Ci saremmo incontrati
una volta giunti sulla strada del ritorno dalle vacanze, non solo per potere
godere di una maggiore libertà, ma anche per rendere il rientro meno carico di
nostalgia, perché ogni volta, puntuale come lo sono le scadenze, un pizzico di
tristezza va ad insinuarsi tra le valige accatastate nel bagagliaio e i primi
due strati di pelle abbronzati dal sole.
Era la prima settimana di luglio. Athena Giada
festeggiava, tittando, un mese esatto di vita mentre Alice Ginevra ed il suo
argento vivo si apprestavano a soffiare sulla torta dei suoi due rotondissimi
anni.
Per quanto riguarda la volta precedente c’è da
riavvolgere il nastro e, fatti i debiti conti, era pieno inverno.
Sfoglio per
l’occasione la cartella con le fotografie di quel giorno. Mi meraviglio nel
vedere quanto era piccola Alice Ginevra, piccola rispetto al suo metro e
quattro centimetri odierni. Allora aveva sedici mesi.
Athena Giada invece era un segreto per tutti, cresceva
nella mia pancia contornata da una cornice di amore, ma nonostante i maglioni
lasciassero trasparire un accenno di rotondità, nessuno sapeva.
Sullo sfondo di quell’incontro c’era la Fiera di
Bologna, un’aria fredda che trapassava i cappotti ed un intenso viavai di persone
che si affacciavano a furia di spintoni, tra gli stand del cake design e quelli
dedicati ai principali hobby.
Lei era lì con le amiche. Fu un’impresa trovarci, non
riuscivamo a raggiungere il padiglione dove ci aspettava, un po’ per
imbranataggine nostra, ma soprattutto per via della folla che nel frattempo
continuava ad ingrossarsi.
Troppo breve fu quell’incontro. Alice Ginevra stringeva
tra le mani il libro che lei le aveva regalato, tuttora uno dei più sfogliati
per via di quelle paperette che tanto le piacciono.
Tra le nostre mani invece,
la coda di un saluto sventolato e la voglia di rivederci in terra marchigiana
una volta finito l’inverno. Restando per tutto il tempo sempre in contatto,
perché dal Castello ai Sapori Divini la distanza sa essere irrisoria, un colpo
deciso di mouse e voilà, si aprono le rispettive ed accoglienti porte di casa.
Lei è Antonietta, una di quelle persone speciali che non
ti stancheresti mai di vedere, che vorresti come vicina di casa, come confidente,
come insegnante per i tuoi figli. Semplice, schietta, sensibile, generosa e ci
fermiamo qui per non farla arrossire.
Ma che bel Castello, marcondì rondì rondello.
E’ là che
siamo diretti mentre Athena Giada ancora sonnecchia ed Alice Ginevra assapora
avidamente il semplice piacere di andare, di lasciare che i chilometri macinati
dalla macchina di papà le svelino panorami nuovi di zecca.
La sua felicità si compone di tanti frammenti, l’uno
mescolato all’altro. Un campo di girasoli, il rosso di un semaforo, le ruote
sfreccianti di una moto, il volo improvviso di un uccello, una casa diroccata
in mezzo ad una selva di erbacce. Man mano che procediamo nel viaggio,
avanziamo un pezzo di coda dell’occhio per sbirciare le espressioni
cinematografiche della Pupattola.
Due dita di finestrini aperti sono sufficienti per fare
entrare i profumi silvestri che si fanno sempre più densi via via che risaliamo
i tornanti. In cima, lassù in alto dove indica il mio dito, c’è Mondavio.
La
torre del castello appare e scompare.
Nemmeno il tempo di riuscire a dire “Alice Ginevra, guarda lassù” e non abbiamo
più la curva d’asfalto a favore. “Osèèè” chiede lei, lesinando come al solito
sulle “c” e mentre ci interroga spalma la faccia sul finestrino, dipingendosela
col giallo del sole. Adesso vedrai, le diciamo, e un brillio di dentini fa
capolino tra le sue labbra a forma di cuore.
