Il telegiornale fa l'eco alle cose che succedono, che non succedono, che lasciano tutto com'è, dentro ad una melma che ormai ha del parossistico. Le solite notizie mi vanno ancora una volta di traverso, un bla bla masticato e rimasticato, più consumato delle suole di un paio di scarpe consumate. Internamente mi ribello.
E immediatamente sposto i pensieri alla periferia di queste insulsaggini, scivolando tra la schiuma di un bagno caldo, allentando una metaforica cravatta, ascoltando solo lo sciabordio dell'acqua e il mormorio di qualcosa che è più profondo e più mio. E poi mi lascio accogliere dentro l'arancio vivo dell'accappatoio, dentro la voce di Luca che mi esorta a fare presto, che mi concede mezzora di tempo e poi usciamo e andiamo al cinema.
"Non te ne sei dimenticata, vero?" mi domanda, lasciandosi per un attimo attraversare dal dubbio.
"Certo che no" gli rispondo.
Semplicemente mi dimentico spesso del tempo quando scivolo dentro la vasca, perché l'acqua è liscia, avvolgente, senza angoli e tutto quel vapore caldo che appanna i vetri e lo specchio fa da isolante con il resto del mondo, sigilla le sensazioni e ammorbidisce ogni cosa.
Ogni settimana scegliamo un film da andare a vedere e questa volta abbiamo votato entrambi per La Donna che Canta, un film del regista Villeneuve. Ammetto d'averlo caldeggiato e d'aver detto un paio di volte che secondo me sarebbe stata la scelta giusta, ammetto d'aver detto che avrei voluto assolutamente vederlo, ma al momento di decidere, Luca era a sua volta convintissimo e ha decretato che saremmo andati al cinema Rialto, per la visione delle tre. Adoro i cinema piccoli, trovo che i film più belli passino proprio da lì, rispetto alle sconfinate multisala solitamente più votate al commerciale.
La prima sorpresa, una volta scostata la pesante tenda rossa di velluto, è scoprire che il cinema è quasi al completo. Di sedere nelle prime due file non se ne parla nemmeno, ne usciremmo col collo ingessato, come è successo quando siamo andati a vedere La Versione di Barney, ma siamo fortunati perché scoviamo due posti liberi nella parte alta della sala e anche se non sono centrali li facciamo nostri senza un attimo d'indugio. Ci lasciamo sprofondare nelle poltrone.
Di lì in poi, per la mezzora successiva, è tutto un succedersi di persone che entrano, si fanno varco nella penombra, si rendono purtroppo conto che il cinema è pieno e che rimangono solo pochi posti disseminati qua e là, tra le prime due file. A questo punto prima di accomodarsi si interrogano, indugiano, fanno per sedersi, poi si rialzano e gettano un ultimo sguardo speranzoso al resto della sala, sperando di avvistare un buco qualsiasi tra teste e cappotti. Nulla.
Per fortuna siamo seduti, per fortuna siamo arrivati un attimo prima di loro.
La Donna che Canta è un film intenso, duro, coinvolgente dall'inizio fino all'epilogo, sconvolgente. E' costruito quasi come un giallo, perché si svela poco alla volta, aprendo possibilità, svolte e scenari. E' la storia di una donna libanese che alla sua morte affida ai figli gemelli due lettere che dovranno essere consegnate rispettivamente al padre che non hanno mai conosciuto e al fratello che non sapevano di avere. Intorno a questa trama si snoda una storia drammatica che vede prima la figlia, poi anche il fratello, partire alla ricerca delle loro radici, alla ricerca di frammenti di vita della loro madre, ricalcando i suoi passi in una terra martoriata dalla ferocia della guerra, dal sangue, dalla condizione di sottomissione in cui sono costrette a vivere le donne. Inizia un viaggio segreto, un percorso sotterraneo, un'esplorazione, tra mille voci e altrettanti silenzi. E piano piano, senza compromessi né protezione, un puzzle comincia a prendere forma e la verità sta per affiorare, per quanto terribile, quasi insopportabile.
