mercoledì 4 marzo 2009

ONCE UPON A TIME THERE WAS A SALMON CAUGHT UNDER A SHELL - IMPRESSIONI DI TRIESTE E CONCHIGLIE DI PASTA SFOGLIA CON PERLA DI SALMONE

IMPRESSIONI DI TRIESTE


Trieste si fa largo tra la fretta febbricitante di partire, è la parola che prende forma sotto le coperte tirate fin sopra gli occhi, al risveglio, che sbadiglia e si crogiola dentro al tepore del mattino. Trieste è la parola magica che spalanca le tende su un radioso fine settimana.
Apro il guscio della valigia e ci infilo le nostre cose. Frugando nell'armadio, il mio sguardo cade su una gonna che avevo quasi dimenticato di avere, assomiglia ad una minuscola scacchiera e decido all'istante di indossarla.
Autoreggenti neri, camicetta bianca e gilet fucsia, una nota di colore acceso, perfettamente aderente al mio umore. Mi sento viva come una fiamma, gli scalini ci scivolano sotto i piedi mentre usciamo di casa.
Percorriamo il grande rullo d'asfalto che ci porta verso la pianura attraversata dal Po. Mi guardo allo specchio e mi invidio questa leggerezza, questo sorriso scarlatto, disegnato come un fiore, sulle labbra. Lo stesso sorriso spontaneo che è il mio punto debole quando invia messaggi sbagliati e fraintesi in un mondo troppo sensibile ai segnali ed alle solitudini.
Il sole cola giù i suoi timidi raggi, sfumando di luce le dolci colline tondeggianti che si inarcano davanti ai nostri occhi. Ripenso alla cura con cui ieri ho sistemato e concimato le piantine ancora al riparo nella serra. Penso a tutto ciò che ho intenzione di piantare, penso che piantare un orto o un giardino significhi fondamentalmente credere nel domani. E poi penso che mi perdo troppo spesso in pensieri come questi.
Gli occhi di Luca mi fissano a volte, lenti ed ipnotizzanti, quasi volessero penetrare segretamente dentro i miei pensieri, quasi volessero decodificare certi miei sorrisi che si accendono all'improvviso.
"A cosa stai pensando?" mi chiede.
"Al nesso che c'è tra un giardino e la fiducia, adesso te lo spiego!"......
Trieste ci accoglie col suo entroterra erboso, collinare, in una piacevole giornata che cela un germoglio di primavera. Poi il suo paesaggio si complica di edifici, di case, di palazzi grigi, scuri, di impalcature, lavori di restauro, portoni, semafori, negozi, fino al limitare delle acque.




Dentro le gambe sentiamo già formicolare il frenetico movimento delle prossime ore. Costeggiamo il confine tra la terra ed il mare e saliamo a piedi fino alla chiesa romanica arroccata su di una collinetta, accanto al Castello di S. Giusto.














Da quassù si gode di una bellissima vista e bastano pochi secondi perchè mi innamori di questo posto incantevole. Del vialetto di ciottoli che si inerpica fin sotto al rosone della chiesa, delle gazze, dei merli, dei passerotti che volano di ramo in ramo, delle stridule risate dei gabbiani in lontananza.

Amo i paesaggi, i luoghi, amo guardarli non come se fossero una cartolina da immagine turistica. Li lascio entrare dentro gli occhi, li lascio dissolvere, li lascio diventare tela che dipingo col mio sentire, in un certo senso li possiedo. La mia voglia di viaggiare è voglia di viaggiare pura e semplice, non solo ed esclusivamente voglia di arrivare in un luogo prestabilito. E' voglia di entrare dentro alle cose.










Risaliamo in macchina e ci muoviamo alla ricerca di un albergo, di una camera dove passare la notte. La troviamo nel cuore della città, dopo tre rampe di scale. Apriamo la porta e lei è lì, intima, colorata d'arancio e d'amaranto, con le travi a vista, le persiane, il piumone rosso, una poltroncina ed un tavolino capricciosi nel loro stile.



Neanche il tempo di posare la valigia e vogliamo già uscire per non perderci nulla, ma prima bacio almeno mille volte Luca e poi lo inondo con fiumi di parole mentre lui ride e scatta foto.












