Non ci sono, nella semplicità, quegli spigoli
contraffatti, quei pseudo respiratori artificiali, quegli eccessi che tante
volte mettono a nudo un vuoto rapace, sdegnoso, abissale.
Viviamo un tempo complicato, fatto di paure che scendono
giù a secchiate, di sogni prolassati, di insane leggiucole di stabilità,
irragionevoli e sproporzionate, di una malcelata aria di rassegnazione che
formicola su e giù per lo straziato stivale. Che spegne quell'urlo vitale,
vitale eppure ormai ridotto a un sussurro: ridateci i nostri sogni, ridateci le
nostre sudate speranze che quaggiù non ci si aggrappa più nemmeno all'orlo dei
desideri.
Mi piacerebbe insegnare loro la bellezza della
semplicità, il cui solo abbozzo ammorbidisce la linea dura dei pensieri, tra
gli assurdi e gli assurdi quotidiani. Il sole che si siede e fa maturare il
grano, la mano sempre tesa che è presenza, l’armonia delle note che passeggiano
sotto le dita e lungo la tastiera. La generosità della proprietà transitiva. La
saggezza della carta, dell’inchiostro. L’indole della calligrafia.
Mi piacerebbe ricordare loro quanto mi commuovono quei
fiumi di versi e di parole scaraventati fuori dalle labbra. Quelle parole
appena imparate e ripetute ancora e ancora. Per non perderle, le parole.
Mi piacerebbe che capissero che un gioco in compagnia
vale mille solitari videogiochi. Che la vita può somigliare ad una favola se si
riesce a dare il giusto valore a ciò che è importante. Che un abbraccio può
scaldare più del cachemire.
Mi piacerebbe sentire sempre addosso quel loro sguardo
semiliquido, incontinente per la troppa felicità, dopo un giro di giostra, dopo
il lieto fine di una favola o nell'esatto momento di mettere in forno quei
biscotti un po’ sghembi, un po’ di traverso, un po’ sicuramente meravigliosi,
fatti dalle manine della Pupattola sotto lo sguardo attento di Pupetta.
Rigorosamente con lo stampo a forma di cuore.
Mi piacerebbe insegnare loro la candida semplicità di un
fiocco di neve, di un grazie sentito che vale più di mille parole ruffiane. La
semplicità di una fetta di pane spalmata di burro, sorrisi e marmellata. E la
semplicità rotonda delle mele.
La semplicità del passo dinoccolato di una domenica
d’ottobre, in quel paese su in collina dove si festeggiano i frutti dimenticati,
antichi, passati di moda. Del sole spiaccicato in faccia, della penombra
disegnata alle spalle dei portoni aperti. Dei mestoli che cloccano metallici
dentro enormi pentole da cui salgono vapori di vin brulé .
Mi piacerebbe raccontare ad Alice Ginevra di come,
inizialmente intontita ancora dal sonno, beccheggiava per strada nella nostra
scia e di come d’un tratto si è animata, ammaliata dal muro di suoni che dalla
piazza rotolavano giù fino a noi. Risacca di amplificatori da pochi soldi, ma
pur sempre musica.
Mi piacerebbe insegnare loro come è confortante mordere
il calore delle caldarroste fino ad annerirsi le mani, fare piovere baci ogni
volta che ci va, avere fame di spensieratezza, attraversare il paese col passo
dinoccolato della domenica, stringendo tra le mani sacchetti pieni di frutta
appena raccolta dagli alberi. Stringendo tra le mani una giornata di festa
trascorsa tutti insieme.
E quando loro, tra una manciata di anni, sedute davanti
allo schermo leggeranno questo fascio di parole, io immagino che sorrideranno,
di un sorriso pieno, rotondo, sincero, capace di incendiare l’aria con tutta la
sua bellezza.