A fare da colonna sonora, tra gli altri, ci sono brani dei Radiohead, che da soli, insieme alla forza delle immagini riescono a trasferire sensazioni molto forti, la separazione, l'amore ucciso, la prigionia, l'alienazione, il senso di abbandono e altro non voglio svelare di questo film che mi ha accompagnato anche una volta usciti dalla sala.
Mi aspettavo tanto da questa pellicola e sono stata ripagata delle mie aspettative e la cosa che più mi ha fatto piacere è stato sapere che anche Luca l'ha amato, forse quanto me. E mentre ci avviamo verso la macchina parcheggiata lontano, camminando frettolosamente per vincere l'indigesto freddo, rivedo ancora scorci di quei paesaggi amari e brulli e mi pare di sentire un odore affumicato, come quello del tè nero, mentre la voce di Thom Yorke, fragile come una porcellana, ricama il suo uragano emotivo, tra luci ed ombre.
Anche se il Carnevale non è ancora arrivato, abbiamo deciso di preparare le prime sfrappole dell'anno e il risultato è stata una parentesi golosa più che soddisfacente.
In una terrina capiente sbattiamo i tuorli con lo zucchero, il liquore, la scorza di limone grattugiata e il burro fuso freddo. Poco a poco incorporiamo la farina e aggiungiamo il latte (se il composto non dovesse essere abbastanza morbido, aggiungere altro latte, ma noi ci siamo attenuti alla ricetta di famiglia). Impastiamo e trasferiamo l'impasto su un tagliere. Lo continuiamo a lavorare fino a che sarà liscio e compatto.
A questo punto si tratta solo di stendere la pasta con un matterello o eventualmente con la macchinetta per la pasta. Noi abbiamo usato la nostra Marcato per fare prima. Abbiamo tirato delle strisce di pasta dello spessore di 1mm circa e via via siamo andati a tagliarle in losanghe e triangoli, utilizzando una rotella dentata.
In un tegame abbiamo scaldato abbondante olio e raggiunta la temperatura (basta immergervi una briciolina di pasta, se sfrigola significa che è stata raggiunta la temperatura ideale) abbiamo cominciato a friggere, poche sfrappole alla volta. Appena hanno cominciato a diventare dorate le abbiamo sgocciolate e posate in un vassoio su carta assorbente.
Le abbiamo lasciate raffreddare e poi spolverizzate con zucchero a velo. Noi personalmente abbiamo spruzzato le sfrappole anche con un goccio di anice, che conferisce loro profumo e freschezza. Deliziose!
In a large bowl combine yolks, anise liqueur, butter, grated lemon rind and sugar. Add the flour and mix well to form a dough. Set aside, covered, for a while.
Turn the dough out onto a floured work surface and cut it into pieces.
Roll each piece out (using a pasta machine) until 1mm thick, then using a pastry wheel cut the dough into strips.
In a tall-sided pot, heat the oil to 375 degrees F. Carefully drop the sfrappole into the oil and cook until golden brown. Remove them carefully with a slotted spoon and drain on paper towels. Sprinkle with confectioners' sugar (and anise liqueur if you like) and serve.
E immediatamente sposto i pensieri alla periferia di queste insulsaggini, scivolando tra la schiuma di un bagno caldo, allentando una metaforica cravatta, ascoltando solo lo sciabordio dell'acqua e il mormorio di qualcosa che è più profondo e più mio. E poi mi lascio accogliere dentro l'arancio vivo dell'accappatoio, dentro la voce di Luca che mi esorta a fare presto, che mi concede mezzora di tempo e poi usciamo e andiamo al cinema.
"Non te ne sei dimenticata, vero?" mi domanda, lasciandosi per un attimo attraversare dal dubbio.
"Certo che no" gli rispondo.
Semplicemente mi dimentico spesso del tempo quando scivolo dentro la vasca, perché l'acqua è liscia, avvolgente, senza angoli e tutto quel vapore caldo che appanna i vetri e lo specchio fa da isolante con il resto del mondo, sigilla le sensazioni e ammorbidisce ogni cosa.