Si sciolgono le frustrazioni della settimana, le giornate difficili, le incomprensioni, gli abbracci troppo veloci.
Le impressioni che mi suscita questa città sono sensazioni estremamente raccolte. Uso spesso delle immagini per descrivere ciò che sento, non riesco a farne a meno. Trieste sa di abbandono languido, venato di malinconia ed è al tempo stesso una città fatta di cose concrete, è orgogliosa, tranquilla, ordinata, assolutamente non frivola. Questo è ciò che sento mentre passeggiamo lungo le strade, sotto i palazzi, le cupole, i pinnacoli, le statue, i balconi ornati da decori curatissimi. Mentre osserviamo le case adagiate sulle colline, i castelli, gli orti, i giardini.
Costeggiamo i viali, i moli, il porto e passo dopo passo conosciamo meglio questa città con i suoi caffé, le sue birrerie, le sue osterie. Ogni desiderio ha il suo luogo adatto.




Ci intrufoliamo dentro i negozi e a Luca non sembra vero che non mi sia ancora innamorata di nulla. In verità ho già tutto.
Ho la curva delle sue spalle, accogliente e protettiva e ho questo senso di pienezza che fuoriesce anche dagli occhi.
Assaporiamo il piacere e la fulmineità di questi momenti, quasi fosse musica da toccare e vestire con le nostre voglie. Lungo una via del centro lecchiamo la zuppa inglese ed il tiramisù di un unico cono gelato, condividendolo a metà.




Il tramonto rimane sempre l'ora più bella, la città sembra ardere dietro ai colli, ma non c'è tempo per metafore poetiche, ci facciamo versare un drink e restiamo a contemplare le ombre che si allungano sul giorno e poi più tardi ci ritroviamo ancora dentro ad un bar, nella calda accoglienza del legno, a sorseggiare un altro caffé, amaro e bollente come piace a noi. Camminiamo mano nella mano, camminiamo scorrendo i menu affissi fuori dalle trattorie. Spaghetti, aringhe, sushi, insalate, pizza. No, no, no, no.
Passiamo accanto a vetrine che espongono dolci. Ci fermiamo a guardarli, nella loro consistenza robusta, simmetrica, color cuoio. Non riesco a sentirne l'odore, ma immagino bouquet di nocciole, di cannella, di marmellata d'albicocca e di miele.
"Luca, guarda questo negozietto!". Passiamo davanti ad un negozio, di quelli che vendono cose di seconda mano, abiti, dischi, cappelli, giacche, lo sguardo corre veloce su quei capi così fuori moda, così stravaganti e la curiosità sta già facendo le sue crepe davanti a quegli scatoloni pieni di chissà cos'altro, davanti a tutto quello che è appeso in dieci metri quadri di spazio, tanto da rendere quasi impossibile entrarci dentro.
E poi eccoli fare capolino nel loro ardore rosso fuoco, tacchi alti, finiture in seta. I miei occhi ci si sono posati sopra e ci hanno fatto una passeggiata.
Un paio di sandali che stonano con tutto il resto che li circonda. Nuovi, mai usati, me li immagino ai piedi.
Luca non pare molto convinto, li trova troppo Japanese style, ma se a me piacciono tanto, dice lui, "Provali e prendili!". Ci pigiamo dentro al negozio, o meglio, entro solo io, non c'è abbastanza spazio per due persone, ed appoggiandomi su pile di vestiti ammassati riesco a togliermi gli stivali e a calzare quei sandali rossi.
"Immaginali senza il nylon dell'autoreggente!" gli dico ed ancora "Immaginali con le gambe ed i piedi abbronzati, immaginali d'estate, immaginali con una gonna bianca o con gli short blu!". Gli ho chiesto di immaginare troppe cose suppongo, lui non dice nulla. Ok, li prendo. L'entusiasmo non lo sta divorando, ma lo saprò conquistare con quei sandali vertiginosi. La proprietaria del negozio sembra divertita dal quadretto di noi due e ci invita a tornare a trovarla la prossima volta che capiteremo a Trieste. Alla fine mi fa anche lo sconto e lungo la strada cammino vittoriosa, sventolando la mia borsa sotto gli occhi di Luca.
"Devo imparare a resistere alla tentazione dei sandali!" gli dico. Dovrei passare bendata davanti ai negozi di scarpe, soprattutto in primavera ed in estate. Il piacere del piede nudo è per me sensuale.
Luca mi ascolta per tutto il tempo e quando finalmente riesce a prendere la parola, con fare galante mi invita fuori a cena. Valuto se accettare o meno l'invito, dato che non mi ha dato la giusta soddisfazione coi sandali rossi poco prima, ma anche il mio no sarebbe stato un sì. Sì. Ceniamo al ristorante Ai Fiori, un locale raffinato ed elegante, con menu a base di pesce ed una bottiglia di vino bianco affondata nel secchiello del ghiaccio. I piatti sono ottimi, l'atmosfera è quella giusta e sono l'antipasto della notte che è già scesa su Trieste.





