad apprezzare entrambi nei piatti salati. Se mai imparerò a fare la pasta in casa...
RispondiEliminaChe piacere rivedervi ieri, cari amici...
RispondiEliminaGrazie per la visita, di cuore.
Quando avete un pochino di tempo, passate da me per il bando del concorso 2009...
un abbraccio
Ragazzi Foto splendide di una splendida terra.
RispondiEliminaciao
Finalmente ce l'ho fatta a leggervi....Anche stavolta la solita dolce disturbatrice ha tentato di distrarmi..ma per stavolta ho vinto io. Che sensazioni, io non saprei assolutamnete descriverle così minuziosamente, io mi perderei già alla prima riga. Son pasticciona quindi rimango coerente....ehehehe. Mi vergogno sapete, ho queste mearvigie a due passi e non le ho ancora visitate, mi dicono che con i bambini piccoli non è il massimo, aspettiamo che crescano allora. Il vostro primo è da ***** favoloso. L'idea di utilizzare il tea per il salato, una gran genialata, questo è il bello del cucinare, spazio all'innovazioene e alla fantasia. Un bacio ragazzi, aspetto il seguito.....
RispondiEliminasabrina bisogna che ti dica che con le ciabattine basse sei deliziosa, ancor di più, perchè hai delle gambe ben fatte e belle sode e a te che ami i tacchi alti ho sentito che volevo dirtelo!
RispondiEliminaniente male questa degustazione di memorie post vacanziera, mischiare la realtà della solarità pur trascorsa con l'attualità della nebbia e del quasi freddo è tener presente la bellezza dei contrari e nutrirsi di tutt'e due,
ho letto poc'anzi un proverbio cinese "ogni contrario ha il suo contrario" non è lapalissianamente bello?
un abbraccio per VoiDue!
certo che mi va ancora di leggere!
RispondiEliminaio non sono mai stata a Panarea e grazie a voi l'ho sognata...
^_______________^
grazie per questo magnifico viaggio. il vostro racconto veicola calde emozioni, colori e sapori memorabili, sa di calma e di passione. è bello leggervi. ah..e complimenti per la ricetta, 10 e lode per la creatività e il connubbio rispettabilissimo che avete messo in pratica. ciao, un carissimo saluto!!!
RispondiEliminaMi sono persa nel blu dipinto di blu al punto che i ravioli non li avevo quasi visti.
RispondiEliminaBellissimi posti ed una ricettina dagli accostamenti di sapori niente male :-)
ho un gioco per voi...da me! un bacione
RispondiEliminaBellissimo post!!! ^________^
RispondiEliminaE quei ravioli... mammamia.... :P***
Mi ispirano troppo! Gran bel contributo alla raccolta di Susina!
Bacioni!
Ragazzi siete bellissimi...i vostri racconti mi affascinano...sarà perchè amo quella terra stupenda...poi Stromboli..Panarea sono meravigliose....e certo che dovete continuare...un po' come sto facendo anche io con Paris....un abbraccio grandissimo
RispondiEliminaps...i ravioli?? e che dire...senza parole...solo...buoniiiiiiii
grazie di essere passati da me ,effettivamente le cautele per gli occhi sono molte da osservare , ma gli occhi sono troppo importanti!!!!!ravioli particolarissimi, complimenti.
RispondiEliminaciao Reby
Son capitato qui per caso inseguendo foto del Duomo di ORvieto..sono rimasto incollato siete una coppia magnifica
RispondiEliminae te Sabrina, che corpo e che viso e che piedini, bellissima congratulazioni ancora.
Son capitato qui per caso inseguendo foto del Duomo di ORvieto..sono rimasto incollato siete una coppia magnifica
RispondiEliminae te Sabrina, che corpo e che viso e che piedini, bellissima congratulazioni ancora.
Ciao Sabrina, volevo farti i complimenti per il blog. Mi piace molto il tuo modo di scrivere. Bello il racconto del viaggio a Panarea. Io sono siciliana e anche se vivo a Roma da tempo credo che la Sicilia sia assolutamente meravigliosa. Un saluto. Tornerò a trovarti
RispondiElimina...vedo che è un pezzo che nessuno scrive su questo bolg...spero sia ancora 'vivo'....
RispondiElimina...scoperto per caso...davvero stupendo, con ricette fantastiche e...frizzante per le foto di Sabrina !!...un vera modella glamour !!...
Marco
...mi capita di ritrovare nei 'Preferiti' queste vostre pagine sempre stupende e con le stuzzicanti immagini di Sabrina ... come mai non aggiungete altre immagini e/o resoconti di altri itinerari ...?
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