Ogni settimana scegliamo un film da andare a vedere e questa volta abbiamo votato entrambi per La Donna che Canta, un film del regista Villeneuve. Ammetto d'averlo caldeggiato e d'aver detto un paio di volte che secondo me sarebbe stata la scelta giusta, ammetto d'aver detto che avrei voluto assolutamente vederlo, ma al momento di decidere, Luca era a sua volta convintissimo e ha decretato che saremmo andati al cinema Rialto, per la visione delle tre. Adoro i cinema piccoli, trovo che i film più belli passino proprio da lì, rispetto alle sconfinate multisala solitamente più votate al commerciale.
La prima sorpresa, una volta scostata la pesante tenda rossa di velluto, è scoprire che il cinema è quasi al completo. Di sedere nelle prime due file non se ne parla nemmeno, ne usciremmo col collo ingessato, come è successo quando siamo andati a vedere La Versione di Barney, ma siamo fortunati perché scoviamo due posti liberi nella parte alta della sala e anche se non sono centrali li facciamo nostri senza un attimo d'indugio. Ci lasciamo sprofondare nelle poltrone.
Di lì in poi, per la mezzora successiva, è tutto un succedersi di persone che entrano, si fanno varco nella penombra, si rendono purtroppo conto che il cinema è pieno e che rimangono solo pochi posti disseminati qua e là, tra le prime due file. A questo punto prima di accomodarsi si interrogano, indugiano, fanno per sedersi, poi si rialzano e gettano un ultimo sguardo speranzoso al resto della sala, sperando di avvistare un buco qualsiasi tra teste e cappotti. Nulla.
Per fortuna siamo seduti, per fortuna siamo arrivati un attimo prima di loro.
La Donna che Canta è un film intenso, duro, coinvolgente dall'inizio fino all'epilogo, sconvolgente. E' costruito quasi come un giallo, perché si svela poco alla volta, aprendo possibilità, svolte e scenari. E' la storia di una donna libanese che alla sua morte affida ai figli gemelli due lettere che dovranno essere consegnate rispettivamente al padre che non hanno mai conosciuto e al fratello che non sapevano di avere. Intorno a questa trama si snoda una storia drammatica che vede prima la figlia, poi anche il fratello, partire alla ricerca delle loro radici, alla ricerca di frammenti di vita della loro madre, ricalcando i suoi passi in una terra martoriata dalla ferocia della guerra, dal sangue, dalla condizione di sottomissione in cui sono costrette a vivere le donne. Inizia un viaggio segreto, un percorso sotterraneo, un'esplorazione, tra mille voci e altrettanti silenzi. E piano piano, senza compromessi né protezione, un puzzle comincia a prendere forma e la verità sta per affiorare, per quanto terribile, quasi insopportabile.
A fare da colonna sonora, tra gli altri, ci sono brani dei Radiohead, che da soli, insieme alla forza delle immagini riescono a trasferire sensazioni molto forti, la separazione, l'amore ucciso, la prigionia, l'alienazione, il senso di abbandono e altro non voglio svelare di questo film che mi ha accompagnato anche una volta usciti dalla sala.
Mi aspettavo tanto da questa pellicola e sono stata ripagata delle mie aspettative e la cosa che più mi ha fatto piacere è stato sapere che anche Luca l'ha amato, forse quanto me. E mentre ci avviamo verso la macchina parcheggiata lontano, camminando frettolosamente per vincere l'indigesto freddo, rivedo ancora scorci di quei paesaggi amari e brulli e mi pare di sentire un odore affumicato, come quello del tè nero, mentre la voce di Thom Yorke, fragile come una porcellana, ricama il suo uragano emotivo, tra luci ed ombre.
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SFRAPPOLE DI CARNEVALE DI SABRINA E LUCA
Anche se il Carnevale non è ancora arrivato, abbiamo deciso di preparare le prime sfrappole dell'anno e il risultato è stata una parentesi golosa più che soddisfacente.