Una volta fuori danziamo nel buio come falene attorno alle sorgenti di luce, attorno ai lampioni dai grandi fari gialli e a chiazze di luce blu elettrico che accendono la piazza. Seguiamo lo sciame della gente, della musica che esce dai locali, dei bicchieri che vengono sollevati verso il cielo, delle pettinature e spettinature new dandy e quando siamo esausti ci ritiriamo nella nostra camera, sotto le travi a vista e nell'abbraccio più caldo.
La mattina dopo seguiamo il confine tra la terra e l'acqua, perdendoci in piccole soste lungo i porti, tra gli scogli.


Il mare si è svegliato pallido, di una tonalità che non contrasta con nessun altro colore squillante. Si fonde col cielo facendo annegare l'orizzonte in un armonioso tutt' uno. E mi arriva dentro attraverso stradine segrete. Mi sembra di sfiorare l'essenza del vuoto, contrapposta a quel pieno che esploderà quando maggio sarà maturo e la vita tornerà frenetica.








Lasciamo Trieste dopo avere visitato il Castello di Miramare, col suo immenso parco, dando la mano alla spensieratezza, alla voglia di legare il tempo ad un albero, di fermarlo, dilatarlo, modificarlo o corromperlo.






Poi saltiamo in macchina e ci dirigiamo a Gorizia, attraversando il caos delle periferie, il traffico di frontiera, avvertendo vicina quella sottile ed invisibile linea di confine tra due mondi che credono e fingono di essere liberi.
La strada del ritorno trascina con sé ogni attimo vissuto, le suggestioni, le illuminazioni, gli incanti dei luoghi.
Ora siamo in autostrada, dentro un altro viaggio, dentro il tutto.



La settimana proprio non ne voleva sapere di finire.
“Ma hai il doppio riposo questa settimana? Si che ce l'hai, altrimenti sarebbero sette giorni di fila che lavori! …. ti va se andiamo....andiamo a Pisa?” Sabrina non ne è molto convinta. Nei suoi occhi scorre il fiume del dubbio, un fiume in piena, fatto di “non so come fare, ma lo dovrò chiedere alla capo del personale, ma...” L'onda si placa e la luce illumina il suo sguardo. La decisione è immediata “domani vedrò i turni e poi faccio il foglio delle ferie...” La fermo qui, un bacio per farle capire che non c'è problema, che le sono sempre vicino, che l'appoggio in tutto quello che fa e che farà.
Il giorno dopo la piccola foto che mi appare sul cellulare mi preannuncia la sua chiamata. Un tremolio e non do il tempo del trillo “dimmi Amore, allora il doppio riposo?” Si Luca, ne avevo diritto. Allora si va a Pisa!” La sua voce è uno squillo dolce, assordante come il sole che si alza al mattino.
Ok, mi dico che è giunto il momento per guardare su “Navigator” la strada e sulla rete un posticino carino dove riposare.
“Amó, le previsioni mettono pioggia a Pisa, se andiamo verso......Trieste, almeno il Sabato è sereno e Domenica prevede solo nuvoloso! Va bene per Trieste?” La risposta è stato un bacio. Secondo me è un Sì.
Tutto di corsa, tutto improvvisato. A me piace così. Scappare, uscire almeno per un po' dagli schemi, alleggerire il cervello e non pensare ad altro che a se stessi. Poche cose in valigia, la sfilata è fin troppo breve ma almeno si è messa quella mini, forse è meglio dire micro, che a me piace tanto e si parte.
Sabrina per quasi un'ora non parla, la guardo sorridere. In chissà quale mondo sta viaggiando, ho quasi paura a chiederglielo, vedere il suo viso illuminato di gioia, immerso in quali pensieri è un piacere.