Antonietta ci aspetta all’ingresso del paese, dobbiamo
solo trovare la statua che ci ha detto. Avvistiamo prima il monumento, poi il
parcheggio.
Non vediamo l’ora di farle conoscere la nostra principessa in
fasce. Un fagottino di un mese che allora pesava quattro chili e pochi etti,
che trascorreva intere giornate mangiando e dormendo, soprattutto mangiando.
Che adesso invece, che di mesi ne ha tre, ride e sorride, fissa negli occhi,
cerca di afferrare gli oggetti, fa versi fino a non avere più voce e in mezzo a
questa ricca e fitta agenda continua a mangiare e a dormire beata, tutta la
notte, come una principessa. Sempre in fasce.
In mezzo alla strada il primo scambio di abbracci. Alice
Ginevra stringe forte la mano del suo papà, cammina vicino a lui, deve ancora prendere
confidenza, risale veloce il pezzo di strada in salita.
Cammin facendo, ci
racconta, Antonietta, ci mostra orgogliosa la sua Mondavio, il suo castello, i
suoi dintorni, il suo pane quotidiano. Mi aveva detto al telefono che mi sarei
innamorata di questo borgo, decisamente un po’ veggente lei.
Mattoni, alberi, pietra, erba, cielo. Un regno sospeso a
mezz’aria da guardare con gli occhi all’insù. Case aggrappate alla roccia con
la più bella vista panoramica che si possa immaginare. C’è una grande ed
inimmaginabile calma, come se tutti fossero stati risucchiati giù, verso la
spiaggia. Nella piazza, nei budelli suggestivi dei vicoli sembra di galleggiare
dentro i confini di uno di quei sogni che si fanno con gli occhi semiaperti,
quando il sonno si sta aprendo un varco, quando somiglia ad una leggera
sbornia.
Pranziamo magnificamente nel giardino di un ristorante
con vista sul resto del mondo. Sembra di essere in paradiso, gli uccellini che
cinguettano, il verde che impazza a trecentosessanta gradi, il mare oltre il
bordo dell’orizzonte. Sulla tavola ottimo cibo che profuma di buono, di profumi
e sapori dell’orto. Quel primo, i tacconi, che abbiamo leccato anche i piatti,
non lo avevamo mai assaggiato prima di allora. Il colpo di fulmine è arrivato
ben prima di affondare la forchetta, ci è bastato quell’ipnotico profumo.
Un
pranzo perfetto, dall’antipasto al dolce e nel mezzo un fiume di parole, di
sorrisi, di racconti, di complicità, tra sorsi felici di vino. Uno di quei
momenti in cui viene spontaneo pensare “Come sto bene” e vorresti che non
avesse fine. Alice Ginevra spensierata continuava a giocare e ad arrampicarsi,
a trafugare dalla borsa il mio portafoglio svuotandolo con certosina precisione
fin del più piccolo pezzettino di carta. Athena Giada invece, da brava pendolare,
passava dalla carrozzina alla fonte dei suoi amati spuntini, succhiando
avidamente il mio latte fino a ricadere nell’ennesimo sonnellino punteggiato da
splendidi sorrisi.
Il tempo ha spostato in fretta le lancette dell’orologio,
il tempo è passato annegando nella luce morbida di quel giorno. Il tempo ci ha visti
felici ed emozionati. Ha visto Antonietta stringere tra le braccia Athena
Giada, coccolare Alice Ginevra, fare scartare loro altri doni, regalare a noi
una giornata da ricordare. Ed è sfumato via in un ultimo giro di fotografie,
così che ora Mondavio è un po’ anche nostra.
Mentre viaggiavamo verso casa, Alice Ginevra sorrideva con
gli occhi chiusi, dolcemente persa in un’immagine solo sua. Del resto per
essere felice, lei non ha bisogno di guardare.