Ingredienti:
3 tuorli d'uovo
3 cucchiai colmi di zucchero
2 cucchiai di liquore all'anice
la scorza di un limone non trattato
100 gr di burro
500 gr di farina 00
1 dl di latte (corrispondono a 103 gr)
abbondante olio di semi d'arachidi per friggere
zucchero a velo per spolverare
3 tuorli d'uovo
3 cucchiai colmi di zucchero
2 cucchiai di liquore all'anice
la scorza di un limone non trattato
100 gr di burro
500 gr di farina 00
1 dl di latte (corrispondono a 103 gr)
abbondante olio di semi d'arachidi per friggere
zucchero a velo per spolverare
In una terrina capiente sbattiamo i tuorli con lo zucchero, il liquore, la scorza di limone grattugiata e il burro fuso freddo. Poco a poco incorporiamo la farina e aggiungiamo il latte (se il composto non dovesse essere abbastanza morbido, aggiungere altro latte, ma noi ci siamo attenuti alla ricetta di famiglia). Impastiamo e trasferiamo l'impasto su un tagliere. Lo continuiamo a lavorare fino a che sarà liscio e compatto.
A questo punto si tratta solo di stendere la pasta con un matterello o eventualmente con la macchinetta per la pasta. Noi abbiamo usato la nostra Marcato per fare prima. Abbiamo tirato delle strisce di pasta dello spessore di 1mm circa e via via siamo andati a tagliarle in losanghe e triangoli, utilizzando una rotella dentata.
In un tegame abbiamo scaldato abbondante olio e raggiunta la temperatura (basta immergervi una briciolina di pasta, se sfrigola significa che è stata raggiunta la temperatura ideale) abbiamo cominciato a friggere, poche sfrappole alla volta. Appena hanno cominciato a diventare dorate le abbiamo sgocciolate e posate in un vassoio su carta assorbente.
Le abbiamo lasciate raffreddare e poi spolverizzate con zucchero a velo. Noi personalmente abbiamo spruzzato le sfrappole anche con un goccio di anice, che conferisce loro profumo e freschezza. Deliziose!
A CARNIVAL DESSERT : THE ITALIAN SFRAPPOLE
Ingredients:
3 egg yolks
3 tbs sugar
2 tbs anise liqueur
a fresh lemon grated rind
100 g butter, softened
500 g flour
1 dl milk (103 g milk)
1 liter oil, for frying
confectioners' sugar
Ingredients:
3 egg yolks
3 tbs sugar
2 tbs anise liqueur
a fresh lemon grated rind
100 g butter, softened
500 g flour
1 dl milk (103 g milk)
1 liter oil, for frying
confectioners' sugar
In a large bowl combine yolks, anise liqueur, butter, grated lemon rind and sugar. Add the flour and mix well to form a dough. Set aside, covered, for a while.
Turn the dough out onto a floured work surface and cut it into pieces.
Roll each piece out (using a pasta machine) until 1mm thick, then using a pastry wheel cut the dough into strips.
In a tall-sided pot, heat the oil to 375 degrees F. Carefully drop the sfrappole into the oil and cook until golden brown. Remove them carefully with a slotted spoon and drain on paper towels. Sprinkle with confectioners' sugar (and anise liqueur if you like) and serve.
....e a me una??
RispondiEliminabaci
io non le ho mai fatte, ma diciamo che il motivo è che le ho sempre trovate pronte da mammà e quindi dato che non amo molto fare fritti, io non mi son mai imbarcata a sfrappolare ^___^ questo film non l'ho mai sentito...
RispondiEliminaciauzzzzzzzzz
Anna, anche due! Bacioni.
RispondiEliminaAstro, a dire il vero friggiamo raramente anche noi, ma ai dolci di Carnevale non è facile resistere. Il film La Donna che Canta è nelle sale, se hai occasione, non perdertelo!
Baciotti
Sabrina&Luca
ciao Sabrina,
RispondiEliminafinalmente .. m'ero incuriosita che non vi sentivo! Avevo addirittura pensato che foste partiti per uno di quei vostri particolari viaggi sulla via del gusto.
E invece eravate avvolti nella pellicola (ah no non si usa più) cinematografica^^
Già già, il fascino delle classiche sale cinematografiche, che mi riporta al passato, alle prime volte che con l'amichetto s'andava e poco si guardava ..
Un bacio ricco del mio affetto,
TVB♥
Ciao ragazzi, che buoni i dolci di carnevale, anch'io ho già cominciato a farli....sono troppo buoni. Qui da noi le sfrappole si chiamano galani! E non li ho mai provatii con l'anice ma mi avete incuriosito parecchi e la prossima volta non mancherò!E tengo d'occhio le sale per il film.....