“Ora glielo chiedo, devo chiederglielo” Perdo il conto delle volte che me lo ripeto, poi la domanda devo farla ed era meglio che continuavo a leggerle il viso. Inizia una elucubrazione filosofica che ho difficoltà a recepire ma di questo do la colpa al traffico.
La scusa del caffè è quella giusta per cambiare discorso, per sgranchirsi le gambe e godere del sole che ancora c'è.
Ancora cento chilometri ed il casello che indica la fine dell'autostrada appare.
Trieste la scopriamo dall'alto. Sarà la stanchezza del viaggio, le tre ore e passa passate al volante ma mi sembra di essere arrivato a Napoli, con le sue case stanche di mare, bruciate dal sole e consumate dal vento e dalla salsedine. Sarà che Trieste è un porto e l'architettura si ripete nella sua utilità, nel suo essere necessaria alle esigenze della vita di chi lavora nel mare, sul mare, dentro il mare.
“Navigator” inizia a dare i numeri, anzi è meglio dire, a dare le svolte a casaccio.
Avevo impostato, l'indirizzo di un albergo vicino al centro storico il cui prezzo era abbordabile ma “navigator” mi da la sensazione di volerci portare in un posto romantico.Le stradine impervie, strette, lastricate di ciottoli, in salita. Tornanti stretti tra le pareti delle case. Sabrina si preoccupa del “ma ci passiamo, ma ce la fai?”, “Io con la mia, di sicuro, per queste strade non ce la faccio!”
Basta, decido che siamo arrivati. Una manovra da “circo” per parcheggiare. Scendo dall'auto con le gambe che urlano, la schiena che si arrotola su se stessa. Poi, il miracolo. Lo sguardo si perde alla ricerca di un posto conosciuto, di un'aspettativa, di un cartello che dica sei arrivato nel posto giusto. Sì, una chiesa, sarà il Duomo, penso. Mi volto verso Sabrina e mi accorgo che a lei il viaggio le ha tolto qualsiasi velo di stanchezza, è ricoperta di un' aura di gioia. “Una chiesa romanica!!! Le adoro!!!!!!” esclama.
Il rosone sulla facciata è enorme. Ci avviciniamo e...”Luca un Castello!!!” Sabrina allunga il passo, divora l'aria, si riempie gli occhi così come gli scoiattoli si riempiono le guance di cibo da portare alla tana per l'inverno. Sabrina si impossessa dello spazio ed io cerco di rubare gli attimi che sta regalando al mondo. Scatto, mi allontano, l'avvicino, la scopro, gli rubo i sorrisi e …..la invito ad abbassare la gonna “Amó, ti si vedono gli autoreggenti! Non so se a Trieste sono abituati a certe bellezze!!!”
Trieste, una città dove il caos non è di casa. Si assapora un non so che di privato. Una città che non è una città ma...semplicemente un porto. La luce del sole è ingrigita dall'atmosfera che il porto si fa scivolare sopra. In lontananza gru poderose si alzano troneggiando su una nave scura. Il mare è liscio, senza onde. Uno specchio slavato dal tempo su cui si adagia un noncittà. La sua piazza, grande e lunga protetta da palazzi reali, bianchi come il mare.
Raggiungiamo l'indirizzo dell'albergo a piedi. Tre piani e ci lasciamo abbracciare dai colori caldi della camera. Sabrina è felice anche di questo perché può viaggiare con la fantasia tra le tonalità e le sfumature con cui vorrebbe dipingere la nostra camera, il salotto e l'ingresso. Ci lasciamo trasportare in questo paese incantato dalle mille sfumature tra nuovi scatti e nuovi sorrisi.
Sabrina sorride ed io sono felice.