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La Torta Magica. Impazza ovunque, tanto che abbiamo voluto provare a farla anche noi e abbiamo deciso di prepararla al caffè per aggiungere alla golosità in sè della torta anche una bella sferzata di energia.
E' buonissima, da assaporare un quadrotto dopo l'altro, godendo delle varie consistenze!
TORTA MAGICA AL CAFFE'
Ingredienti:
4 uova (separare i bianchi ed i rossi)
125 ml di caffè forte non zuccherato
1 cucchiaio di caffè
160 gr di zucchero
380 ml di latte fresco parzialmente scremato
115 gr di farina antigrumi (o comunque 00)
125 gr di burro
1 pizzico di sale
qualche goccia di limone
La premessa è che il procedimento va seguito alla lettera, seguendo quindi pedissequamente l'ordine di introduzione degli ingredienti.
Sciogliamo il burro e lo lasciamo raffreddare.
Andiamo a scaldare il latte con il caffè e lo lasciamo intiepidire.
Dopo avere separato i tuorli dagli albumi, montiamo gli albumi con il pizzico di sale e le gocce di limone. Non devono essere montati a neve ferma, quindi ci fermiamo un attimo prima.
Montiamo i rossi d'uovo con lo zucchero e con il cucchiaio di caffè fino a che risultano spumosi.
Aggiungiamo il burro che nel frattempo si è raffreddato. Aggiungiamo anche la farina, infine il latte mescolando accuratamente in modo da evitare la formazione di grumi. Noi abbiamo usato la planetaria.
In ultimo, uniamo gli albumi, amalgamando il composto che risulta molto liquido.
Imburriamo una teglia, che deve essere piccola ma con i bordi alti. Noi abbiamo usato una semplice pirex rettangolare 24x17 altezza bordo 7 cm e verrà riempita fin quasi all'orlo.
Inforniamo a 160 C per 50 minuti, ma vale la prova stecchino.
Tolta dal forno va lasciata raffreddare completamente e poi lasciata in frigorifero per almeno 2 ore.
L'abbiamo infine tagliata a quadrotti e gustata in tutta la sua bontà.
foto bellisimi!le bamboline che crescono a vista d`occhio che belle che sono! ela torta magica al caffe` deve essere buonissima ancora non o preso coraggio a farla non so perche` ma prima o poi ci provo a questa magia ciao bella famiglia!
RispondiEliminaSilvana, brava come sei a fare le torte, non ti serve nemmeno una briciola di coraggio, ti verrà meravigliosa!
EliminaChe bellissima giornata che avete trascorso! La torta l ho vista e prima o poi la proverò intanto vi lascio un abbraccio a voi e tanti bacini alle principesse.
RispondiEliminaGrazie per i bacini! Oh se ti piace il caffè, questa torta è semplicissima e strepitosa!
EliminaAdesso devo proprio provare anch'io!!!! La scelta di aromatizzarla al caffè mi sembra azzeccata, soprattutto per i miei gusti!!
RispondiEliminaBravi!!
Che belle le vostre bimbe, delle Principesse proprio!!
Franci
Sul caffè siamo d'accordo in tanti!!! Baci e grazie da parte delle bimbe
EliminaLa torta devo provare a farla, la vostra e' una meraviglia, le foto sono stupende, e che emozione il racconto, mi piace tanto il posto e voi siete da abbracciare forte, bacissimi, con affetto Laura.
RispondiEliminaLaura, Mondavio è un luogo incantato, come solo i borghi sanno esserlo, provi quella sensazione di essere fuori dal mondo. Ti consigliamo la torta!
EliminaCiao, un racconto ricco di sentimenti sinceri e di ricordi felici, riuscite sempre a descrivere le vostre "avventure" in modo davvero coinvolgente!
RispondiEliminaAccidenti che bellezza questa torta al caffè, semplice e aromatica così come piacciono a noi.
un bacione
Beh, quando le giornate sono belle non è difficile descriverle! Bacioni!!!
EliminaSono sempre avvincenti i vostri post.