RispondiEliminaUn bacione
grazie della segnalazione d'un film che non conosco di cui prendo nota,
RispondiElimina(sabri se senti sinead fai conto che sia lì con te a ballare, volume alto ok!)
Chaillrun, macchè partiti, ieri dovevamo andare fuori Bologna, ma è caduta tanta di quella neve che abbiamo preferito rimandare, in compenso siamo scesi a tirarci un po' di palle di neve! Ti abbraccio!
RispondiEliminaViola, provali con un goccino di anice, vedrai che sono ancora più buoni!
Papavero, Sinead io LA ADORO!!! Ti penserò!
Buona notte
Sabrina&Luca
Sono una vera golosità, le adoro!!
RispondiEliminaComplimenti per il bellissimo post e per le simpaticissime foto!!! Un abbraccio
Lady, sono fin troppo golose!
RispondiEliminaBaciotti
Sabrina&Luca
Che belli i vecchi cinema! Ogni tanto capita anche a me di andarci (l'ultimissima volta proprio domenica) e vengo invasa dai ricordi di quando c'erano solo loro, quando si doveva andare presto sennò ti beccavi i posti peggiori, quando i posti erano un po' stretti ma così potevi chiacchierare meglio col tuo vicino (se chiacchierare dovevi XD). E non so se voi avete la stessa sensazione quando ci andate, ma anche il profumo di queste vecchie sale è diverso... Vi abbraccio forte ;)
RispondiEliminaBabi
Babi, la pensiamo allo stesso modo, il fascino di questi piccoli cinema che ancora sopravvivono nel cuore dei centri storici della città, è palpabile. Tu hai parlato di profumo, è vero, c'è un profumo diverso. Le poltrone sono più strette, ma è bello stare seduti vicini e ci si sente tutti più vicini, persino più partecipi.
RispondiEliminaUn abbraccio
Sabrina&Luca
Quanto mi manca andare a vedere un bel film con mio marito.
RispondiEliminaAnche se fritti questi dolci di carnevale sono buonissimi e pericolosi per me, se inizio ad assaggiarli non la smetto più, bellissima sfoglia e foto, complimenti!
Bacioni!
Che buone le sfrappoleee (chiacchiere da noi)!!!
RispondiEliminaSono molto curiosa di provare la vostra ricetta, che prevede il liquore d'anice.
Complimenti ragazzi!
E' una vita che non riesco più a perdermi nel relax della vasca da bagno! Sempre doccia di corsa la sera con i minuti contati. Mi credi se ti dicessi che sarebbe un sogno tanto quanto riuscire a dormire 8 ore filate a notte?Chissà poi perchè si corre sempre tanto!!!!!!!
RispondiEliminaDicevo proprio ieri alla mia mamma che vorrei provare quest'anno a fare questi dolci (a Siena li chimano "cenci" mentre in Abruzzo "chiacchiere") di cui ho solo un ricordo di quando ero bambina e le trovavo a carnevale dalla zia. Mi piace l'idea di profumarle all'anice. Un bacione, buona settimana
sei troppo buona quando dici che nel telegiornale: dentro una melma (non darmi del volgare o sboccato) la parola giusta e' merda e in questi ultimi tempi non se ne puo' piu', tra escort, festini e altro. Mi sa che e' tutto organizzato per farci dimenticare i veri problemi (che non frega piu' a nessun politico!) disoccupazione, la rata del mutuo, i giovani........e' uno schifo!
RispondiEliminaScusa dello sfogo davanti a questi gustosissime sfrappole
Buona giornata
ciao Michele pianetatempolibero
ciao ragazzi! come mi piace la foto nuova!!!! bellissima e come mi piace quando racconti Sabrina.... mi segno il film sarà 15 anni che non ne vado a vedere uno, anzi no 13 da quando ci sono i ragazzi... ma chissà che non sia la volta buona, e mi sembra che possa piacere anche a Paolo. Le sfrappole che delizia, non ho ancora pensato al carnevale ma non bisogna per forza aspettare quel momento per gustarsi questa delizia vero? magari accompagnati da un bel passito... un abbraccio affettuoso! baci Ely
RispondiEliminaRagazzi le sfrappole sono meravigliose, mi avete fatto venire una voglia di mangiarle....ciao Luisa
RispondiEliminamelma ! scasami ma direi Merda ormai piu' che parlare di escort, feste, festini, euro, e chi se ne frega della rata del mutuo, giovani disoccupati, giovani che si allontanano da tutto, i politici han ben altro da fare....