Trieste (da Trieste e una donna, 1910-12 di Umberto Saba)


Ho attraversata tutta la città.
Poi ho salita un'erta,
popolosa in principio, in là deserta,
chiusa da un muricciolo:
un cantuccio in cui solo
siedo; e mi pare che dove esso termina
termini la città.


Trieste ha una scontrosa
grazia. Se piace,
è come un ragazzaccio aspro e vorace,
con gli occhi azzurri e mani troppo grandi
per regalare un fiore;
come un amore
con gelosia.
Da quest'erta ogni chiesa, ogni sua via
scopro, se mena all'ingombrata spiaggia,
o alla collina cui, sulla sassosa
cima, una casa, l'ultima, s'aggrappa.


Intorno
circola ad ogni cosa
un'aria strana, un'aria tormentosa,
l'aria natia.
La mia città che in ogni parte è viva,
ha il cantuccio a me fatto, alla mia vita
pensosa e schiva.




CONCHIGLIE DI PASTA SFOGLIA CON PERLA DI SALMONE E ROBIOLA


Ingredienti
1 rotolo di pasta sfoglia
10 mandorle
300 gr di robiola
salmone affumicato
pepe
erba cipollina
1 arancia

1 arancia da caramellare (e un po' di zucchero)




E' un antipasto tanto semplice da preparare quanto squisito. Abbiamo steso la pasta sfoglia e l'abbiamo tagliata con uno stampino che ricorda la forma di una conchiglia. L'abbiamo infornata a 180 gradi per dieci minuti e abbiamo lasciato raffreddare la pasta sfoglia. Nel frattempo ci siamo dedicati al ripieno cremoso. Abbiamo amalgamato la robiola, insieme alle mandorle grossolanamente tritate e tostate in padella. Abbiamo aggiunto dell'erba cipollina fresca e del pepe. Il salmone l'abbiamo tagliato a striscioline. Nel nostro caso si tratta di salmone affumicato scozzese. A questo punto dopo avere tagliato a metà le nostre conchiglie di pasta sfoglia, le abbiamo riccamente farcite con il ripieno cremoso e con il salmone. A parte abbiamo tagliato a fettine due arance, come accompagnamento al nostro antipasto. La prima arancia l'abbiamo lasciata al naturale, mentre la seconda l'abbiamo fatta caramellare in una padella insieme a dello zucchero. Desideravamo sperimentare questo accostamento della nota agrumata caramellata con il sapore delicato delle conchiglie al salmone. L'abbiamo trovato molto seducente, perfetto con la bottiglia di Pommery che abbiamo stappato. Le bollicine, l'arancia, il salmone, la luce gialla della cucina e due sorrisi a forma di cuore.


Se siete arrivati fino in fondo ed avete voglia di votarci da Pupottina per il suo concorso, ne saremo felici.
Un abbraccio a tutti i nostri lettori
by Sabrina&Luca

48 commenti:

  1. Mah... SABRINA!!!
    Quella non è una gonna, nè una minigonna... quello è il fazzoletto di Luca, che si era perso nell'armadio e te ne eri dimenticata!
    :D :D :D

    (((Ma ti stà di un beneeeee...)))
    ;)

    RispondiElimina
  2. sono qui , io e lo splendido cielo d'irlanda nelle orecchie , a rileggere il vostro viaggio , le vostre emozioni. Magia di luoghi antiche che sempre portano pace all'anima , al nostro essere troppo di fretta; dolce sabrina , non badare a chi non capisce , certo ci ferisce , ma sii sempre te stessa , quella splendida donna che Luca ama e per la quale è sempre pronto a rubare un pezzo di cielo. Un abbraccio

    RispondiElimina
  3. Trieste è una città elegantemente austera...L'ho visitata un pò di tempo fa, briciole di ricordi mi suggeriscono le grandi strade, un mare di barche, un'atmosfera fine...
    Mi piacciono molto i vostri racconti...ho avuto la sensazione di esser stata li con voi :-)
    Sabrina è molto femminile...
    Complimenti!
    Dovrò fare colazione or ora, una conchiglia la mangerei volentieri!
    Vi abbraccio...

    RispondiElimina
  4. ragazzi siete bellissimi e queso piatto, questa atomesfera sono davvero romanticissimi!!!
    ps corro subito a vedere per la votazione ;)
    bacio!!!

    RispondiElimina
  5. Bellissime le foto e il resoconto.
    Ma manca una foto: quella dei sandali japanese style! Mi intriga! ;)

    Un bacio e buona giornata.

    RispondiElimina
  6. Quindi è bella???? Mi intriga come città per la posizione di confine, per la lontananza da tutto, per il mare. Sandali???? Sabrina voglio la foto!!!!!!Io non ho ancora iniziato a comprarne, quest'anno vedo prima cosa ho in "archivio" sennò il principe mi caccia via da casa.....Bacioni

    RispondiElimina
  7. Mi sto sforzando da una mezz'oretta per cercare di vedere la minigonna ma ultimamente ho problemi di vista. Per fortuna dopo aver preso una lente d'ingrandimento.... L'HO TROVATA !!! hahahahahaha
    Scherzi a parte Sabrina ci ha abituato a cose del genere (ma è giustissimo che chi se lo può permettere.... :-D)
    Anche io non vedo l'ora di poter camminare scalzo !!!! Non se ne può più di tutta questa pioggia e di 'sto freddo :-(
    LUCAAAAAA: nel tuo racconto non vedo traccia del negozietto e dei sandali: COM'EEEEEE' ???!!!!! hahahahaha VOGLIAMO LA FOTOOOOOO !!!!!!!!
    E l'ostrica finale è una chicca (ottimo il Pommery ^_^ )
    Un bacione, ragazzi.

    RispondiElimina
  8. Ehhh un post chilometricoooo! Lungo quasi quanto i chilometri che mi separano da Trieste! Vabbè dai, non esageriamo mò :P
    Sabri, dimmi il tuo segreto: come fai a mettere le autoreggenti con una gonna così corta??? Io non ci riesco, devo mettere il collant... così mi fai andare in crisi come donna eh! No comunque, a parte questi scherzi, parliamo di cose serie. Il post è meraviglioso, le foto mi fanno venire una gran voglia di volare subito a Trieste, questa affascinante città che per Umberto Saba "in ogni parte è viva", un verso che mi colpisce e mi stimola. E che dire delle conchiglie di pasta sfoglia? sono divine, anzi "diVine"! Ma come vi è venuta questa idea? Siete due vulcani! Bacissimi e buona serata :)

    p.s. Sabri, hai scritto una cosa bellissima: "penso che piantare un orto o un giardino significhi fondamentalmente credere nel domani"... non può esistere cosa più vera!

    p.p.s. se poi vi ricordate il nome di quel libro di cui mi avete parlato....fatemi sapere, sarei molto curiosa di leggerlo!