Questa è la ricetta della nonna di Alice Ginevra e Athena Giada. L'impasto ha una consistenza meravigliosa e vogliamo sottolineare che le raviole sono persino più buone nei giorni successivi. Conservate in una scatola di latta possono essere consumate fino ad una settimana dopo la preparazione, senza perdere la loro bontà. Perfette per colazione, insieme ad un cappuccino o un caffè, perfette anche per la merenda di Alice Ginevra.
RAVIOLE DOLCI DELLA NONNA
Ingredienti:
700 gr di farina 00
300 gr di fecola
500 gr di zucchero
300 gr di burro
la scorza di un limone grattugiata
2 bustine di lievito per dolci
1 cucchiaio di vanillina
1 cucchiaio di olio di semi
5 uova
confettura di ciliegie
crema di cioccolato
codette colorate di zucchero
Grand Marnier
zucchero q.b.
La preparazione è semplicissima, occorre però tanta pazienza. Con queste dosi noi abbiamo infornato ben 4 teglie di raviole.
Su una spianatoia disponiamo a fontana la farina e la fecola, al centro uniamo lo zucchero, il burro sciolto a temperatura ambiente, la scorza grattugiata di limone, la vanillina, l'olio di semi, il lievito e le uova.
Impastiamo e lavoriamo fino ad ottenere un composto omogeneo e liscio.
Lo avvolgiamo nella pellicola trasparente e lo lasciamo riposare in frigorifero all'incirca 40 minuti.
Dividiamo successivamente l'impasto in tanti panetti che andremo via via a stendere con il matterello, aiutandoci con una bella spolverata di farina sia sulla spianatoia che sul matterello per evitare che la frolla si attacchi al tagliere o si rompa. Noi l'abbiamo tirata fino ad ottenere uno spessore di circa 2-2,5 millimetri.
P.S. Il cappuccino della foto è opera di Luca che il fine settimana mi vizia con cotanta abbondanza. E anche Alice Ginevra ha diritto alla sua tazza mignon (ovviamente con caffè d'orzo lei)
Sono certa carissimi che riuscirete a trasmettere alle vostre piccole principesse tutto il vostro mondo e soprattutto il valore delle cose semplici e dell' incanto di quei piccoli momenti di felicità divinamente descritti in questo post!!! Quanto e cresciuta Alice Ginevra e una bambola e la piccola ha uno sguardo dolcissima e una tenerezza infinita!!!
RispondiEliminaSapete che non ho mai provato le raviole??? Mi tocca rimediarequanto prima, hanno un aspetto decisamente delizioso!! Un bacio grande meravigliosa famiglia,
Imma
Imma faremo di tutto per trasmettere alle piccole quelli che sono i valori importanti e la bellezza della semplicità che apre tutto un universo fatto di emozioni, dal senso di meraviglia, alla gratitudine, al piacere di assaporare gli attimi e le cose semplici.
EliminaLe raviole sono deliziose e questa ricetta, perfetta anche per biscottare, ci è molto cara.
Un bacione
Mi sono emozionata nel leggere questo post. Semplicità è una parola che sembra scomparsa dal vocabolario, sparita dalle nostre vite quotidiane ma che sarebbe così bello tornare ad apprezzare. Sono sicura che riusciremmo a sorridere tutti di più se la semplicità tornasse ad impossessarsi delle nostre giornate.
RispondiEliminaLa semplicità di un guscio di frolla che racchiude un morbido, dolce ripieno: un biscotto che profuma di casa, di tempi lontani, di mani che impastano con amore e di un camino acceso. È questa l’immagine che mi evocano le raviole, un tuffo indietro nel passato in quella vecchia cucina della nonna e mi si scalda il cuore.
Posso dirvi “grazie” per questo dolce risveglio?
Un abbraccio ragazzi, felice giornata e un bacione alle pupattole ^_^
P.S. ma che meraviglia è quel bancone di mele, alcune mai sentite?