RispondiEliminascuso lo sfogo ma quando ce vo ce vo, dicono a Roma
certo che davanti a un po di sfrappole mi calmerei
non potendo vado al bar a far colazione con la 'solita' brioche
ciao Michele pianetatempolibero
un film da non perdere e un dolce che da me si fa una domenica si e una si fino alle ceneri!
RispondiEliminabaciiiiiii!!
Buon giorno Sabrina&Luca, mi avete messo voglia di andare al cinema, anche se questo film, lo so già, mi lascerebbe una tristezza infinita che mi accompagnerebbe per molto tempo, purtroppo non sono mai riuscita ad estraniarmi..lui mi dice spesso..: ma è un film, lo so però sono fatta così.
RispondiEliminaLe chiaccheere che avete fatto mi distraerebbero, vi abbraccio.
Ciao ragazzi! non abbiamo mai sentito parlare di questo film, ma la vostra descrizione ci ha messo curiosità...ci informeremo allora!
RispondiEliminaChe bene vi son riuscite le sfrappole: croccantine e con tante bolle! nostra mamma ci riprova sempre, ma così proprio non le riescono!
un bacione
da me si chiamano 'chiacchiere'! buonissime, le adoro! bravi!!!
RispondiEliminaSono bellissime, complimenti.
RispondiEliminapenso che quando vediamo un film che ci lascia qualcosa dentro questo lo rende ancora più bello e rende il giusto merito a chi l'ha composto.Voglio anch'io i dolci di carnevale!!!!!!un abbraccio forte
RispondiEliminaEcco.. dovremmo fare come voi io e Ric.. sceglierci un giorno settimanale ed un film da vedere!!! bella proprio come idea!!!Il film che avete scelto mi sembra molto ma molto bello, intenso.. e ricco di significato.. non come certe cax.. che non so nemmeno io come fanno ad arrivare nelle sale cinematografiche.. mah!!!! ottime le frappe..avete fatto bene.. bacioni
RispondiEliminaE' una settimana che , insieme ad altre mamme, tagliamo e friggiamo chiacchiere di carnevale. Ne avremo per tutto il periodo, i soldi andranno all'asilo dove vanno i nostri bimbi.
RispondiEliminaSono buonissime, speriamo non mi escano dagli occhi...hahaha.
Non conosco il film che siete andati a vedere, è anche vero che ultimamente da noi si guardano solo cartoni animati ;-)
Bacio ragazzi e buona giornata.
devo ammetterlo ma il film non l'ho mai visto, però ho da confessarvi anche un' altra cosa adoro le sfrappole che avete preparato, io non le preparo mai perchè non amo friggere però adoro mangiarle
RispondiEliminaCiao, grazie per essere passata da me! Bellissimo blog complimenti per tutto e per le frappe buonissime!
RispondiEliminaun bacione Anna
Una recensione straordinaria, andrò a vederlo, sicuramente, nel frattempo mi "registro" la ricettina:-)
RispondiEliminaps. mi è venuto in mente un delle mie amiche che vuole sedersi nei primi posti perchè vede poco..io mi porto i tappi e lei è felice:-)Un bacio ad entrambi.
ciao Sabrina .. se non l'hai già fatto controlla nuovamente la posta: c'è un'altra sorpresa per te!
RispondiEliminakiss
Da me si chiamano "bugie" :) mio papà che è di Siena, le chiama "cenci" ...nome a parte,sembrano deliziose..quasi quasi quest'anno le faccio anche io a Tokyo e do loro un nome nuovo!!
RispondiEliminaInteressante il film, me lo procurerò a tempo debito!
Quel film mi incuriosisce, dopo il vs racconto, non mi resta che andarlo a vedere!
RispondiEliminaE che voglia di chiacchiere!!!!baci
Davvero bella la tua descrizione del film.