    RispondiElimina
  9. Trieste è una citta bellissima in cui si vive tranquilllo. Mi piace da morire blog di Roberto http://triestedailyphoto.blogspot.com/
    P.S. Sabrina, mia moglie è un po gelosa guardando la tua gonna :-)
    Baci

    RispondiElimina
  10. Io a Trieste non ci sono mai stata ma leggendo il vostro racconto mi sono vista passeggiare per i luoghi che avete descritto
    E che dire la vostra ricetta sembra cogliere l'anima semlice ed elegante di quella città
    un bacio e buon fine settimana
    fra

    RispondiElimina
  11. Ma certo che sono arrivata fino alla fine, mi perdo sempre nei vostri racconti, mi fate percepire la vostra gioia e i vostri sentimenti.
    Mi piacete proprio molto.
    E che dire di quelle conchiglie con perle?!?! Devono essere deliziose!
    Bacioni e buon w.e.

    RispondiElimina
  12. Anna, Luca sta ancora ridendo pensando al fazzoletto, mi sa che hai ragione!

    Caty, è bellissimo quello che hai scritto, mi hai emozionata ancora una volta! Un abbraccio.

    Pagnottella, sì, elegantemente austera è forse la definizione più azzeccata per questa splendida città. Grazie per i complimenti!

    Panettona, siamo felici di essere riusciti a trasmettere quel senso di romanticismo che aleggiava su di noi! Baci e grazie!

    Rossana, ci ho pensato dopo, ma è vero, manca la foto dei sandali, non ti preoccupare, la posterò!

    Paola, vedrai la foto! Anch'io comunque guarderò cosa ho in archivio, ma almeno un paio di sandali coloratissimi ci vogliono. Due settimane fa Luca mi ha regalato un paio di decolletè rosa chiaro, mi piacciono troppo. Ora penso che mi limiterò ad acquistare solo un altro paio di sandali, penso blu elettrico, ma vedremo! Salutaci il Principe.

    JaJò, come sarebbe che non riuscivi a vedere la gonna! Luca l'ha vista subito, cioè quasi subito! All'inizio per prendermi in giro mi ha detto che non capiva quale fosse la gonna e quale la cintura, che esagerato! Ti abbraccio e ti mando Luca tra poco!

    Baci a tutti
    Sabrina&Luca

    RispondiElimina
  13. Babi, grazie per tutte le cose belle che hai scritto. Abbiamo un po' esagerato con la lunghezza del post, colpa delle foto, ne abbiamo messe tantissime. Davvero bello quel verso di Saba, quella è una poesia che a noi piace molto. Per quanto riguarda le autoreggenti....beh, io non uso mai collant, non li sopporto e dopo mezzora li vorrei già togliere, perciò li ho eliminati, poi aggiungici il senso estetico. I collant non sono il massimo, mentre gli autoreggenti hanno il loro fascino, poi è ovvio che è questione di gusto. Come ho fatto ad indossarli con una gonna così corta? Effettivamente la balza iniziava tre millimetri sopra l'orlo della gonna, al pelo. Diciamo che ho scelto un paio di autoreggenti con la balza bassa e per poco sono riuscita ad indossarli. D'estate non ho di questi problemi, il piacere delle gambe nude è impagabile. Il titolo del libro te lo faremo sapere quanto prima. Baciotto.

    Piotr, grazie per averci segnalato l'indirizzo di quel blog, andremo a guardarlo anche noi. Dì a tua moglie di non essere gelosa e salutala da parte mia e di Luca. Baciotto.

    Fra, grazie per il tuo commento, se dovessimo consigliarti una città da visitare, decisamente ti diremmo di visitare Trieste, ha fascino ed è romantica.

    Manuela, allora hai resistito e sei arrivata fino in fondo! Le conchiglie al salmone sono molto sfiziose, tanto che le rifaremo appena metteremo le mani su del buon salmone. Bacio.

    Grazie a tutti, buon fine settimana!
    Sabrina&Luca

    RispondiElimina
  14. Bellissimo viaggio e bellissime le emozioni che trasmettete leggendo i vostri racconti :-)
    In casa amano il salmone e la sfoglia, questa ricetta è da provare immediatamente ;-) Buon w.e.
    Vi ho già votato ;-)

    RispondiElimina
  15. Luciana, grazie!!!! Un abbraccio da
    Sabrina&Luca

    RispondiElimina
  16. Mi avete trasmesso tutto il fascino di questa città, ma queste conchiglie di pasta sfoglia con il salmone... assolutamente diVine!