RispondiEliminaBellissimo incontro e bellissime e allegre le bimbe.
Grazie Gianna!!! Le bimbe, loro sono piene di vita!
EliminaOh,quante belle figlie madamadorè, oh quante belle figlie!!!!!Bei momenti di vita... e la torta io l'ho fatta versione base, proverò anche la vostra! Ciao, bella famiglia!!
RispondiEliminaUn caro saluto a questa bella compagnia e al luoghi che ogni volta ci raccontano con amore.
RispondiEliminaQuesta la faccio; giuro che questa torta la faccio davvero. Naturalmente mi uscirà una ciofeca, ma non mi importa, voglio provarla perché mi avete tentato. Se sopravvivo vi faccio sapere, un bacio a tutti voi, ciao.
RispondiEliminaquesti incontri sono da immortalare, sono belli, piacevoli, indimenticabili e un giro di foto ci sta proprio bene :) ho letto della cucciola speriamo si riprenda presto, auguri in ritardo Sabri!!! p.s. al caffè volevo provarla, sarà la volta buona :) ciao baciuzzi!
RispondiEliminaPerfetta per mio marito, caffè dipendente!!!
RispondiEliminaDa queste foto si respira spendiseratezza, leggerezza di animo e Amore..che bella famiglia che siete!Non mi stancherò mai di dirvelo.Le vostre piccole sono due bambole meravigliose:D
RispondiEliminaLa torta non la conoscevo ma, credo si debba correre ai ripari, che goduria!!!!
un abbraccio e buona giornata!
Bontà divine e sorrisi angelici, m'incanto sempre nel vostro blog
RispondiEliminaLe bambine sono meravigliose ragazzi, non mi stancherò mai di dirvelo...e questa torta......beh voglio provarla al più presto, da amante esagerata del caffè devo assolutamente assaggiarla!!!!!!
RispondiEliminaBaci a iosa
V.
oh, oh, ah, ah, uh, uh...sono meravigliata, estasiata, commossa! e lo sapete che la mia commozione è vera! Famiglia cara, ricordo perfettamente quella giornata, breve ma intensa. Le due principesse che ho adottato come mie nipotine! E voi 2, veri amanti/amici/ confidenti/ complici! Non so che cosa aggiungere, mi avete fatto un bel regalo proprio oggi, uno dei quei giorni NO, per via del lavoro che già mi assorbe via la linfa estiva rimastami! Domani ho deciso di andare al mare a riprendere la mia sedia e di concludere la stagione estiva ufficialmente, ma credetemi, con questo post la mia estate resta viva a lungo e quando sarò giù leggerò qui e ...via !!!!!!!baci x 4!
RispondiEliminaNonostante non la ami particolarmente, l'aspetto della vostra è così invitante che potrei anche ripensarci!
RispondiEliminaUn abbraccio a tutti e quattro
E' da tantissimo che non passo di qui.. quante cose mi sono persa!!! non sapevo nemmeno fosse arrivata un'altra meravigliosa creatura a farvi compagnia... la grande sta diventando proprio grande.. ma come passa il tempo... siete splendidi!!!
RispondiEliminaChe bello, quando la perfezione di un pranzo riflette quella di un luogo, di un incontro, del ritmo di una nuova amicizia facile e naturale. Accade raramente, ed è importantissimo!
RispondiEliminaCome crescono in fretta le due polpette, bellissime!! E quella torta poi, mmmmh...
RispondiEliminaMamma mia che bontà tuta da copiare1! Complimenti per le bimbe , bellissime!
RispondiEliminaComplimenti per le tue graziose piccoline.
RispondiEliminaSono bellissime..chissà quanta felicità portano a casa.
La torta da quel tocco di magia in più, portata in tavola.
Bellissima ricetta.
Bacioni e bacetti a tutte e tre.
Incoronata
ciao cari tutti! mi devo segnare questa ricetta. adoro il caffè e una torta con un po' di magia mi ci vuole ;-)
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