RispondiEliminaMi ha preso a tal punto che ora ho la curiosità di verderlo.
Baci ragazzi.
ciao,questa ricetta con l'anice mi piace e credo che la provero' molto presto...è un'eternita che non vado al cinema,con la tua bellissima critica questo film è da non perdere!!!!grazie di essere passati da me un bacio Tittina
RispondiEliminaMolto bella la recensione e tra l'altro prendo appunti su questo film.Salutoni a presto
RispondiEliminaQuanto mi piace leggere i vostri post!
RispondiEliminaE le ricette poi... si vede quanto sono leggere e croccanti ^_^ perfette direi ^_^
Un buon settiamana anche a voi, cari miei Sabbrina&luca.
RispondiEliminaantonio
è un periodo che non amo il cinema, non riesco a stare seduta lì...mi piace farmi raccontare i film questo si!!!! Siete già ai dolci carnevaleschi: golosi!!! un bacione
RispondiEliminaCiao ragazzi, e grazie infinite per aver letto entrambi gli ultimi miei post...
RispondiEliminaSo che il vostro tempo è sempre risicato, e il fatto che dedichiate qualche minuto anche alle mie seghe mentali mi rende felice ogni volta!
Odio la TV in generale, compresi i telegiornali, manipolati e manipolatori...ormai li guardo un giorno sì e 364 no...
Meglio un bel bagno caldo, che a volte rischio pure di addormentarmi nella vasca, per quanto abbia il potere di rilassarmi l'acqua calda mischiata al bagnoschiuma...
Il film deve essere quello di cui mi avete parlato, se non ricordo male.
Decisamente preferisco il cinema d'autore a quello commerciale, mi arriva dentro molto di piu', senza tutti quegli effetti speciali che distolgono l'attenzione dalla trama...
E devo dire che la tua recensione è ottima, Sabri, mi hai invogliato ad andare a guardarlo!
Quando scrivi mi fai sempre questo effetto...se parli di cibo mi fai venire l'acquolina, se parli di bagno caldo mi sento l'acqua accarezzare la pelle, se parli di cinema mi pare di trovarmi davanti al grande schermo vedendo scorrere le immagini...sai coinvolgermi totalmente con i tuoi post!!!
Per il Carnevale...bè, mi sembrano appena finite le feste natalizie, e gia' sulle nostre tavole compaiono i primi dolci carnevaleschi...non c'è pace davvero!
Un grandissimo abbraccio!
Dony
E' sempre piacevole leggerei vostri post!!
RispondiEliminaNon ho ancora preparato niente di carnevale, ma i vostri dolcini sono perfetti. Da me in Toscana sono chiamati cenci o chiacchiere....mi avete fatto venire voglia di prepararle!!! baci
Cara Sabri
RispondiEliminail mio Amore non ama il cinema e un po' mi spiace perché invece io amo i piccoli cinema e i bei film. Così ieri presa dalla passione che mi hai trasmesso su questo film. Così son andata e gli ho detto "Amore con o senza te io voglio andare al cinema almeno una volta al mese!" ^^ e lui, miracolo dei miracoli, mi ha detto va bene andremo al cinema! :D
un bacione
Giuliedda
vabbè il film me lo hai fatto vedere tu....non serve andarci:-) le sfrappole che poi io chiamo chiacchiere quest'anno le faccio e al posto dell'anice che avete usato voi ...userò la strega....ritornerò a quando ero bambina e si facevano le chiacchiere...si usava la strega ed io...ho avuto la fortuna di riceverla nel pacco di veronica:-) un bacione
RispondiEliminaAnnamaria
ps...penso che siamo in pochi ad essere rimasti con i piedi per terra ma...mentre io mi dissocio completamente voi invece vi complimentate:-) un bacione
Eggià, è già ora di pensare al carnevale, vola il tempo. . . Le adoro, ne sono golosissima!!! Un abbraccio ragazzi!