    RispondiElimina
  17. ogni attimo del vostro viaggio straripa d'amore, Sabrina e Luca voi siete Re e Regina!
    un abbraccio!

    RispondiElimina
  18. Ragazzi, splendido weekend! Purtroppo la conosco poco, Trieste, ci sono stata poche ore di corsa quasi... Ma ho tanta voglia di tornare dopo il vostro racconto!
    Sabri, sei uno splendore!
    Luca, come fai a non essere geloso, vedendo Sabrina con la micro?.. Mio marito mi metterebbe piuttosto il burka! :-)))
    Le conchiglie le voglio anch'io!!
    E sandali, per favore!!!
    Un bacione a tutti e due!
    Ehi, venite a Roma!

    RispondiElimina
  19. ..Trieste italo-tedesca-slava-ebraica...è bellissima, come ricca la sua cucina..e il vostro "reportage", come sempre di alto livello..

    RispondiElimina
  20. Siete straordinari.. davvero... non è piaggeria, la mia... pian piano, leggendovi, vi conosco un po' di più, e sono davvero felice di aver incontrato, seppure ancora solo nel mondo virtuale, persone belle come voi :-)
    Trieste è bellissima, le foto sono come sempre deliziose, e la ricetta.. beh.. mi fa gola :-)
    Un abbraccio, ragazzi.
    PS: ovviamente, nel sondaggio di Pupottina vi ho già votati ;-)

    RispondiElimina
  21. Leggere il vostri racconto, arricchito di mille piccoli particolari, è come visitare di persona la città di Trieste, e dopo tutte queste belle emozioni provate niente di meglio che ristorarsi con un ottimo piatto di conchiglie di pasta sfoglia con perla di salmone preparato da voi con tanta passione e condita con amore, sorseggiando dell'ottimo Pommery tra due chiacchiere e tanti sorrisi.

    Un abbraccio per augurarvi uno splendito fine settimana!

    RispondiElimina
  22. mai visto trieste,ma ora mi sembra di conscere tutto di lei

    RispondiElimina
  23. ma certo che sì...vado subito a votare questo sfizioso piatto...quante ne posso mangiare...di queste conchiglie?
    Trieste è una bellissima città e a san giusto si gode un panorama di ampio respiro,che non si scorda...
    baci!

    RispondiElimina
  24. ciao viaggiatori!!! quando vorrete passare da cremona sarò lieta di accompagnarvi per i vicoli acciottolati!
    baci, CookingMama
    http://cookingmama.myblog.it

    RispondiElimina
  25. Ciao ragazzi bellissimo post,bellissime foto...che dire...buona domenica...
    Sì sono xeneize ma abito ad Asti...Ciao

    RispondiElimina
  26. buon 8 marzo!!si, oggi son stata proprio qui e ad ogni passo mi sembrava fosse scritto -Luca e Sabrina sono stati qui ( un po' come i ragazzi in gita scolastica!!)

    RispondiElimina
  27. No ragazzi, ma non vi volevo assolutamente dire che il post era troppo lungo, che scherzate? A me piace un sacco quando mettete tutte queste foto! :) Sabri, grazie della dritta sulla balza, anche io preferisco usare le autoreggenti perchè è vero, sono molto più belle dei collant! Solo che con la mini non ci sono mai riuscita :( avevo sempre paura che si vedessero! Ora che mi hai illuminato sulla balza corta, appena possibile corro alla sua ricerca, eh eh! Tanti baci! :)

    RispondiElimina
  28. Piatto semplice quanto gustoso, davvero buono...un bacione e buon 8 marzo Sabry

    RispondiElimina
  29. ciao ragazzi!!!!
    con i vostri racconti e le vostre splendide fotografie, ormai viaggio anche io con voi!
    la ricetta delle conchiglie di sfoglia è very very good!
    anche se... mi sono soffermato mezz'ora a sbav.... emh...guardare la vostra millevoglie!!!
    buona settimana!

    RispondiElimina
  30. Ma che bel post che avete dedicato alla mia città. E' la prima volta che capito in questo blog.
    Dalle foto vedo che il tempo non era un granché... magari sarà la scusa per un ritorno in estate.
    Un caro saluto

    RispondiElimina
  31. Ragazzuoli, stavolta il premio riesco a darvelo prima io (e vi appioppo anche un memuccio ^_^) Baciiiiii

    RispondiElimina
  32. Quack!

    Ciao a tutti e due...