Grazie Federica. Sì, è vero quello che dici, la semplicità è una di quelle cose che sembrano essere sparite dall'abc quotidiano, è tutto complicato o reso tale e soprattutto di questi tempi la semplicità è l'ancora alla quale aggrapparsi per tenersi saldi e per riuscire ad apprezzare la vita. La ricetta ricalca proprio questo concetto, profumo di dolcezza, di pomeriggi passati ad impastare, a dare forma a quello che sarà il risveglio del giorno dopo, ben sapendo che la sera stessa sarà impossibile resistere alla tentazione di mordere qualche dolcetto.
EliminaFelice giornata anche a te.
P.S. Tante di quelle mele esposte non le conoscevamo nemmeno noi, tutte deliziose, ognuna a modo suo, profumate, croccanti, con la dolcezza del sole che davvero percepisci sul palato.
Poesia pura per le vostre figliole: un testamento epistolare che da grande sapranno apprezzare, come l'amore che vi scambiate reciprocamente:sia in cucina che nelle altre stanze di casa vostra:l'aroma di felicità arriva attraverso il web e ci fa bene:mi fa bene! grazie e baci x 4!
RispondiEliminase lo volete davvero allora ci si riesce, nonostante le mode, i videogiochi, le robe fredde del mondo fuori....se lo volete si può fare...parola di mammadignoma :D
RispondiEliminaLe due bambine sono meravigliose, come la loro semplicità e spontaneità....due grandi doni!
RispondiEliminaMi avete fatto scoprire tante varietà di mele, alcune le conoscevo e altre assolutamente no.
Baci x 4 !
Eh, ho paura che per loro la semplicità sarà caratterizzata da quelle cose per noi oggi troviamo troppo difficili da capire. Il progresso incombe su noi dinosauri; quando le piccole vorranno tornare a curiosare su questa nostra semplicità e se per caso dovesse servirvi un pochino di aiuto allora fate un fischio a questo "antico" Lupo, se ci sarà ancora sarà lieto di potervi dare una mano. Ciao, un bacione a tutti voi.
RispondiEliminacon questi dolcetti mi fai tornare bambina, quanto mi piacciono! Un abbraccio!!!!
RispondiEliminabella Sabrina, belle le tue bimbe anzi bellissime, meravigliose le tue parole, incantevoli le foto, gustosi i biscotti della nonna, bhe che dire mi sono persa nel tuo post tanti complimenti
RispondiEliminabaci
non ho dubbi che riuscirai a farlo. tante cose mi sono rimaste impresse di questo post, hai parlato davvero all'anima. anche io la penso come te, e a quella sagra ci sono stata pure io con i piccoli. le raviole le consoco e le adoro, so quanta pazienza ci vuole. ma come tutte le cose in cui serve pazienza, amore, e dedizione...poi si è ricompensati.
RispondiEliminaio mi auguro di cuore che tu riesca nel tuo intento e che come te lo facciano in tanti altri così da riportare col tempo la nostra società ad un senso di umanità e di valori che purtroppo si sono dissolti nell'aria con i risultati poco edificanti a cui assistiamo giorno dopo giorno, pure le raviole della nonna fanno parte di quella semplicità che può insegnare come volersi bene, un bacione a tutta la famigliola.
RispondiEliminaMolto Garcia Lorca questo pezzo....vi siete superati! strepitoso. Adoro leggervi, ma, pur avendo da voi aspettative sempre alte, spesso mi stupite con una bellezza e dolcezza impossibili da descrivere. Grazie di farmi sperare ancora che in sentimenti profondi e veri. non fate mai seccare questa sorgente. Laura.
RispondiEliminaCiao, che delizia questi biscotti, soprattutto perchè le ricette delle nonne sono sempre le più buone e di sicura riuscita!
RispondiEliminaOttime sia come dolcino fine pasto, sia per accompagnare il cappuccino della colazione!
un bacione
Come crescono velocemente le piccole, sono felice per voi! Adoro i biscotti farciti questi poi sanno di buono! Baci, Clementina
RispondiEliminaQuante qualità di mele e complimenti per la deliziosa ricetta.
RispondiEliminaSaluti a presto.