RispondiEliminaInnanzitutto...sono per le sfrappole tutto l'anno! io credo di adorare qualsiasi tipo di dolce fritto, quindi, a ben pensarci, meglio che siano solo a Carnevale e dintorni...sennò sarebbe una rovina! Vedi, poi, mi confrota il fatto di vedere che le avete fatte voi...insomma, è possibile! da piccola arrivavo sempre in cucina quando mia nonna le aveva già preparate, proprio nell'attimo in cui le gettava in padella...ecco! sul lato cinema, questo è uno dei film della mia lista...chissà, magari domani sera, al Lumiere :-)
RispondiEliminaCoinvolgente questo film!!! Poi l'hai descritto molto bene,quasi quasi mi sembrava di stare in una di quelle poltroncine di velluto rosso,presa dal tuo racconto.
RispondiEliminaLe sfrappole per me sono i crostoli,li faccio anch'io e al posto dell'anice uso la grappa.
Mi hai fatto venire l'acquolina,perche' sono come le ciliege,una tira l'altra.....
Un bacione ^_^
Cinzia
Ciao ragazzi sono appena arrivata e già trovo tutto bello...
RispondiEliminaun bacio
Leggervi è sempre un'emozione....
RispondiElimina...il film deve essere davvero interessante....
...e grazie anche della ricetta:la farò sicuramente!
un abbraccio e buona settima!
Ma da voi si chiamano sfrappole veramente?
RispondiEliminaE' veramente curioso scoprire quanti nomi hanno in giro per l'Italia: da chiacchiere a crostoli a sfrappole.
Non sarà Carnevale di già, ma quanto le vorrei.
Il film suona come veramente intenso ad un livello emotivo ed umano.
sabry wow mi sono sentita li al cinema con te sei risucita a recensire questo film con tanto calore che appena mi rimetto da questa influenza andrò a cercarlo....un film intenso e cosi carico di emozioni che nn si puo assolutamente perdere come nn mi perderei per niente al mondo un piatto di queste meravigliose frappole....un bacione al cubo,imma
RispondiEliminaquesta versione mi manca, la segno.
RispondiEliminacortesemente posso sapere fino a che numero le avete tirate? (ho anch'io la stessa macchinetta)
grazie 1000! aspetto le brioches...io porto cioccolata calda e cappuccino!
Brrrrr! Che film dev'essere! Da vedere, sicuramente! Magari aspetto il DVD, così me lo guardo a casina mia e, se ho voglia, piango pure...
RispondiEliminaDa noi questi dolcetti fritti si chiamano cenci, mi son segnata la vostra tra un po' metterò la mia...BACI
Buone!!! Sarà la volta che riesco a farle? No perché a me viene sempre fuori un disastro :)
RispondiEliminaP.S. Nella ricetta dei biscotti al burro, ho annotato le mie quantità di burro e zucchero
baci!
beddi miei, ogni volta che vengo qua mi dimentico che alla fine c'è la ricetta ahahahahah, m'immergo talmente tanto nella lettura che mi sembra di ritrovarmi in libro, solo che dura troppo poco e purtroppo non posso girare le pagine (adoro girare le pagine, ma al contempo vorrei, se il libro mi acchiappa, che non finissero mai, un libro incantato praticamente ahahahah)
RispondiEliminaContinuate a scrivere perchè così questo sarà il (mio) libro incantato :*
cla
il telegiornale!!! nn riesco più a sentire neppure la sigla!!!! diciamo che evito proprio di accendere la tv! preferisco navigare in internet e sognare leggendo di bellissimi blog, bellissime persone come voi!
RispondiEliminaadoro andare al cinema!!! mi sento sempre un un pò bambina quando vado al cinema :)
grazieeee per la meravigliosa ricetta!! mia nonna preparava sempre le sfrappe in questo periodo, nel pomeriggio arrivava con il piatto carico di dolci frittelle :) bellissimi ricordi! grazie!!!
Wonderful pictures and inviting food. Ciao
RispondiEliminada tempo a casa nostra,il telegiornale è abolito.soprattutto all'ora di cena,quando ci sono i bambini...
RispondiEliminadetto questo...
complimenti,per il bellissimo post,davvero ben strutturato..e le buonissime sfrappole!
ciao,francesca
grazie, per prima da te ho ricevuto l'imput, visto nel pomeriggio e poco fa fatto un post,
RispondiEliminagrande emozione