    Mi sono gustato "a mente" la vostra ricetta ... mamma mia che bell'accostamento con l'arancia !!:D alla fine dovrò provarci pure io.

    E... grazie della visita :)

    RispondiElimina
  33. un saluto da gunther belle le immagini di trieste, ultimamente ho qualche difficoltà a scivere commenti sul vostro blog mi si bloccava il pc e complimenti per lo cocnchiglie mi aggiornerò sul vostro blog

    RispondiElimina
  34. Bellissimo racconto e foto stupende!!Vi ho trovato da Pupottina, allora eccomi qui a curiosare ed è stato un pò lungo :-) ma sicuramente bello. Ciao buon lunedi, siete una coppia fantastica.

    RispondiElimina
  35. ciao vincitori del concorso Obama
    Buon inizio settimana

    il vostro premio è stato meritatissimo

    ^___________________________^

    RispondiElimina
  36. Amo sempre leggere i vostri racconti!Sabri sei sempre più bella :)
    E le conchiglie un'idea carinissima!
    Buon lunedì!

    RispondiElimina
  37. ciao bellissimi!!! buona settimana vi abbraccio siete davvero speciali!!! un bacione

    RispondiElimina
  38. Ciao ragazzi! che bella gita avete fatto! noi abbiamo visitato questa speìlendida città in un giorno...c'è tanto da camminare..ma è davvero bellissima! nasconde tantissime sorprese|
    Buonissima la ricetta: sembra semplice, ma allo stesso tempo particolare! e l'aggiunta dell'arancia l'ha resa ancor apiù raffinata!
    un abbraccio ad entrambi

    RispondiElimina
  39. quando leggo i vostri racconti rimango incantata! Trieste non la conosco ma adesso grazie a voi credo che valga la pena farci un giro...ma a proposito seite dei girandoloni e fate benissimo!!!!!
    la ricetta che avete presentato è di una sciccheria unica!!!
    Sabrina ... la tua minigonna è davvero mini e devo ammettere che tu la sai portare con grande eleganza brava fai bene ..beata te!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! ;-)
    bacetto a tutti e due!
    Pippi

    RispondiElimina
  40. che posto meraviglioso!!!
    ragazzi siete tutti e due meravigliosi...sabri che mini,graziosissima!!!!
    buonissime le conchiglie di pasta ;)

    RispondiElimina
  41. mi aspettavo una foto dei sandali rossi!!!! è un nostro sogno rifugiarci a Trieste...mai vista è una città che ha un fascino grande su di me....però un week end in fuga solo noi ce lo siamo concesso...per ritrovarti quando non hai tempo in settimana un bacione

    RispondiElimina
  42. Ma allora siete passati dalle nostre parti!Che bellezza! Noi stiamo in provincia di Gorizia, che non è esattamente a tre passi da Trieste, ma ci andiamo abbastanza spesso, soprattutto d'estate, per fare quattro tuffi a Sistiana!
    Che bella e buona la ricetta, e dev'essere anche veloce! Bravi come sempre!
    Giulia

    RispondiElimina
  43. Volevo davvero ringreaziarvi per le vostre parole ed il vostro affetto!! ora va decisamente meglio.. un bacione....

    RispondiElimina
  44. wow!
    Luca sta attento una bella ragazza così vestita fa gola a molti uomini.Sabrina sei forte,la gonnina ti si addice e ti rende la ragazzina che sei.
    Il post è eccezziunale veramente

    RispondiElimina
  45. Ragazzi... che w-e!!! Bellissimo! Mi segno pure l'alberghetto... non si sa mai... ;P
    Quelle conchiglie di salmone e frolla sono stupende!!!! E facili da fare!! Anche queste me l'appunto! ^___^

    Un baciottone!!!!

    RispondiElimina
  46. splendido reportage e bellissime foto... anch'io ci sono stata a Trieste qualche anno fa, ho trascorso un we lungo con mio marito e degli amici in occasione dell'adunata degli alpini

    RispondiElimina
  47. Sabrina sei una donna bellissima che si sa mettere in mostra in maniera elegante,sexi,ma mai volgare e fuori luogo....sei lam copia della mia ex in tutto....purtroppo per noi la vita ha scelto diversamente.... facendomela perdere in maniera traunmatica....
    mandarino è una meraviglia, con quel faccino da bambino monello deve essere dolcissimo.ciao

    RispondiElimina

Chiunque è il benvenuto, dagli anonimi ai griffati....la porta di casa nostra è aperta a tutti, l'importante è il rispetto. Chi non ne ha sarà lasciato fuori assieme alla sua cattiva educazione!!!!
I commenti ci rendono felici.....

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...